Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00 L’OSSERVATORE ROMANO POLITICO RELIGIOSO GIORNALE QUOTIDIANO Non praevalebunt Unicuique suum Anno CLV n. 40 (46.878) Città del Vaticano giovedì 19 febbraio 2015 . Papa Francesco prega per l’Ucraina e ricorda i copti egiziani uccisi Appello dell’O xfam Soluzioni pacifiche per la Libia Piccola agricoltura contro la fame Apprezzamento per l’opera di soccorso ai profughi svolta dalla Guardia costiera italiana Pace per l’Ucraina, il Medio oriente e il Nord Africa, in particolare per la Libia. Le aree di conflitto più calde nel mondo sono state al centro delle preoccupazioni espresse dal Papa durante l’udienza generale di mercoledì 18 febbraio, in piazza San Pietro. Dopo aver svolto la catechesi dedicata alla famiglia e incentrata in particolare sulla figura dei fratelli, Francesco ha salutato il pellegrinaggio ucraino giunto a Roma con i vescovi in occasione della visita ad limina Apostolorum, assicurando di portare nel cuore il desiderio di «una pace duratura» per il Paese. Quindi ha ricordato nuovamente i ventuno copti egiziani assassinati tre giorni fa «per il solo fatto di essere cristiani» e ha invitato i fedeli a pregare per le vittime del conflitto, per i feriti e per i profughi. «Possa la comunità internazionale — ha auspi- Messa al Cairo mentre cristiani e musulmani si uniscono nella preghiera a Ramallah In suffragio dei cristiani assassinati Era gremita di fedeli la cattedrale di San Marco al Cairo dove nel pomeriggio di ieri, martedì 17, il patriarca della Chiesa ortodossa copta, Tawadros II (nella foto), ha celebrato una messa in suffragio dei ventuno cristiani egiziani barbaramente assassinati in Libia dai terroristi dell’Is. Anche a Ramallah, in Cisgiordania, un momento di preghiera in ricordo dei copti trucidati dai jihadisti ha visto riuniti cristiani e musulmani palestinesi. Insieme per ribadire la volontà di respingere la violenza e continuare sulla strada di una millenaria convivenza. cato in particolare — trovare soluzioni pacifiche alla difficile situazione in Libia». Proprio il dramma delle popolazioni in fuga dalle violenze che dilaniano il Paese nordafricano era stato al centro dell’incontro — svoltosi nella serata di martedì 17 febbraio, nella residenza del Pontefice a Santa Marta — con una delegazione della Guardia costiera italiana impegnata nel Mediterraneo. Otto tra ufficiali e sottufficiali hanno raccontato le loro toccanti esperienze a Francesco, il quale ha espresso apprezzamento e incoraggiamento per il servizio svolto in mare e in particolare per le difficili operazioni di soccorso di profughi e migranti. «Vi ringrazio per quello che voi fate perché rischiate la vita» ha detto tra l’altro. «Questo — ha aggiunto — onora voi, onora la vostra forza. Io ho ammirazione per voi, davvero; mi sento piccolo» davanti «al lavoro che voi fate rischiando la vita, e vi ringrazio di cuore per questo. Ma vi sostengo come posso: con le preghiere e le buone parole e l’affetto». PAGINE 7 E 8 A PAGINA 5 Alla radice il Vangelo Un Papa radicale WALTER KASPER Una giovane contadina del Myanmar con il figlio (Reuters) LONDRA, 18. Fame e povertà possono essere sradicate in tempi brevi solo se la comunità internazionale si impegnerà a sostenere seriamente la piccola agricoltura, un settore da cui dipendono due miliardi di persone e che produce la maggior parte del cibo nel mondo. È questo l’appello lanciato ieri dall’Oxfam, una confederazione di 17 organizzazioni non governative che lavorano con tremila partner in più di cento Paesi con lo scopo di individuare una soluzione definiti- Il Consiglio di sicurezza valuta le modalità di un intervento per fermare l’avanzata dell’Is Incognita per l’O nu y(7HA3J1*QSSKKM( +,!z!$!=!;! TRIPOLI, 18. Pressing diplomatico per fermare l’avanzata dello Stato islamico (Is) in Libia. È fissata per oggi una riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu nella quale interverrà il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry. Sul tavolo, due opzioni: l’intensificazione dei raid aerei o il lancio di un’operazione di terra. E intanto questa mattina forze speciali egizia- ne hanno compiuto un’incursione terrestre a Derna, la città occupata dall’Is nell’est del Paese. I Governi di Francia, Italia, Germania, Spagna, Gran Bretagna e Stati Uniti hanno espresso ieri ferma condanna contro le azioni dell’Is, e in particolare contro l’uccisione dei copti egiziani. «L’efferata uccisione di ventuno cittadini egiziani in Libia, da parte di terroristi affiliati Soldati libici marciano nella capitale Tripoli (Ansa) all’Is, sottolinea ancora una volta — si legge in una nota congiunta — l’impellente necessità di una soluzione politica del conflitto, la cui prosecuzione va a beneficio esclusivo dei gruppi terroristici, Is compreso». Il terrorismo, continua la dichiarazione, «colpisce tutti i libici e nessuna fazione può affrontare da sola le sfide cui il Paese è chiamato a confrontarsi». L’unica via di uscita dalla crisi è quella di portare avanti il dialogo, sostenuto dall’Onu, tra le diverse fazioni politiche libiche, in vista — prosegue il comunicato — «della formazione di un Governo di unità nazionale» e questo al fine di contrastare «la minaccia terroristica e far fronte alla violenza e all’instabilità che impediscono la transizione politica e lo sviluppo della Libia». Nel corso di una riunione a Palazzo Chigi con il ministro degli Affari esteri, Paolo Gentiloni, degli Interni, Angelino Alfano, e della Difesa, Roberta Pinotti, assieme al sottosegretario Marco Minniti, il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, ha frenato ieri sull’ipotesi di un intervento militare. Nel pomeriggio, Renzi ha avuto un colloquio telefonico con il presidente francese, François Hollande. Tra i due leader — riferisce una nota di Palazzo Chigi — esiste una «piena identità di vedute sulla centralità dell’iniziativa diplomatica da mettere in campo in ambito Onu per promuovere stabilità e pace in Libia». E di «situazione grave» ha parlato oggi il ministro Gentiloni, riferendo in Parlamento sulla crisi libica. «Il tempo a disposizione non è infinito e rischia di scadere presto, pregiudicando i risultati raggiunti». Intanto, sul fronte militare, le brigate di Misurata, che sostengono il Governo parallelo di Tripoli (quello non riconosciuto dalla comunità internazionale), hanno ripreso il controllo di Sirte, caduta pochi giorni fa nelle mani dell’Is. Prosegue, nel frattempo, l’offensiva egiziana. Il Governo del Cairo ha intensificato i raid aerei dopo la notizia del rapimento di altri 35 egiziani (in prevalenza contadini) prelevati in diverse aree della Libia da parte dell’Is. Sull’uccisione dei ventuno copti — il gesto dell’Is che ha scatenato la reazione egiziana con i raid aerei di queste ore — è intervenuto ieri il presidente iraniano, Hassan Rohani, che lo definito «un atto disumano e selvaggio» che Teheran «condanna con forza». Esprimendo le proprie condoglianze alle famiglie delle vittime della strage, il presidente Rohani ha quindi dichiarato: «Purtroppo queste azioni vengono compiute in nome dell'Islam e dei musulmani, mentre gli atti terroristici e disumani compiuti da queste persone sono contro l'Islam». Oltre trenta vittime Nigeria di sangue Giovane nigeriana parente di una delle ragazze rapite da Boko Haram (La Presse/Ap) ABUYA, 18. Giornata di violenze quella di ieri in Nigeria, dove sono state uccise oltre trenta persone, tra le quali molti bambini. L’attacco è avvenuto a un posto di controllo a Biu, nello Stato di Borno, nel nord est. «La gran parte delle vittime sono bambini che vendevano mercanzie e mendicanti» ha riferito una fonte medica. Gli assalitori, ha spiegato un agente, «sono arrivati e hanno cominciato a far deflagrare gli ordigni. Poi sono stati respinti dai militari». Cinque giorni fa, sempre a Biu, sette persone erano state uccise da una donna che si era fatta esplode- re. Lo scorso mese, in un’incursione nella stessa area, Boko Haram aveva perso quaranta uomini in sanguinosi scontri con le forze di sicurezza. Altri tre morti per un attacco suicida si sono avuti ieri in un ristorante nella città di Potiskum, nel nord est del Paese. Tredici i feriti tra personale e clienti. Un poliziotto, invece, è morto per le ferite riportate durante una manifestazione contro il Governo, nel sud. Stando alle prime ricostruzioni, sarebbe stata una sparatoria a provocare l’uccisione dell’agente. va alla povertà e all’ingiustizia nel mondo. La proposta di un rinnovato impegno a favore della piccola agricoltura è stata presentata dall’Oxfam in occasione del meeting annuale del Consiglio dei governatori del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo dell’O nu (Ifad), tenutosi a Roma in questi giorni. Il Consiglio dei governatori è il massimo organo decisionale dell’Ifad, costituito da 176 Stati membri. Il direttore di Oxfam, Winnie Byanyima, ha chiesto che Governi e investitori privati s’impegnino «a rimuovere tutti gli ostacoli che rendono difficile la sussistenza dei piccoli agricoltori, inclusi i cambiamenti climatici, la disuguaglianza, le discriminazioni di genere e la totale assenza di peso politico, che rende precario il loro futuro, quando non lo oscura addirittura». D all’ultimo rapporto di Oxfam emerge che il 48 per cento della ricchezza mondiale è nelle mani del solo un per cento della popolazione. I piccoli agricoltori producono fino all’ottanta per cento del cibo nei Paesi in via di sviluppo, ma sono proprio loro a soffrire la fame e la povertà. Tre quarti delle persone più povere del mondo vive infatti nelle campagne dei Paesi in via di sviluppo. Secondo l’O xfam, inseguire unicamente gli obiettivi di crescita economica in un settore come quello agricolo, che vale 2.400 miliardi di dollari, può lasciare indietro le popolazioni più povere. «Dobbiamo promuovere le organizzazioni di piccoli produttori, il loro potere decisionale, la commercializzazione dei loro prodotti — ha sottolineato Byanyima — e per farlo sono necessari aiuti e investimenti che diano slancio alle piccole imprese agricole. Bisogna rimuovere le distorsioni di sistema che causano il fallimento dei piccoli agricoltori ed eliminare gli ostacoli che le donne si trovano a dover affrontare nel settore». L’Ifad sta investendo sulle popolazioni rurali, consentendo loro di ridurre la povertà, aumentare la sicurezza alimentare, migliorare i livelli nutrizionali e rafforzare la resilienza. Dal 1978 sono stati investiti oltre 16,3 miliardi di dollari in donazioni e prestiti a tassi agevolati di cui hanno beneficiato circa 438 milioni di persone. E tuttavia, c’è ancora molto da fare. NOSTRE INFORMAZIONI Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza, nello Studio dell’Aula Paolo VI, il Signor Ricardo Lewandowski, Presidente del Supremo Tribunale Federale del Brasile. L’OSSERVATORE ROMANO pagina 2 giovedì 19 febbraio 2015 Intervento della Santa Sede Mezzi per uno sviluppo più condiviso Pubblichiamo la traduzione italiana di una dichiarazione pronunciata il 9 febbraio 2015 a New York dall’arcivescovo Bernardito Auza, Nunzio Apostolico, Osservatore Permanente della Santa Sede, in occasione della 69ª Sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Signor Presidente, La mia Delegazione apprezza questo dibattito su «Mezzi di attuazione per un’agenda post 2015 trasformativa». Le risorse finanziarie necessarie per realizzare l’agenda post 2015 sono immense. Per le sole infrastrutture, gli investimenti annui sono stimati nell’ordine dei 5.0007.000 miliardi di dollari statunitensi. Uno studio recente della Banca Mondiale stima che gli investimenti annui necessari per le infrastrutture in Africa ammonterebbero a 95 miliardi di dollari statunitensi. Queste stime evidenziano le dimensioni della sfida che la maggior parte dei Paesi del mondo deve affrontare al fine di ottenere le risorse necessarie per attuare con successo l’agenda post 2015. A Palazzo Borromeo il tradizionale incontro per l’anniversario dei Patti lateranensi Identità di vedute La Libia, le persecuzioni dei cristiani in Medio oriente e l’immigrazione sono stati i temi centrali dei colloqui di ieri pomeriggio, martedì 17 febbraio, tra la delegazione della Repubblica italiana e quella della Santa Sede in occasione dell’incontro a Palazzo Borromeo, sede della rappresentanza diplomatica italiana, per le celebrazioni degli anniversari dei Patti lateranensi (11 febbraio 1929) e dell’accordo di modifica del Concordato (18 febbraio 1984). In Libia «la situazione è grave», occorre quindi «intervenire presto, ma qualsiasi intervento armato deve avvenire nel quadro del diritto internazionale» ha dichiarato, a conclusione del vertice, il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato. Nei colloqui — ha aggiunto il segretario di Stato — si è parlato della importanza di rilanciare un’iniziativa diplomatica. «Ci sono — ha sottolineato — una minaccia e una situazione grave che esigono una risposta concorde della comunità internazionale». Sul tema dell’immigrazione, le delegazioni si sono trovate d’accordo sulla necessità di rafforzare le misure di assistenza ai profughi. «C’è un dovere di carità, ma prima di tutto un dovere di giustizia» ha dichiarato a questo proposito il porporato. «Per le autorità italiane ci sono convenzioni internazionali alle quali sono obbligate; noi come Chiesa sottolineiamo principalmente l’aspetto religioso della carità e della solidarietà». Il confronto si è inoltre concentrato sull’importanza della famiglia nel tessuto sociale, sulla questione dei cappellani militari e sulle scuole paritarie. «È stata sottolineata l’importanza di riconoscere il contributo che la scuola cattolica paritaria dà» ha dichiarato padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa della Santa Sede. Accolti dall’ambasciatore Francesco Maria Greco, per la Santa Sede erano presenti tra gli altri, oltre al cardinale Parolin, gli arcivescovi Angelo Becciu, sostituto, e Paul Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati; i monsignori Peter Bryan Wells, assessore, e Antoine Camilleri, sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati. Erano presenti inoltre, insieme a numerosi porporati e prelati, il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Angelo Bagnasco e il segretario, vescovo Nunzio Galantino. La delegazione italiana era invece composta dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dal presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, dai presidenti di Senato e Camera, Pietro Grasso e Laura Boldrini, e da diversi ministri e sotto-segretari. Intensi combattimenti nella città di Debaltseve Sempre fragile la tregua nell’est ucraino KIEV, 18. Tregua sempre fragile nell’est ucraino, anche se esercito di Kiev e separatisti filorussi hanno cominciato il previsto ritiro delle armi pesanti, come stabilito dagli accordi siglati la scorsa settimana a Minsk. Dopo un lungo assedio con colpi di artiglieria, i filorussi hanno compiuto il primo attacco dentro la cittadina di Debaltseve, strategico snodo ferroviario a metà strada tra Lugansk e Donetsk, dove si continua a combattere furiosamente sotto la neve, «per ogni quartiere, per ogni strada», come riferiscono entrambi i fronti, aumentando la preoccupazione di Ue e Stati Uniti. I separatisti sostengono di controllare ormai oltre l’80 per cento della città, compresa la stazione ferroviaria e quella della polizia, e che centinaia dei circa cinquemila soldati ucraini si sono arresi. Atene non accetta ultimatum ATENE, 18. «Non accetto ultimatum, l’austerity è morta». Le parole del premier greco, Alexis Tsipras, fanno capire che i toni tra Atene e Bruxelles sono destinati a peggiorare: il negoziato per la ristrutturazione del debito ellenico si fa sempre più complesso. In un discorso al Parlamento, ieri, Tsipras ha chiesto una nuova riunione dell’Eurogruppo perché «la soluzione all’impasse non arriverà dai tecnocrati, ma dai leader politici d’Europa». E sempre ieri Tsipras ha avuto un colloquio telefonico con il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, e con il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Nelle ultime ore, dicono fonti di agenzia, l’Esecutivo greco avrebbe iniziato ad aprire all’ipotesi di un’estensione del piano Ue auspicata dalla Germania. «Oggi il ministro delle Finanze Varoufakis invierà la richiesta per l’estensione del programma di prestiti» ha fatto sapere il portavoce del Governo di Atene. L’OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt Città del Vaticano [email protected] www.osservatoreromano.va In particolare, il bisogno di finanziamento dei Paesi meno sviluppati richiede un’attenzione speciale, non solo a causa della scarsità delle loro risorse interne, ma anche per la loro incapacità di accedere ad altre fonti di finanziamento. Per questa ragione, la mia Delegazione raccomanda vivamente che all’imminente Terza Conferenza sul Finanziamento per lo Sviluppo ad Addis Abeba si dedichi particolare attenzione ai bisogni di finanziamento dei Paesi meno sviluppati. La mia Delegazione incoraggia anche un’attenta analisi di come alcuni Paesi in via di sviluppo hanno mobilitato con successo risorse finanziarie per grandi investimenti infrastrutturali, in vista della possibilità di replicarne il successo in altri Paesi. Il trasferimento delle tecnologie, mentre implica una complessa serie di regolamentazioni, è centrale per accelerare le capacità tecnologiche e d’innovazione dei Paesi in via di sviluppo. Da un lato, ciò esige che i Paesi sviluppati condividano la loro tecnologia. Dall’altro, i Paesi in via di sviluppo devono dare priorità allo sviluppo delle tecnologie nei loro Ribelli filorussi di stanza a Donetsk (Ansa) Il gruppo terroristico Al Shabaab rivendica l’uccisione di quattro funzionari governativi Agguato mortale a Mogadiscio MO GADISCIO, 18. I miliziani fondamentalisti somali del gruppo di Al Shabaab hanno rivendicato un agguato avvenuto ieri nella capitale Mogadiscio, in cui sono stati assassinati a sangue freddo quattro funzionari governativi. Tra le vittime si annovera anche Mohamed Kediye Jimale, vice responsabile dell’aeroporto della capitale somala. L’attacco è avvenuto, secondo fonti di polizia riprese dalle agenzie di stampa internazionali, nella serata di ieri, quando, a un incrocio affollato, un veicolo ha bloccato l’automobile sulla quale stavano viaggiando le vittime. I miliziani hanno quindi aperto il fuoco, fuggendo poi dall’area in pochi minuti. Le forze dell’ordine hanno subito allestito numerosi posti di blocco, ma GIOVANNI MARIA VIAN direttore responsabile Giuseppe Fiorentino vicedirettore Piero Di Domenicantonio al momento gli attentatori sono riusciti a fare perdere le loro tracce. Secondo un comunicato del gruppo terroristico Al Shabaab, gli autori dell’azione sarebbero stati componenti dei loro “commando d’élite”. Due mesi fa, nella stessa area e con modalità simili, era stato ucciso il responsabile dell’autorità somala per l’immigrazione. L’avanzata dei jihadisti nella capitale è stata respinta nel 2011, ma, da allora, il gruppo ha continuato a portare avanti sporadici attacchi contro il Governo e le istituzioni del Paese africano. Il gruppo Al Shabaab è la cellula somala di Al Qaeda. Nel giugno del 2012, il dipartimento di Stato americano ha posto taglie su numerosi capi del movimento jihadista. Servizio vaticano: [email protected] Servizio internazionale: [email protected] Servizio culturale: [email protected] Servizio religioso: [email protected] caporedattore Gaetano Vallini segretario di redazione Servizio fotografico: telefono 06 698 84797, fax 06 698 84998 [email protected] www.photo.va Segreteria di redazione telefono 06 698 83461, 06 698 84442 fax 06 698 83675 [email protected] Tipografia Vaticana Editrice L’Osservatore Romano don Sergio Pellini S.D.B. direttore generale Lo stato maggiore di Kiev ammette di avere perso alcuni settori della città, sostenendo che i soldati in mano ai rivali sono rimasti vittima di un’imboscata. Nonostante le smentite di Kiev, Debaltseve è di fatto accerchiata e l’unica via di collegamento resta sotto il tiro delle milizie, tanto che neppure i rappresentanti delll’Osce sono potuti entrare in città. La caduta di Debaltsevo sarebbe una sconfitta politicamente rischiosa, per il presidente ucraino Poroshenko, che ieri ha telefonato a Merkel e Hollande e ha lanciato l’ennesimo appello alla comunità internazionale contro l’azione dei ribelli. L’escalation del conflitto nell’est ucraino, «minaccia non solo l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina ma anche la sicurezza in Europa e in tutto il mondo», ha ammonito. Un piccolo spiraglio per un vero cessate il fuoco potrebbe, però, aprirsi. Stamane, i separatisti hanno cominciato a ritirare armi pesanti dalle aree più tranquille nel Donbass, come prevedono gli accordi stipulati nella capitale bielorussa sulla soluzione del conflitto ucraino. In serata ci sarà una nuova telefonata a quattro sulla crisi tra i presidenti di Ucraina, Russia e Francia, Petro Poroshenko, Vladimir Putin e François Hollande, e il cancelliere tedesco, Angela Merkel. Il Malawi dice no alle spose bambine LILONGWE, 18. Una legge che vieta di contrarre matrimonio prima dei 18 anni di età è stata approvata ieri dal Parlamento del Malawi, Paese dove circa la metà delle ragazze diventano spose ancora minorenni. «È fondamentale sostenere le donne e le donne non possono affermarsi se non sono istruite» ha detto, subito dopo il voto a favore della nuova legge, la deputata Jessie Kabwila. Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale € 99; annuale € 198 Europa: € 410; $ 605 Africa, Asia, America Latina: € 450; $ 665 America Nord, Oceania: € 500; $ 740 Abbonamenti e diffusione (dalle 8 alle 15.30): telefono 06 698 99480, 06 698 99483 fax 06 69885164, 06 698 82818, [email protected] [email protected] Necrologie: telefono 06 698 83461, fax 06 698 83675 programmi, nei budget e nelle collaborazioni con le aziende tecnologiche private. Come per l’incanalamento delle risorse finanziarie, la mia Delegazione incoraggia inoltre a compiere degli studi su come alcuni Paesi in via di sviluppo sono riusciti a ottenere progressi scientifici e tecnologici e a renderli accessibili ai cittadini, al fine di individuare in che modo tali esperienze possano essere messe a frutto per altri Paesi che ancora faticano a costruire simili capacità. Per quanto riguarda il rafforzamento delle capacità, sappiamo che istituzioni deboli hanno come conseguenza un’attuazione debole e, cosa ancor più grave, uno spreco di risorse già scarse e di capacità già limitate. Istituzioni forti possono massimizzare i risultati prodotti anche da risorse e capacità limitate, aumentando così le risorse e le capacità, in breve: lo sviluppo. Sono lezioni fondamentali che impariamo esaminando con attenzione perché alcuni Paesi riescono e altri no. Istituzioni deboli, risorse scarse e capacità limitate di solito vanno di pari passo. Pertanto, la sfida è di trovare il modo di aiutare con maggiore efficacia i Paesi meno sviluppati e molti di quelli in via di sviluppo a rafforzare le loro istituzioni, di modo che possano massimizzare le risorse e le capacità interne ed esterne. La mia Delegazione ritiene che le «migliori pratiche» già esistono in questi tre campi dell’incanalamento delle risorse finanziarie, del trasferimento delle tecnologie e del rafforzamento delle capacità, che sono essenziali per l’attuazione dell’agenda post 2015. Dobbiamo identificarle e utilizzarle a vantaggio di quei Paesi che ancora stanno faticando a svilupparsi. Al fine di assicurare che nessun Paese venga lasciato indietro e che l’agenda di sviluppo post 2015 sia davvero trasformativa, la mia Delegazione suggerisce con forza che questi tre elementi vengano considerati con serietà e in modo costante nei prossimi dibattiti e in quelli futuri. Grazie, Signor Presidente. Accordo sul gas tra Russia e Ungheria BUDAPEST, 18. Il primo ministro ungherese, Viktor Orbán, ha annunciato ieri — al termine di un incontro di oltre due ore a Budapest con il presidente russo, Vladimir Putin — la proroga del contratto attuale per la fornitura di gas dalla Russia per l’Ungheria. In questo modo, l’approvvigionamento del gas naturale in Ungheria sarà assicurato per alcuni anni a «un prezzo ragionevole», ha detto il capo dell’Esecutivo magiaro. Il presidente russo e il premier ungherese, in piena sintonia, non hanno poi escluso la continuazione, con qualche modifica, del progetto del gasdotto South Stream. Da parte sua, il presidente della Russia ha precisato che il gasdotto sarà comunque costruito fino alla Turchia. «La sua continuazione era impedita dall’Unione europea», ha precisato il leader del Cremlino durante una conferenza stampa. Secondo Orbán — considerato dagli analisti politici internazionali un importante alleato di Putin — ci sono progetti in preparazione per la costruzione di un gasdotto che attraversi Grecia, ex Repubblica jugoslava di Macedonia e Serbia, fino all’Ungheria. «Non esiste una sicurezza energetica in Europa senza una cooperazione con la Russia», ha concluso Orbán. Concessionaria di pubblicità Aziende promotrici della diffusione Il Sole 24 Ore S.p.A. System Comunicazione Pubblicitaria Ivan Ranza, direttore generale Sede legale Via Monte Rosa 91, 20149 Milano telefono 02 30221/3003, fax 02 30223214 [email protected] Intesa San Paolo Ospedale Pediatrico Bambino Gesù Banca Carige Società Cattolica di Assicurazione Credito Valtellinese L’OSSERVATORE ROMANO giovedì 19 febbraio 2015 pagina 3 Bambina arruolata nelle file delle Farc Un giudice texano blocca la riforma di Obama Scontro sull’immigrazione WASHINGTON, 18. Scontro sulla riforma dell’immigrazione negli Stati Uniti. Il presidente Barack Obama ha affermato ieri di ritenere che «la legge e la storia sono dalla nostra parte» dopo che un giudice del Texas ha temporaneamente bloccato Progressi nel disgelo tra Cuba e Stati Uniti L’AVANA, 18. Continuano con successo i negoziati all’Avana di normalizzazione dei rapporti diplomatici tra Stati Uniti e Cuba. Il disgelo va avanti, confermato dal fatto che il 27 febbraio è in programma a Washington un nuovo round sulle trattative bilaterali. A renderlo noto è stata una delegazione di senatori democratici al termine di un incontro, ieri nella capitale, con il ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodríguez. La notizia è stata confermata anche dal dipartimento di Stato americano, che ospiterà i nuovi colloqui. I senatori Claire McCaskill (dello Stato del Missouri), Amy Klobuchar (del Minnesota) e Mark Warner (della Virgina) hanno tra l’altro riferito di non escludere nei prossimi mesi anche una visita a Cuba di un gruppo di colleghi repubblicani. Oltre ai colloqui con Rodríguez, stampa e radio locali riferiscono anche di un incontro dei tre senatori con il direttore della sezione del ministero degli Esteri per i rapporti con degli Stati Uniti, Josefina Vidal, che presiede per parte cubana ai colloqui con Washington. Commentando l’esito della visita durante un incontro con la stampa in un hotel della capitale, Klobuchar ha ricordato i punti ancora aperti nelle trattative, precisando, però, che tali aspetti potranno essere risolti «molto presto». «Francamente sono ottimista», ha sottolineato McCaskill, citata dai media dell’Avana, che ricordano alcuni dei settori dell’economia cubana, tra i quali agricoltura e turismo, con maggiori potenzialità per il mondo del business a stelle e strisce e al centro delle trattative. Dopo l’annuncio che ha messo fine a oltre cinquant’anni anni di isolamento reciproco, lo scambio di prigionieri e la cancellazione da parte americana delle restrizioni relative a viaggi, turismo e commercio, i colloqui per la normalizzazione dei rapporti sono stati avviati formalmente lo scorso 21 gennaio a L’Avana. l’applicazione delle misure che prevedono la regolarizzazione di quasi cinque milioni di immigrati. Tuttavia, ha detto Obama, deve esserci «rispetto per la decisione» del giudice. L’applicazione dell’ordine esecutivo, che doveva partire da oggi, è dunque sospesa, in attesa del ricorso già annunciato dalla Casa Bianca. Anche il segretario per la Sicurezza interna, Jeh Johnson, ha affermato di essere fortemente in disaccordo con la decisione del giudice texano, «ma intanto, dobbiamo attenerci alla sentenza». Le misure bloccate dovevano ampliare il programma che protegge dall’espulsione i giovani immigrati giunti illegalmente negli Stati Uniti, ossia circa 270.000 persone. Gli altri capitoli dell’ordine di Obama — questi prevedono, tra l’altro, la protezione dall’espulsione anche per i genitori di immigrati ormai divenuti cittadini statunitensi — dovrebbero entrare in vigore il 19 maggio. D’altronde, lo scontro frontale sull’immigrazione era nell’aria sin da novembre scorso, quando Oba- Prosegue il dialogo all’Avana tra Governo colombiano e ribelli Le Farc non recluteranno più bambini BO GOTÁ, 18. Le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) sono pronte a liberare dalla lotta armata un gruppo di minori di quindici anni inseriti nelle strutture della guerriglia. Lo hanno detto dall’Avana, sede dei difficili negoziati di pace con il Governo di Bogotá, i vertici dell’organizzazione guerrigliera comunista colombiana, una settimana dopo l’annuncio di non reclutare i minori di diciassette anni. Il capo negoziatore delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia nei colloqui a Cuba, Luciano Marín Arango (conosciuto anche con lo pseudonimo Iván Márquez), in un inedito dibattito ospitato dal programma di Caracol Radio ha precisato che nel movimento armato ci sarebbero, al momento, “solo” tredici minori di quindici anni. Non si tratterebbe però di ragazzi reclutati, ma di figli di guerriglieri o di minori entrati a fare parte delle Farc in cerca di protezione, dopo avere visto uccisi i propri genitori dai paramilitari. Marín Arango ha preannunciato altri «gesti importanti» delle Farc per ridurre l’intensità del sanguinoso conflitto armato, chiedendo al Governo colombiano di fare altrettanto. Dopo i pesanti bombardamenti nella zona di Aleppo Assad disposto a un cessate il fuoco DAMASCO, 18. Violenza senza fine in Siria. La zona di Aleppo, in particolare, è sempre più dilaniata dai bombardamenti e dai combattimenti tra esercito e ribelli, con decine di morti solo nelle ultime ventiquattro ore. L’inviato speciale delle Nazioni Unite, Staffan de Mistura, ha annunciato al Consiglio di sicurezza di aver ricevuto un impegno dal regime di Damasco a sospendere le operazioni per sei settimane sulla città nella prospettiva di rilanciare il dialogo. Nominato in luglio inviato speciale del segretario generale, Ban Kimoon, de Mistura aveva incontrato il presidente siriano, Bashar Al Assad, lo scorso 11 febbraio a Damasco. Ieri ha avuto un colloquio a porte chiuse sia con Ban Ki-moon che con i membri del Consiglio di sicurezza. De Mistura ha detto che tornerà presto a Damasco per discutere ulteriormente le opzioni di un cessate il fuoco, ma non ha dato indicazioni di quando potrebbero cessare i bombardamenti. «Non mi faccio illusioni, sarà una missione difficile. Il prossimo passo — ha spiegato il diplomatico — sarà di convincere Ribelli siriani in azione nel centro di Aleppo (Reuters) Distensione tra Pakistan e India ISLAMABAD, 18. Prove di distensione tra Pakistan e India. Il Governo di Islamabad ha infatti deciso ieri di rilasciare centosettantadue pescatori indiani. Lo ha fatto sapere Muhammad Hassan Sehto, sovrintendente del carcere a Karachi, dove i pescatori erano detenuti (e dove ne restano, però, altri trecentocinquanta). «Il Pakistan ha sempre sostenuto che la questione dei prigionieri tra i due Paesi è una vicenda umanitaria e dovrebbe essere affrontata sempre con questo spirito. La nostra speranza è che anche il Governo indiano possa rilasciare tutti i prigionieri pakistani che hanno completato la loro pena», ha detto un portavoce del ministero degli Esteri di Islamabad. Nel mare Arabico, dove la frontiera marittima tra India e Pakistan non è sempre ben definita e molte barche da pesca non hanno la tec- ma è passato all’azione firmando gli ordini esecutivi all’indomani della sconfitta alle elezioni di metà mandato, che hanno consegnato il controllo del Congresso ai repubblicani. Sin da allora, i repubblicani avevano promesso battaglia, tagliando i fondi al dipartimento per la Sicurezza interna necessari per l’applicazione del piano del presidente. Il giudice texano che ha bloccato le norme, Andrew Hanen, è stato nominato alla Corte federale dal presidente George W. Bush nel 2002. Nella sentenza, il magistrato non è di fatto entrato nel merito della questione, ma ha affermato soltanto che l’Amministrazione non ha rispettato l’Administrative Procedure Act, la norma che prevede un periodo di dibattito prima che la Casa Bianca proceda con un’azione esecutiva. In questo quadro, ha quindi accolto l’istanza dei 26 Stati, guidati dal Texas, secondo cui l’ordine esecutivo del presidente impone loro un notevole impegno economico per ciò che riguarda il rafforzamento della sicurezza. nologia necessaria per accertare la loro esatta posizione, gli arresti per pesca illegale di gruppi di pescatori, da parte di entrambi i Paesi, sono regolari. E spesso queste persone rimangono in carcere anche dopo aver scontato la loro pena, a causa di scarsi rapporti diplomatici tra le due Nazioni vicine. Il rilascio è venuto pochi giorni dopo che i primi ministri dei due Paesi hanno deciso di riprendere i contatti diplomatici ad alto livello. Nonostante il pessimismo sui rapporti tra India e Pakistan (Paesi entrambi dotati di arsenale nucleare), alcuni analisti ritengono che la scarcerazione dei pescatori, insieme al miglioramento degli scambi commerciali, possano contribuire a riparare alcuni dei danni causati da anni di crisi e creare, così, condizioni preliminari per il miglioramento delle relazioni diplomatiche. l’opposizione a fare altrettanto: niente missili o mortai per sei settimane». Nessuna illusione dunque, circa una possibile tregua bilaterale, soltanto «un barlume di speranza, ed è nostro dovere continuare a proteggere i civili finché c’e la speranza di arrivare a un accordo politico». Il briefing di De Mistura è avvenuto quasi in contemporanea con un pesantissimo attacco lanciato dalle forze del regime siriano contro alcuni villaggi vicino ad Aleppo: oltre cento i morti. Secondo l’O sservatorio siriano dei diritti umani, tra le vittime si contano almeno sessantacinque insorti e cinquanta tra soldati e miliziani filo-governativi. «Ogni volta che cerchiamo di raggiungere un cessate il fuoco vediamo un’accelerazione degli scontri. Temo che sia proprio questo il caso» ha commentato l’inviato dell’Onu, rispondendo alla domanda dei giornalisti fuori dall’aula del Consiglio di sicurezza. Nel frattempo, accanto al conflitto che oppone le forze di Assad ai ribelli, prosegue la brutale offensiva del cosiddetto Stato islamico (Is). Secondo testimoni citati dalla Bbc, i jihadisti hanno bruciato vive quarantacinque persone ad Al Baghdadi, nella provincia di Anbar. I miliziani hanno inoltre lanciato, sempre ieri, un massiccio attacco contro postazioni curde, a una cinquantina di chilometri da Erbil, il capoluogo della regione curda irachena, come riferiscono fonti citate dalla Cnn. Posticipata la presentazione all’Onu del rapporto sui crimini di guerra nello Sri Lanka Rimandata a settembre COLOMBO, 18. Il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite ha prorogato di sei mesi il termine ultimo per la pubblicazione del rapporto su possibili crimini di guerra nello Sri Lanka durante il periodo finale del sanguinoso conflitto civile, che ha lacerato il Paese asiatico per trent’anni. La decisione è stata presa in seguito alla richiesta fatta dal nuovo Governo dello Sri Lanka di avere più tempo a disposizione per avviare un processo interno di verità e di riconciliazione, con l’assistenza di organismi internazionali. Il rapporto avrebbe dovuto essere diffuso il 25 marzo, durante la ventottesima sessione del Consiglio. Ora, invece, sarà presentato a settembre. «Questa è stata una decisione difficile. Ci sono buone ragioni per attenersi al calendario originale e ci sono anche forti argomenti per dif- ferire la presentazione del rapporto, considerando il cambiamento istituzionale avvenuto nello Sri Lanka e la possibilità che nuove, importanti informazioni possano emergere e rafforzare il rapporto», ha detto Zeid Ra’ad Al Hussein, Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. «Ho ricevuto _ ha aggiunto — un chiaro impegno da parte delle nuove autorità dello Sri Lanka a collaborare su varie questioni relative alle indagini Onu». Zeid ha sottolineato che il rinvio varrà per una sola volta, assicurando che il rapporto sarà pubblicato comunque entro settembre. Diverse le reazioni sull’annuncio del rinvio. Il ministro degli Esteri britannico, Hugo Swire, ha detto che pur accettando la decisione del Consiglio per il rinvio, Londra continua ad attenderne la diffusione. Allo stesso tempo, l’organizzazione umanitaria Amnesty International ha fatto sapere che la decisione del rinvio «non deve consentire ai colpevoli di crimini orribili di sfuggire alla giustizia». «Nello Sri Lanka — ha infatti detto Richard Bennett, direttore di Amnesty International per la regione Asia–Pacifico — le vittime di violazioni dei diritti umani meritano verità e giustizia e i sopravvissuti alle torture, compresa la violenza sessuale, e le persone i cui familiari sono stati uccisi o scomparsi forzatamente stanno attendendo a lungo questo rapporto». Bennett ha poi sottolineato che il Consiglio dei diritti umani deve essere vigile e garantire che tutti quelli che si faranno avanti per dare testimonianza siano protetti da possibili minacce da parte di coloro che non vogliono giustizia. In Afghanistan i civili continuano a morire KABUL, 18. Lo scorso anno, i civili morti nel sanguinoso conflitto in Afghanistan sono aumentati del 25 per cento, mentre i feriti a loro volta hanno visto un incremento del 21 per cento. Il drammatico dato è stato fornito ieri a Kabul dalla missione delle Nazioni Unite di assistenza all’Afghanistan (Unama). Presentando alla stampa il suo rapporto annuale, l’Unama ha precisato che in totale le vittime civili (morti e feriti) documentate nel 2014 sono state 10.548, il numero più alto dal 2009, con un aumento del 22 per cento rispetto all’anno precedente. Stigmatizzando questo aggravamento della situazione, il rappresentante speciale delle Nazioni Unite in Afghanistan, Nicholas Haysom, ha sottolineato «il poco rispetto delle parti in conflitto per gli impegni presi di protezione della popolazione civile». Si arma la ribellione yemenita SAN’A, 18. I ribelli sciiti huthi, che hanno preso il potere nella capitale dello Yemen, San’a, ed esteso il proprio controllo su sette province del Paese arabo, si sarebbero impadroniti di un carico di armi russe. Lo riferiscono fonti della città di Hudeida, principale porto yemenita sul mar Rosso, precisando che i ribelli si sono impossessati del carico di una nave cargo attraccata che conteneva aerei da caccia Sukhoi e missili di gittata non precisata. I giornali precisano che questo carico era destinato al Governo yemenita, che aveva firmato con Mosca un contratto per l’acquisto di armi prima del golpe degli huthi avvenuto tra settembre e gennaio scorsi, quando hanno costretto agli arresti domiciliari il presidente, Abed Rabbo Mansur Hadi, e i ministri. Fonti dell’ambasciata russa a San’a smentiscono che le armi siano state inviate da Mosca ai ribelli sciiti. Intanto, Jamal Benomar, inviato dell’Onu, ha reso visita ieri al presidente Hadi. «Gli ho assicurato che le Nazioni Unite proseguiranno gli sforzi per revocare gli arresti domiciliari imposti anche al primo ministro, Khaled Bahah» ha dichiarato Benomar in un comunicato dalla capitale. L’OSSERVATORE ROMANO pagina 4 Agricoltura biodinamica Le regole volte a tutelare le persone devono essere applicate in modo flessibile E proporzionale all’entità del rischio A pochi mesi da Expo 2015, l’agricoltura biodinamica rilancia le sue proposte per una coltura che azzera l’uso di sostanze chimiche nei campi e nei cibi, aumenta la tenuta e la fertilità dei suoli e può rappresentare un volano per il rilancio di settori importanti per l’economia. Questi i temi al centro del convegno internazionale organizzato dall’Associazione per l’agricoltura biodinamica «Oltre Expo: alleanze per nutrire il pianeta», che si terrà all’università Bocconi dal 20 al 22 febbraio. Alle giornate parteciperanno, fra gli altri, il ministro italiano delle Politiche Agricole Maurizio Martina, Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti e Giulia Maria Mozzoni Crespi, presidente onorario del Fondo Ambiente Italiano. Per un’etica della ricerca sul materiale biologico umano Se la mummia non dà il consenso di CARLO PETRINI l materiale biologico umano (cellule sangue, tessuti) conservato nelle biobanche è di grande utilità per la ricerca scientifica. Esso può consentire di ottenere nuove importanti conoscenze, anche per la cura delle malattie. Ma, nel caso di raccolte storiche di materiale biologico, i ricercatori devono talvolta fronteggiare difficoltà operative per quanto riguarda il consenso informato e la riservatezza. Questo succede perché, all’inizio degli anni Novanta del secolo scorso, è cresciuta l’attenzione verso la tutela dei dati personali, e specialmente verso i dati cosiddetti “sensibili”, come i dati sanitari. Una crescita di attenzione verso i diritti della persona che è sicuramente opportuna e positiva. Qui di seguito si cercherà di sviluppare alcune considerazioni in proposito prendendo spunto da ricerche recentemente effettuate sulla nota mummia Ötzi. Allo scopo è utile ricordare, molto brevemente, il contesto del ritrovamento e le successive vicende. Il 19 settembre 1991, durante un’escursione sul ghiacciaio di Similaun in Tirolo, al confine tra l’Italia e l’Austria, i coniugi Erika e Helmut Simon trovarono casualmente una mummia. La mummia fu portata con I giovedì 19 febbraio 2015 un elicottero a Vent, in Austria, e poi con Una ricostruzione del corpo di Ötzi ottenuta grazie a studi sulla mummia un carro funebre a Innsbruck. Alla mummia fu dato nome Ötzi. Con la datazione tramite radiocarbonio si stabilì che Ötzi risale circa al 3300 prima dell’era cristiana. fosse abitato da individui di origine germa- pio, «Nature Communications» e «Journal of The Royal Society Interface». Sorse presto una disputa tra Italia e Austria nica oppure italica. Se ora applicassimo con qualche pignoleÖtzi fu sottoposto ad analisi del Dna per stabilire se il ritrovamento fosse avvenuto sul versante italiano oppure su quello mitocondriale, che risultò simile al tipo dif- ria i requisiti del consenso informato e della austriaco del ghiacciaio. Si appurò che il ri- fuso tra popolazioni dell’Europa centrale. riservatezza, potremmo osservare che: Ötzi trovamento avvenne in territorio italiano, a L’analisi fu però contestata, perché effet- non ha dato alcun consenso al trasporto e alla conservazione del suo materiale biolo92 metri dal confine, e che gico; non ha dato alcun consenso alle riceril corpo fu portato oltre che; non avrebbe mai potuto immaginare confine fraudolentemente. Gli studi sul corpo di Ötzi che il suo corpo diventasse oggetto di una Si raggiunse poi un accordo disputa tra ricercatori (e tra autorità pubtra il Governo austriaco e la vissuto 3300 anni prima dell’era cristiana bliche); non ha tratto alcun beneficio dalle Provincia di Bolzano e Ötzi cercarono di stabilire ricerche; non ha discendenti ai quali chiefu trasferito al Museo Ardere se presumibilmente avrebbero dato il cheologico dell’Alto Adige, se anticamente il territorio fosse abitato consenso (anzi, i due gruppi locali che poa Bolzano. Come è noto, il da individui di origine germanica o italica trebbero essere discendenti sono in rivaliterritorio del ritrovamento è tà); non ha lasciato alcun elemento che diventato italiano dopo la permetta di ricostruire la sua volontà, né vi prima guerra mondiale, ma nella zona è viva una forte identità tirolese tuata senza la partecipazione di scienziati è alcuna possibilità di interpretare il suo e vi sono esplicite rivalità sui confini geo- italiani. Si passò poi all’analisi completa del pensiero a causa della distanza temporale e grafici. genoma, da cui si ricavò una notevole mole culturale. Certamente nessuno contesta l’eticità delÖtzi, che fu ucciso da una freccia, è sta- di informazioni. Per esempio: Ötzi aveva to studiato, per esempio, per stabilire se, probabilmente occhi scuri, era di gruppo le ricerche effettuate su Ötzi. La lezione quando fu colpito, camminasse da nord a sanguigno 0, era intollerante al lattosio, che se ne può trarre è che le regole volte a sud o viceversa (e di conseguenza, se l’assa- aveva una predisposizione per malattie co- tutelare le persone da possibili rischi devolitore fosse nord-europeo o mediterraneo). ronariche che contribuirono alla calcifica- no essere concepite e applicate in modo In altre parole, si cercò di utilizzare Ötzi zione dei vasi. Le ricerche sono state pub- flessibile e proporzionale all’entità del riper stabilire se anticamente il Sud Tirolo blicate in prestigiose riviste, quali, ad esem- schio. Non sono in vendita i palazzi storici italiani La vendita dei palazzi storici dell’Eur «non è praticabile». Il ministro italiano della Cultura Dario Franceschini, all’indomani della decisione dell’assemblea dei soci di Eur Spa, ha ribadito che «sarebbe sbagliato vendere per fare cassa edifici vincolati e di grande valore storico e architettonico che contengono al proprio interno l’Archivio centrale dello Stato e musei di grande importanza come il Museo delle Tradizioni Popolari, il Pigorini, il museo dell’alto medioevo. Sono certo che Mef ed ente Eur troveranno altre strade». Rischi e controindicazioni legati a un mondo dominato dalla tecnologia di CRISTIAN MARTINI GRIMALDI Che l’automazione totale dei mezzi di trasporto sia sempre più una realtà è un fatto evidente ora che Google ha annunciato il famoso prototipo dell’auto che si guida da sola. Tutto ciò in nome del progresso e forse anche di una maggiore sicurezza. Eppure c’è ancora qualche scettico, come Nicholas Carr, che nel libro The Glass Cage, Automation and Us (New York, W.W. Norton & Company, 2015, pagine 288, dollari 20), mette in guardia da un mondo interamente dominato da macchine autosufficienti. E lo fa proprio a partire dall’auto di Google che si presenta come il futuro degli spostamenti. Infatti, nota Carr, anche il software più avanzato non riesce a distinguere un rottame pericoloso sulla strada da un semplice pezzo di cartone. Ma più ancora degli ostacoli fisici, saranno forse quelli giuridici a ostruire la via della E la macchina va da sola diffusione su larga scala dell’auto intelligente: di chi sarà la colpa in caso di incidente mortale dove è l’auto a guidare se stessa? Del padrone del mezzo o di coloro che hanno installato il software di guida? E perché non del programmatore stesso? Carr se lo domanda: siamo davvero disposti a lasciarci trasformare in passeggeri passivi della nostra auto? Insomma il piacere della guida resta: non è perché abbiamo la playstation che abbiamo smesso di giocare a calcio. Ma può succedere che stando troppo davanti ai videogame, possiamo perdere invece l’abitudine di giocare il gioco vero atrofizzando così le nostre naturali attitudini al movimento. Ed è quello che sta succedendo secondo Carr all’aviazione. Gli aerei sono arrivati a un grado di automazione talmente elevato che i piloti sono ormai quasi delle comparse che si limitano a controllare i sistemi elettronici di bordo: grazie al sistema fly-by-wire su un volo di linea di diverse ore, solo quattro minuti i piloti sono realmente alla guida del velivolo: due per decollare e due per atterrare. Negli anni Cinquanta in un aereo c’erano cinque piloti, oggi ne sono rimasti solo due, man mano sostituiti dai sistemi elettronici. Il concetto stesso di controllo manuale del velivolo è ormai obsoleto per i voli di linea: oggi il software si può permettere il lusso di riscrivere l’ordine di manovra di un pilota nel caso questa venga reputata troppo «estrema». Secondo Carr, non sempre questo ha portato a una maggiore sicurezza dei voli, e questo perché i piloti stessi — abituati a fare da meri custodi del sofisticato sistema di autopilotaggio — stanno disimparando a reagire alle situazioni di emergenza, come è avvenuto a un Airbus dell’Air France nel 2009 dove i tre piloti in cabina, su un aereo perfettamente funzionante, non sono riusciti a reagire a una situazione imprevista dopo che il pilota automatico si era disattivato per via di alcuni segnali contraddittori da parte del software ingannato da un malfunzionamento dell’indicatore di velocità. Il tutto causò un incidente nel quale morirono tutte le 228 persone a bordo. Ma un’automazione totale delle macchine, secondo Carr, non è augurabile anche per i risvolti negativi che avrebbe nel campo occupazionale. Viene sfatato il mito della capacità della tecnologia di creare nuovi posti di lavoro che semplicemente prima non esistevano. L’autore prende come esempio gli Stati Uniti, dove negli ultimi dieci anni la produttività è aumentata di molto rispetto ai trent’anni precedenti, sono aumentati i profitti delle grandi aziende, come pure gli investimenti in nuove strumentazioni. Tutto questo avrebbe dovuto portare a una forte crescita dell’occupazione, ma ciò non si è verificato. Il numero degli occupati negli ultimi dieci anni è sostanzialmente rimasto invariato. Ed è un inganno pensare che ciò sia dovuto al fatto che molti lavori siano semplicemente emigrati nei Paesi con un livello salariale inferiore. Perché il numero totale dei lavoratori nel manifatturiero, anche in Paesi che della manifattura sono i campioni, come la Cina, è in decrescita da anni e questo rispetto a una produzione che al contrario è di Libro e muratura, gli immortali Già gli antichi affermavano che tornare al passato significa progredire. A più forte ragione, dunque, tale monito va fatto proprio dai contemporanei, corteggiati e spesso sedotti dalla tecnologia. È questo il consiglio che dà Mario Tozzi, primo ricercatore presso il Consiglio nazionale delle ricerche nel saggio Tecnobarocco. Tecnologie inutili e altri disastri (Torino, Einaudi, 2015, pagine 192, euro 18). La domanda di fondo è: la tecnologia aiuta a vivere meglio? Per l’autore la risposta è no, ovviamente facendo salve le conquiste positive. Occorre ritrovare — scrive Tozzi — il senso autentico del progresso, smascherando le inefficienze che deturpano il volto di una presunta avanguardia. Numerosi i confronti suggeriti dall’autore: libro contro web, cemento contro muratura, denaro contro moneta elettronica, nonché la Costa Concordia e la costruzione delle piramidi. E a vincere, con gli opportuni distinguo, sono il libro e la muratura. Un paese vicino all’Aquila, San Demetrio ne’ Vestini, ristrutturato in muratura, ha resistito egregiamente al terremoto del 2009. Limitrofe costruzioni in cemento sono crollate. (gabriele nicolò) molto aumentata, grazie proprio alle macchine: perché appunto «le macchine rimpiazzano i lavoratori più velocemente della capacità dell’economia di creare nuova occupazione». Se le considerazioni di Carr hanno il pregio di essere controcorrente rispetto a una generale infatuazione per tutto ciò che è tecnologico, a volte però le Con una vettura autosufficiente si chiede Nicholas Carr di chi sarà la colpa in caso di incidente mortale? Del padrone del mezzo o di coloro che hanno installato il software? sue argomentazioni sanno di partito preso: come quando cita un pilota della United Airlines che afferma che i piloti stanno davvero dimenticando il loro mestiere, quasi a voler alludere che l’automazione totale potrebbe portare a un reale abbassamento del livello di sicurezza dei voli, quando in realtà i dati sugli incidenti aerei ci dicono esattamente il contrario. Sono però apprezzabili le conclusioni che vanno finalmente a sfatare un tabù da tempo radicato. «È assurdo pensare che un’invenzione per il solo fatto di essere nuova debba automaticamente essere preferibile a una vecchia». Al riguardo, l’autore fa l’esempio della guida con il cambio automatico rispetto a quello “vecchio” manuale che procura delle emozioni al guidatore che il cambio “innovativo” non concede più. «Chiunque preferisca la cosiddetta maniera di fare all’antica o semplicemente uno strumento meno sofisticato, meno tecnologico, viene oggi tacciato di essere affetto da luddismo, colpevole di essersi lasciato andare alla nostalgia, di fare scelte sentimentali piuttosto che razionali». giovedì 19 febbraio 2015 L’OSSERVATORE ROMANO di WALTER KASPER apa Francesco va al fondamento delle cose. Egli parte radicalmente, vale a dire comincia dalla radice (radix), dal vangelo. La lettura spirituale e lo studio della Sacra Scrittura (Dei Verbum, 21-26), raccomandati dal concilio Vaticano II, sono per lui di fondamentale importanza, come mostrano le sue omelie e i suoi discorsi (Evangelii gaudium 174s.). Per vangelo, però, Francesco non intende un libro o i quattro libri che noi indichiamo come i quattro vangeli. Con “vangelo”, infatti, non si intende originariamente uno scritto o un libro, ma un messaggio, più precisamente la consegna di un messaggio buono e liberante, che cambia la situazione radicalmente, mette l’uditore a confronto con una situazione nuova e lo chiama alla decisione. Nell’Antico Testamento vangelo è il messaggio dell’imminente liberazione del popolo di Israele dalla prigionia babilonese, nel Nuovo Testamento è il messaggio, specifico di Gesù, dell’avvento del regno di Dio, il messaggio che Gesù è il Cristo, il messaggio della sua morte e della sua risurrezione e del Signore innalzato, efficacemente presente nella Chiesa e nel mondo con il suo Spirito, il messaggio della speranza nella sua venuta definitiva, dell’inizio e del dono della nuova vita. Ecco, per Francesco si tratta del vangelo di Dio, nella Chiesa vitalmente predicato, creduto, celebrato e vissuto. Per lui è un vangelo della gioia, nel senso di una sovrabbondante pienezza di vita che solo Dio, il quale è tutto in P Alla radice il Vangelo Un Papa radicale pagina 5 so in evidenza che la fede non è una summa esteriore di una serie di verità, ma che ogni affermazione è parte di un tutto articolato (articulus fidei). Egli sapeva che gli articoli fondamentali della fede implicano la totalità del vangelo. Anche il concilio Vaticano I aveva richiesto di comprendere la fede in base al nesso interiore dei misteri e tenendo presente il fine ultimo dell’uomo (Dignitatis humanae, 3016). Una gerarchia non c’è solo tra le verità, ma anche tra le virtù. La morale cattolica non è un catalogo di peccati e di errori. Tutte le virtù sono al servizio della risposta d’amore (Evangelii gaudium, 39). Gesù stesso riassume legge e profeti nel comandamento principale dell’amore di Dio e del prossimo (Matteo, 22, 34-40; cfr. 5, 43; Romani, 13, 810; Galati, 5, 14). Papa Francesco lo indica come il cuore del vangelo: «In questo nucleo fondamentale ciò che risplende è la bellezza dell’amore salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristo morto e risorto» (Evangelii gaudium, 36). Da questo modo di vedere egli trae conseguenze pratiche per la predicazione. Dice che nella predicazione non si dovrebbe ridurre la dottrina ad aspetti secondari, la si deve piuttosto comprendere dal nesso con il messaggio di Gesù Cristo, o meglio, a partire dal cuore del suo messaggio (Evangelii gaudium, 34-39; 246). Solo se si vedono le verità della fede nella loro intima connessione, le si può di nuovo far risplendere nella loro bellezza originaria e in tutta la loro forza di attrazione. Solo così si può di nuovo diffondere il profumo del vangelo (Dignitatis humanae, 34; 39). Questo programma kerygmatico richiama il principio di Lutero «ciò che mette al centro Cristo (was Christum treibet)» e tuttavia è da esso anche molto differente. Infatti, per il concilio e per Papa Francesco non si tratta di un principio esclusivo, in base al quale si possono eliminare le cosiddette verità secondarie o scomode, oppure le si può liquidare come meno vincolanti. Per Papa Francesco si tratta di un principio ermeneutico inclusivo e, appunto, soprattutto di un’esigenza pastorale della predicazione; con l’aiuto di tale principio egli vuole compren- moderno un mio predecessore sulla cattedra Scrittura». Il vangelo è parola viva della pre- dando inizio a un rinnovamento radicale. episcopale di Rottenburg, il vescovo Paul- dicazione. A questo riguardo, per errori da Pertanto, egli non si adegua né a uno scheWilhelm Keppler (1852-1926), nel libro Mehr tutte le parti e a causa di irretimenti storici, ma tradizionalista né a uno progressista. Freude (Più gioia), diffuso in molte edizioni sfortunatamente si è giunti, nel XVI secolo, Con il suo gettare ponti verso le origini egli e traduzioni. La Evangelii gaudium affronta il alla spaccatura della cristianità. Il concilio di è costruttore di ponti (pontefice) verso il fuproblema della Chiesa e del mondo attuale Trento (1545-1563), che si è confrontato con turo. alla radice. All’urgenza del momento e alla la dottrina della Riforma protestante, non è Il vangelo è un messaggio buono, ma ancrisi nella Chiesa essa risponde con il vange- stato cieco riguardo all’esigenza evangelica che un messaggio di sfida. È un appello alla lo. Il vangelo è l’origine, data una volta per (intesa nel senso originario). conversione e a un nuovo orientamento. In tutte, la base permanente e la fonte contiGià nel primo decreto dogmatico procla- tal modo esso suscita necessariamente delle nuamente zampillante di ogni cristiana dot- mò che voleva conservare e trina e disciplina morale (Dignitatis humanae, ripristinare la purezza del 1501). Solo a partire dal vangelo la fede e la vangelo, intendendo con Il Pontefice non si adegua vita cristiana possono riconquistare la loro ciò il vangelo predicato, freschezza (Evangelii gaudium, 11). La gioia creduto e vissuto nella né a uno schema tradizionalista del vangelo può suscitare di nuovo gioia di Chiesa come sorgente viva né a uno progressista vivere, gioia per la creazione, di tutta la verità salvifica e per la fede e per la Chiesa. di tutta la morale. Con il suo gettare ponti verso le origini Solo la gioia come dono delSu questa base Trento ha è costruttore del futuro lo Spirito Santo (Romani, 14, introdotto un rinnovamento 17; 15, 13 e seguenti), la gioia della Chiesa e in uno dei di una «evangelizzazione suoi primi decreti di riforcon Spirito» (Evangelii gau- ma ha indicato la predicadium, 259-261) può portare a zione come compito principale del vescovo. resistenze. Così, il discorso del Papa sul vanun nuovo inizio. Poiché Dio San Carlo Borromeo, considerato il modello gelo ha anche inquietato molti. Papa FranceAnticipiamo stralci dal libro del è il bene supremo, è tutto in del vescovo riformatore post-tridentino, è dipresidente emerito del Pontificio sco parla molto del vangelo, ma sorprendentutti e tutto dona, secondo ventato in questo per Angelo Roncalli, il fuConsiglio per la promozione dell’unità temente poco della dottrina della Chiesa. Tommaso la gioia nascerà turo Papa Giovanni XXIII, il modello certadei cristiani Papa Francesco. La Perciò molti si chiedono: Che cosa pensa come pienezza globale rivoluzione della tenerezza e dell’amore. mente anche della sua idea di concilio. della dottrina della Chiesa? Vuole addirittudell’uomo dall’amore di Dio. Radici teologiche e prospettive pastorali Durante il concilio Vaticano II, a ogni sesCon questo approccio Papa sione il libro dei vangeli veniva intronizzato (Brescia, Editrice Queriniana, 2015, Francesco si muove all’intersolennemente di fronte ai padri conciliari pagine 134, euro 13) che esce il 19 no di una grande tradizione. riuniti; il vangelo doveva avere il primo pofebbraio. Nella storia della Chiesa il sto. Il concilio ha poi rimesso la parola di vangelo è stato sullo sfondo Dio predicata e vissuta al centro della vita di molti movimenti di rinnodella Chiesa (Dei Verbum 7; 21-26; Lumen vamento, a partire dal monagentium, 23-25). Nella Evangelii nuntiandi chesimo antico fino ai movi(1975), Paolo VI ha indicato l’evangelizzaziotutto, può donare (Evangelii gaudium, 4s.; menti di riforma del medioevo. Il più conone come la missione essenziale della Chiesa, 265). sciuto è il movimento evangelico di san anzi come la sua più profonda identità Già i primi paragrafi della Evangelii gau- Francesco d’Assisi e di san Domenico. Fran(Evangelii nuntiandi, 14) e ha parlato della dium mostrano che la gioia del vangelo non cesco, insieme ai suoi fratelli, ha voluto semnecessità dell’autoevangelizzazione della consiste in primo luogo nel superamento di plicemente vivere il vangelo sine glossa, senza Chiesa (Evangeli nuntiandi 15). Giovanni un’ingiustizia sociale, per quanto ciò, come togliervi e senza aggiungervi nulla (cfr. Paolo II, in numerose allocuzioni e in modo mostrano paragrafi successivi, stia a cuore a Evangelii gaudium, 271). Da questo movi- sintetico nell’enciclica missionaria RedemptoPapa Francesco. mento evangelico di allora provengono i due ris missio (1990), ha sviluppato il programma L’approccio va più in profondità. Si tratta più importanti teologi del medioevo, Tom- di una nuova evangelizzazione. Benedetto della mancanza di gioia e di slancio, del maso d’Aquino (1225-1274) e Bonaventura XVI ha riproposto tale esigenza nella lettera vuoto interiore e della solitudine della perso- (1221-1274). apostolica Porta fidei (2011) e con quella per na chiusa in se stessa e del suo cuore comoNella Summa della teologia di Tommaso il sinodo dei vescovi nel 2012. Il frutto di do e avaro (Evangelii gaudium, 1s.). Il cuore d’Aquino si trova un articolo di sorprenden- questo sinodo è recepito in molti passi della chiuso su se stesso (cor incurvatum) è, sia in te originalità sulla nuova legge del vangelo, esortazione apostolica Evangelii gaudium (1; Agostino che in Martin Lutero, un noto mo- a cui Papa Francesco fa riferimento esplicito 14s.; 262-283). Così, l’evangelizzazione è ditivo per descrivere la situazione dell’uomo nella Evangelii gaudium (nn. 37; 43). In esso ventata il programma pastorale della Chiesa, non ancora liberato. A questo si riallaccia Tommaso sostiene che il vangelo non è una anche e proprio con Papa Francesco. Papa Francesco con il suo discorso sull’autorefe- legge scritta, non un codice di dottrine e Francesco si colloca in una tradizione che rirenzialità. In definitiva, il suo approccio alla precetti, bensì il dono interiore dello Spirito sale fino agli inizi, specialmente nella tradimancanza di gioia e di entusiasmo risale a Santo, che ci viene dato con la fede e che zione dei suoi immediati predecessori. Allo ciò che, dai primi padri del deserto e fino a opera nell’amore. stesso tempo egli è immerso nel presente del Tommaso d’Aquino, è considerato il peccato Solo secondariamente documenti e pre- nostro tempo. Nelle aporie del presente, inradicale e la tentazione originaria dell’essere scrizioni fanno parte di esso; essi devono in- fatti, la modernità rischia in Occidente di fiumano: l’acedia, l’inerzia del cuore, la forza dirizzarci al dono della grazia o portarla a nire postmodernamente nel nulla, mentre di gravità che attira in basso, la pesantezza, nel sud del mondo le conMarc Chagall, «La passeggiata» (1917-1918) la nausea delle cose spirituali, che porta alla seguenze economiche hantristezza di questo mondo (II Corinzi, 7, 10; no effetti mortali per milioPer Francesco è la parola di Dio cfr. Evangelii gaudium, 1s.; 81). ni di persone. In questa siQuesta analisi del tempo presente non è, tuazione molti cercano ra contrapporre vangelo e dottrina, come ha dere di nuovo il vangelo tutt’intero nella sua nella Chiesa vitalmente in realtà, un insieme di pensieri benintenzioun’alternativa, e la trovano fatto la teologia liberale? Naturalmente Papa bellezza interiore, e far sì che torni a risplenpredicata e creduta, celebrata e vissuta nati e pii, ma poco convincenti. Papa Fransempre di più nei movimenFrancesco non vuole fare propria questa dere (Evangelii gaudium, 237). cesco non è solo in questo sforzo di analisi. ti evangelicali. Alcuni osserÈ la parola della gioia Papa Francesco non vuole rivoluzionare la concezione liberale. Al contrario, il vangelo Analisi analoghe si trovano in molti pensatovatori hanno individuato nel senso di una sovrabbondante pienezza di vita è, come aveva già detto il concilio di Trento, fede e la morale, vuole interpretare fede e ri importanti e influenti dell’ultimo secolo. questa tendenza evangelicaGià Søren Kierkegaard e poi, in modo dile anche nella Chiesa catto- la fonte da cui sono scaturite le dottrine. morale a partire dal vangelo. Conformemenche solo Dio, che è tutto in tutto, può donare Ciò non è per Francesco soltanto una con- te al carattere kerygmatico del vangelo, egli verso, Romano Guardini hanno parlato della lica del XXI secolo. malinconia, Martin Heidegger dell’angoscia Papa Francesco ha com- statazione storica. Dalla constatazione stori- lo fa non in un linguaggio dottrinale astratcome stato d’animo di fondo, Jean-Paul Sarpreso questo battito del ca consegue piuttosto che si deve interpreta- to, ma in un linguaggio semplice, e però cotre della nausea dell’uomo d’oggi. effetto; essi non hanno però alcun significa- cuore della Chiesa attuale. Egli non sostiene re la dottrina alla luce del vangelo. Papa municativo e dialogico non semplificante, Friedrich Nietzsche ha descritto ironica- to autonomo in ordine alla comunicazione una posizione liberale, ma una posizione ra- Francesco trae questa conseguenza. Egli ri- che interpella le persone e le coinvolge. Comente “l’ultimo uomo”, che si accontenta della grazia, cioè nessun ruolo giustificante. dicale, nel senso originario della parola, os- chiama di nuovo alla coscienza il principio, sì, egli non rinuncia a nulla quanto a dottridella piccola banale felicità, per il quale pe- Con questa teologia del vangelo Tommaso sia che ritorna alle radici (radix). Il ritorno riaffermato dal concilio Vaticano II, della ge- na; in questo modo può piuttosto dire che la rò non brilla più alcuna stella: «Che cos’è d’Aquino e Martin Lutero sono tra loro mol- all’origine non è tuttavia un ripiegamento rarchia delle verità. In tal modo chiede che fede è sempre una sorgente fresca e rinfrel’amore? E la creazione? E il desiderio? Che to più vicini di quanto sembri a prima vista. sullo ieri e sull’altro ieri, ma una forza per le molte e multiformi verità vadano interpre- scante (Evangelii gaudium, 11) e una verità cos’è una stella? — così si chiede l’ultimo uo- Anche per Martin Lutero il cristianesimo un inizio coraggioso rivolto al domani. Con tate a partire dal loro fondamento e dal loro mai fuori moda (Evangelii gaudium, 265). mo, e strizza l’occhio». Lucidamente, sulla non è una religione del libro, come invece si il suo programma evangelico egli si rifà al centro cristologico (Unitatis redintegratio, 11; Egli può convincere i credenti della bellezza base di molte citazioni e osservazioni, ha è spesso inteso nella successiva storia del messaggio originario della Chiesa appunto Evangelii gaudium, 36). Questa dottrina non della fede e incoraggiarli a una vita gioiosa evidenziato la mancanza di gioia dell’uomo protestantesimo appellandosi alla «sola come il bisogno fondamentale del presente, è nuova. Già Tommaso d’Aquino aveva mes- in virtù della fede. Il libro L’OSSERVATORE ROMANO pagina 6 giovedì 19 febbraio 2015 Lettera pastorale della Church of England in vista delle elezioni di maggio Chi è il mio prossimo? LONDRA, 18. Un deciso rinnovamento della politica, con una «fresca visione morale del tipo di Paese che vogliamo essere». È quanto chiede la Church of England in vista delle elezioni generali del 7 maggio prossimo. Un appello, che la stampa britannica definisce senza precedenti, contenuto in una lettera pastorale di 52 pagine, intitolata «Chi è il mio prossimo?». Quasi un atto d’accusa che la House of Bishops rivolge non ai singoli partiti, ma alla cultura politica del Paese, definita quasi fallimentare, e formulato alla vigilia di quelle che si presentano come le elezioni più incerte della storia del Regno Unito, anche per la presenza accreditata nei sondaggi di movimenti antieuropeisti e regionali che rivendicano autonomia. «C’è una profonda contraddizione — scrivono i presuli anglicani — negli atteggiamenti di una società che celebra l’uguaglianza in linea di principio, ma ancora tratta alcune È morto a Parigi il padre domenicano Pedro Meca Compagno della notte PARIGI, 18. Il suo nome resterà indissolubilmente legato all’associazione Les compagnons de la nuit (I compagni della notte) e al centro La Moquette, aperto nel 1992 a Parigi, in rue Gay-Lussac, per ospitare, la sera fino a mezzanotte e mezza, clochard e senza fissa dimora, incontrandoli, ascoltandoli. È morto ieri a Parigi, all’età di ottant’anni, padre Pedro Meca Zuazu, domenicano, uno dei “preti di strada” più conosciuti in Francia. A darne notizia lo stesso ordine domenicano: «Con tristezza annunciamo la morte di padre Pedro Meca, compagno della notte per quelli che non hanno niente. Un mendicante». Nato a Pamplona, in Spagna, Meca — ricorda il quotidiano «la Croix» in un breve ritratto — entrò a 21 anni tra i Frati predicatori. Militò contro Franco a fianco dei rifugiati baschi, poi fu barista-lavoratore sociale al «Cloître», locale aperto per iniziativa dell’abbé Pierre. Conobbe la miseria, tra la gente. Decise di porsi in prima linea per creare relazioni sociali più umane. Nacque così La Moquette, associazione dove i senzatetto trovarono non solo rifugio e ascolto ma vennero coinvolti in dibattiti, conferenze, presentazioni di libri, feste. Nell’ottobre 2005 padre Pedro prese la pensione di lavoratore sociale ma, pur diradando le “uscite”, non abbandonò mai i suoi amici di strada. Capelli lunghi, berretto basco in testa, folta barba bianca, Meca amava ripetere di non voler morire come “padre fondatore”: «Dio ama tut- Il Centro Papa Francesco per i giovani a Betlemme BETLEMME, 18. È stata benedetta martedì, a Betlemme, la posa della prima pietra del Centro “Papa Francesco” per i giovani. La struttura sorgerà a Beit Jala, a 1,5 chilometri dalla basilica della Natività di Betlemme. Il progetto prevede il ripristino di un edificio storico un tempo chiamato «Casa per studenti Santa Teresa», e la costruzione di un’ala di tre piani. Al suo interno sarà realizzato un centro di accoglienza per i giovani, ai quali verrà garantito uno spazio per attività e riunioni. È prevista, inoltre, la costruzione di 56 camere per i giovani pellegrini, una sala da pranzo, una sala per le riunioni, una cappella e altri spazi esterni. La benedizione della prima pietra è stata presieduta dal patriarca di Gerusalemme dei Latini, Fouad Twal. Alla cerimonia erano presenti, tra gli altri, i vescovi ausiliari di Gerusalemme, monsignor William Hanna Shomali e monsignor Giacinto-Boulos Marcuzzo. ti perché vede in ognuno qualcosa di bello. Io cerco di vedere qualcosa di bello in colui che è distrutto dall’alcol, dalla droga, dai fallimenti della vita». persone, specialmente i poveri e i vulnerabili, come indesiderati». Di qui l’invito ad affrontare chiaramente nel dibattito preelettorale alcuni temi cruciali come l’economia, il welfare, l’immigrazione, la guerra, lo sviluppo internazionale. Nelle parole dei vescovi anche un appello convinto per una partecipazione al voto, contrastando così quei settori dell’opinione pubblica che facendo gioco sul malcontento popolare dipingono come «inutile» il ricorso alle urne e spingono sull’astensionismo. «Vogliamo incoraggiare le persone ad impegnarsi più profondamente con la politica», ha spiegato alla Bbc il vescovo anglicano di Leicester, Tim Stevens. La lettera pastorale, rivolta ai fedeli e alle parrocchie, incoraggia dunque i membri della Church of England a impegnarsi nel processo politico prima delle elezioni generali, mettendo da parte l’interesse personale e a votare per il «bene comune». Infatti, «il privilegio di vivere in una democrazia significa dover usare il nostro voto in maniera meditata per il bene degli altri». In questo senso, si sottolinea che «siamo ormai così abituati a credere che l’interesse personale debba guidare ogni nostra decisione, da rendere necessario un salto di fantasia per immaginare la presenza di una istituzione che tuteli anche coloro che sono in disaccordo con noi». Proprio in questo contesto i vescovi stigmatizzano una cultura politica ormai «quasi moribonda». Nel documento anche la difesa del diritto della Church of England di intervenire sulla scena politica: «Non è possibile separare il modo con cui una persona percepisce il suo posto nell’ordine del creato dalle sue credenze religiose». Dal cardinale Raï esortazione ai maroniti Una Quaresima di solidarietà con i cristiani perseguitati BKERKÉ, 18. I cristiani sono invitati a dare prova di solidarietà, ricordando anche che, secondo la dottrina della Chiesa, «su ogni proprietà privata grava sempre un’ipoteca sociale». Nel messaggio per la Quaresima — del quale il quotidiano libanese in lingua francese «L’O rient-Le Jour» offre una sintesi — il patriarca di Antiochia dei Maroniti, cardinale Béchara Boutros Raï, esorta i fedeli a dar prova di generosità e a rispondere, secondo i propri mezzi, agli immensi bisogni dei «fratelli cacciati dalle loro case e spinti all’esodo dalla guerra», e che si trovano ora in Libano, in Siria, in Iraq, in Egitto, in Terra Santa. Il porporato sottolinea al riguardo che Caritas Libano è un organo ufficiale della pastorale sociale della Chiesa e che la sua principale campagna di raccolta fondi si tiene proprio durante il periodo quaresimale. Il patriarca cita il messaggio del Papa per la Quaresima, sottolineando la necessità di scuotere l’indifferenza di fronte ai mali del mondo. Alcune settimane fa, il cardinale Raï aveva dichiarato che anche la povertà e la privazione «stanno destabilizzando» il Vicino oriente, perché «non ci può essere pace dove c’è sottosviluppo». E aveva richiamato l’attenzione su fattori fondamentali e spesso dimenticati dei conflitti che destabilizzano l’area, dove le fazioni jihadiste guadagnano spazio anche in virtù delle risorse finanziarie con cui riescono a stipendiare nuovi combattenti arruolati nelle proprie file. A fine gennaio, i patriarchi e i capi delle Chiese cristiane d’Oriente, riuniti a Bkerké nella sede del Patriarcato maronita, avevano invece sottolineato che le guerre che devastano l’area medioorientale, a partire da Siria e Iraq, avranno termine solo quando verrà interrotto il flusso di armi e denaro indirizzato verso fazioni armate e gruppi terroristici da parte di alleati e sponsor regionali e internazionali. La diocesi di Cádiz y Ceuta chiede il rispetto dei diritti dei migranti In nome della giustizia con la Chiesa di Tangeri CEUTA, 18. «Con la Chiesa di Tangeri uniamo la nostra voce a quella di coloro che, in nome della giustizia, chiedono il rispetto dei diritti di quanti, per mancanza di documenti, sono considerati irregolari, illegali o clandestini. I migranti sono nati liberi e uguali a noi in dignità e diritti. Questi nostri fratelli hanno diritto alla vita e le leggi li costringono a rischiare di perderla quando cercano l’opportunità di un futuro migliore». Sono le prime righe di un documento con cui la diocesi spagnola di Cádiz y Ceuta — che comprende la parte meridionale della provincia di Cadice, nel sud della penisola iberica, e l’enclave spagnola di Ceuta in Marocco — denuncia la gravità della situazione Campagna di lotta alla povertà Manos Unidas per il sud del mondo MADRID, 18. È dedicata alla lotta contro la povertà la campagna promossa nel 2015 da Manos Unidas, l’organizzazione caritativa della Chiesa cattolica in Spagna, che nei giorni scorsi ha celebrato la sua Giornata nazionale. Accompagnata dallo slogan «Lottiamo contro la povertà», la nuova campagna potrà contare sulle collette delle diocesi spagnole, il cui ricavato verrà devoluto in favore di oltre mille progetti di sviluppo in più di sessanta Paesi del mondo. Solo nel corso del 2014, l’organizzazione ha approvato 608 nuovi progetti destinando un importo di quasi 47 milioni di euro a iniziative di cooperazione. La nuova campagna intende riassumere il lavoro compiuto negli ultimi otto anni, nell’ambito degli Obiettivi di sviluppo del millennio, e mira ad aprire nuovi percorsi nella lotta alla povertà. La presidente di Manos Unidas, Soledad Suárez Miguélez, ricordando che «nel 2015 le Nazioni Unite ratificheranno gli Obiettivi di sviluppo sostenibile», evidenzia che la nuova campagna è un appello «alla società spagnola di uno sforzo in più, un impegno che realmente funzioni e permetta di offrire opportunità a milioni di persone “invisibili”, private dei loro diritti ed escluse nel processo decisionale sempre a beneficio dei potenti contro coloro che hanno meno». La campagna potrà contare anche sulle esperienze di due testimonial: Jorge Crisafulli, missionario argentino, superiore provinciale dei salesiani nella provincia anglofona dell’Africa occidentale, e madre Caridad Paramundayil, missionaria in India. alla frontiera, in particolare nelle città autonome spagnole di Ceuta e Melilla. «Denunciamo l’aberrazione giuridica» costituita dalla nuova legge organica di pubblica sicurezza, approvata dal Congresso in Spagna, che consente le cosiddette espulsioni sommarie «degli stranieri che hanno attraversato illegalmente la frontiera di Ceuta e Melilla; la legge discrimina ed esclude dalla protezione proprio quegli stranieri che sono in pericolo». La situazione nel sud della Spagna sta diventando di giorno in giorno sempre più tesa a causa dei continui tentativi di ingresso da parte di gruppi di immigrati africani. Secondo l’Associazione pro-diritti umani Andalucia, attraverso la frontiera sud, nel 2014 sono entrate in Spagna 11.146 persone, cioè 3.596 in più rispetto all’anno precedente. Oltre 20.000 persone, sempre nel 2014, hanno tentato di superare in territorio africano l’alta rete di separazione di Ceuta e Melilla, ma solo 2.300 sono riusciti nell’impresa. Per la diocesi spagnola, l’attuale legislazione «nega l’uguaglianza delle persone, nega ai migranti il diritto di essere ascoltati pubblicamente da un tribunale, e li condanna a punizioni che consideriamo crudeli per gli animali. Le leggi di un popolo danno la misura della sua umanizzazione. Il nostro modo di trattare gli immigrati oggi, piaccia o no, lascerà il segno nella nostra storia». Di qui l’appello: «a nome dei migranti, chiediamo al popolo spagnolo di non permettere di sporcare la propria storia con l’iniquità della sofferenza straziante causata a migliaia di innocenti». A Houston l’incontro annuale della Christian Churches Together in the Usa Il dono dell’immigrazione «La Chiesa deve valorizzare il ruolo dei migranti a sostegno del popolo di Dio nella trasformazione della società contemporanea negli Stati Uniti»: con queste parole il reverendo presbiteriano Carlos Malavé ha sintetizzato il messaggio conclusivo dell’incontro annuale della Christian Churches Together (Cct) negli Stati Uniti, dedicato al tema Immigrant Faith Communities and the Future of the Churches in the Usa. Si tratta di un argomento in questi giorni particolarmente caldo nel Paese nordamericano, dove la riforma dell’immigrazione alimenta accesi dibattiti. Commentando gli esiti della riunione conclusasi la settimana scorsa a Houston, in Texas, Malavé, direttore esecutivo del ramo statunitense della Cct, ha posto l’accento su come la nuova immigrazione, che per la maggior parte è di tradizione cristiana, stia cambiando radicalmente le comunità religiose del Paese, con conseguenze immediate e profonde nella vita culturale e politica di tutta la società. Da un punto di vista ecumenico, se- condo il reverendo Malavé è centrale, per un ulteriore sviluppo del dialogo ecumenico, che i cristiani sappiano trovare delle strade per affrontare insieme i temi della povertà, della fame, dell’immigrazione e della riconciliazione, per contribuire non solo al superamento dello scandalo della divisione ma anche per favorire la costruzione di una società fondata sui valori cristiani. Si tratta di un compito che, come è stato ricordato in vari interventi ascoltati a Houston, deve vedere la Christian Churches Together impegnata in prima persona per rafforzare la missione della Chiesa nella società statunitense in uno spirito di fedeltà a quella «vocazione ecumenica» che ha caratterizzato la Cct fin dalla sua fondazione, nel 2001. I cristiani dovrebbero trovare delle forme per far sentire la loro voce sul valore dell’immigrazione nella società, anche in vista delle prossime elezioni presidenziali, mostrando di quante ricchezze spirituali siano portatori coloro che giungono negli Stati Uniti, spesso alla ricerca di un lavoro. La presenza degli immigrati nelle comunità cristiane costituisce un elemento di rinnovamento e di arricchimento, come è stato sottolineato da Daniel Groody, sacerdote cattolico, che ha citato Papa Francesco e le più recenti dichiarazioni dei vescovi statunitensi. L’incontro fra tradizioni spirituali e liturgiche diverse, che si richiamano spesso alla confessione cristiana, rappresenta una sfida e insieme contribuisce alla comprensione di cosa significhi per i cristiani partecipare alla costruzione dell’unità visibile della Chiesa (riccardo burigana). L’OSSERVATORE ROMANO giovedì 19 febbraio 2015 pagina 7 Nei saluti all’udienza generale l’appello di Papa Francesco Pace per l’Ucraina Pace per l’Ucraina, per il Medio oriente e per il Nord Africa, in particolare per la Libia. Le aree di conflitto più calde nel mondo sono state al centro delle preoccupazioni espresse dal Papa nei saluti ai gruppi di fedeli presenti all’udienza generale di mercoledì 18 febbraio, in piazza San Pietro. Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua francese, in particolare alla parrocchia caldea di Pantoise e ai numerosi giovani. Siccome comincia il tempo della Quaresima, vi invito a riscoprire di nuovo la bellezza della fraternità, a viverla e ad espanderla intorno a voi. Che Dio vi benedica! Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente quelli provenienti da Inghilterra, Giappone e Stati Uniti d’America. Su voi e sulle vostre famiglie invoco la gioia e la pace nel Signore Gesù. Dio vi benedica! Un sentito benvenuto ai pellegrini di lingua tedesca e di lingua neerlandese. Saluto in particolare il gruppo di studenti di diritto canonico provenienti da Monaco di Baviera e Augsburg, nonché la Confraternita della Beata Maria Vergine di Maastricht accompagnata dal Vescovo Mons. Frans Wiertz. A tutti auguro una visita fruttuosa a Roma, la città dei santi e dei fedeli di tutto il mondo. Il Signore vi protegga sempre sul vostro cammino. Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a los numerosos jóvenes, así como a los grupos provenientes de España, Chile, Argentina y otros países latinoamericanos. Pidamos al Señor que en esta Cuaresma, que hoy iniciamos, bendiga a las familias y su generosa entrega. Que en ellas aprendamos a ser siempre hermanos. Muchas gracias. Carissimi pellegrini di lingua portoghese, benvenuti! Nel salutarvi tutti, specialmente i fedeli di Nogueiró e gli studenti e i professori dell’«Agrupamento de Escolas de Vi- Gruppi di fedeli in piazza San Pietro All’udienza generale di mercoledì 18 febbraio, in piazza San Pietro, erano presenti i seguenti gruppi. Da diversi Paesi: Fratelli del Sacro Cuore. Dall’Italia: Seminaristi della Diocesi di Taranto; Gruppi di fedeli dalle Parrocchie: San Pietro, in Zevio; Santissimo Nome di Maria, in Castel d’Azzano; San Zeno in Santa Maria Assunta, in Cerea; Santissimo Redentore, in Caselle di Sommacampagna; Santa Margherita, in Schiavon; San Giovanni Battista, in Longa; San Giorgio, in Poleo di Schio; San Martino, in Sottomarina; Duomo di Monselice; San Lorenzo, in Pozzolengo; Madonna delle rose, in Torino; San Lorenzo, in Cavour; San Giovanni Battista, in Magione; Santa Maria Assunta, in Poli- rodzicami; grupy turystyczne z Tokarni i Opola; pielgrzymi indywidualni. De France: Groupe de pèlerins du diocèse de Versailles; paroisse Immaculée Conception, de Paris; paroisse Saint-Nicolas, de Montmerle-sur-Saône; paroisse chaldéenne Saint-Thomas, de Pontoise; aumônerie des lycéens de Périgueux et Bergerac; groupe de lycéens, de Créteil; groupe de jeunes scouts d’Europe, de Triel-sur-Seine; groupe Jubilate Deo, de Nancy. From England: Pilgrims from the following parishes: Immaculate Conception, London; St Augustine of Canterbury, Meir, Stoke on Trent; Students and staff from: Corpus Christi Catholic College, Leeds; Magdalen College School, Oxford; St Augustine Catholic College, Trowbridge, Wilt- School, New York; Mount St Charles Academy, Woonsocket, Rhode Island. Aus der Bundesrepublik Deutsch- land: Pilgergruppen aus den Pfarrgemeinden St. Andreas, Babenhausen; St. Lambertus, Düsseldorf; St. Anastasius, Erlach; Pfarreiengemeinschaft Fremdingen; St. Birgitta, Gnadenberg; St. Martin, Stuttgart; Mariä Himmelfahrt, Weildorf; Pilgergruppen aus Aalen; Bösingen und Umgebung; Donnersdorf und Traustadt; Emmendingen; Rottweil; Behindertenseelsorge Bistum Mainz; Studierende des Kirchenrechts der Universitäten München und Augsburg; Ehemalige Lehrer der Hauptschule Oberroning, Mallersdorf; Leserreise Traunsteiner Tagblatt; Ministranten aus dem Pfarrverband Perlesreut-Fürsteneck, St. Andreas / St. Johannes Baptist, Perlesreut; KPE-Pfadfinder aus der Pfarrei Hl. Maria Goretti, Mühldorf a. Inn; seu», vi incoraggio a scommettere su ideali grandi, ideali di servizio che allargano il cuore e rendono fecondi i vostri talenti. Fidatevi di Dio, come la Vergine Maria! Volentieri benedico voi e i vostri cari. Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dalla Terra Santa, dall’Iraq e dal Medio Oriente. Gesù ha illuminato, con l’incarnazione, l’esperienza della fraternità umana, aprendo i suoi orizzonti ad accogliere ogni uomo, specialmente i più bisognosi e poveri. Egli ha istituito la fraternità che oltrepassa ogni ostacolo di colore, di lingua e di cultura per abbracciare tutti gli uomini quando ci ha insegnato a rivolgerci a Dio chiamandoLo “Padre nostro”! Il Signore vi benedica e vi protegga tutti dal maligno! Do il mio benvenuto ai pellegrini polacchi. Nello spirito dell’odierna catechesi ancora una volta incoraggio voi tutti a ricordare che la famiglia, le comunità di persone unite dall’amicizia, le parrocchie, gli ambienti di lavoro, sono importanti luoghi per stringere legami fraterni. La ricchezza delle vostre amicizie, le buone relazioni reciproche, la sollecitudine per il prossimo s’irradino sugli altri, affinché, grazie alla vostra esperienza, crescano nello spirito di carità evangelica, di dedizione e di solidarietà con i fratelli. Sia lodato Gesù Cristo. Uit het Koninkrijk der Nederlan- Saluto cordialmente i Vescovi dell’Ucraina, Слава Ісусу Христу! (Sia lodato Gesù Cristo!) venuti in visita “ad limina”, come pure i pellegrini delle diocesi che li accompagnano. Fratelli e sorelle, so che tra le tante altre intenzioni che portate alle Tombe degli Apostoli c’è la richiesta della pace in Ucraina. Porto nel cuore lo stesso desiderio e mi unisco alla vostra preghiera, perché al più presto venga la pace duratura nella vostra patria. Dio vi benedica! Uit het Koninkrijk België: Heiliger Do un cordiale benvenuto ai pellegrini provenienti dalla Slovacchia. I bravi difensori della famiglia! Particolarmente ai delegati dei movi- Aus der Republik Österreich: Pilgergruppen aus den Pfarren: Maria am Berg, Hallstatt; Maria zu den drei Feichten, Hitzendorf; Mariä Himmelfahrt, Linz; Pilger aus Neumarkt in der Steiermark; St. Oswald bei Haslach. Aus der Provinz Bozen - Republik Italien: Jugendgruppe aus der Pfarre Maria Himmelfahrt, Meran; Kulturreisegruppe aus Südtirol. den: Pelgrimsgroep uit het Broederschap van Onze Lieve Vrouw Basiliek uit Maastricht in begleidung van bisshop Franz Wiertz. menti e delle associazioni di fedeli laici. Fratelli e sorelle, l’Apostolo Paolo invita: «Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio». Sentiamo all’inizio del Tempo di Quaresima questo richiamo rivolto personalmente a ciascuno di noi e mettiamolo in pratica con generosità. Con affetto vi benedico. Sia lodato Gesù Cristo! Vorrei invitare ancora a pregare per i nostri fratelli egiziani che tre giorni fa sono stati uccisi in Libia per il solo fatto di essere cristiani. Il Signore li accolga nella sua casa e dia conforto alle loro famiglie e alle loro comunità. Preghiamo anche per la pace in Medio Oriente e nel Nord Africa, ricordando tutti i defunti, i feriti e i profughi. Possa la Comunità internazionale trovare soluzioni pacifiche alla difficile situazione in Libia. Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare saluto le Suore Catechiste Rurali del Sacro Cuore con l’Associazione “Zambia per la Vita” e il Presidio riabilitativo “Villa Maria” di Monticello Conte Otto. Il mio pensiero va ai giovani del Rinnovamento Carismatico Cattolico Internazionale, che oggi, in diverse parti del mondo, si raccolgono in preghiera per l’ora di adorazione eucaristica. Mi unisco spiritualmente a loro nell’esprimere apprezzamento per questa iniziativa ed auspico che le nuove generazioni possano andare sempre più incontro a Cristo. Saluto i giovani, gli ammalati e gli sposi novelli. La Quaresima è un tempo favorevole per intensificare la vostra vita spirituale: la pratica del digiuno vi sia di aiuto, cari giovani, per acquisire padronanza su voi stessi; la preghiera sia per voi, cari ammalati, il mezzo per affidare a Dio le vostre sofferenze e sentirne la sua presenza amorevole; le opere di misericordia, infine, aiutino voi, cari sposi novelli, a vivere la vostra esistenza coniugale aprendola alle necessità dei fratelli. Buona Quaresima a tutti! Lutti nell’episcopato Monsignor Antonio Lanfranchi, arcivescovo di Modena-Nonantola, in Italia, è morto alle 13.30 di martedì 17 febbraio, all’età di 68 anni, a seguito di una grave malattia che lo aveva colpito nel maggio scorso. Il compianto presule era nato in Grondone di Ferriere, diocesi di Piacenza-Bobbio, il 17 maggio 1946 ed era stato ordinato sacerdote il 4 novembre 1971. Eletto alla sede residenziale di CesenaSarsina il 3 dicembre 2003, aveva ricevuto l’ordinazione episcopale l’11 gennaio 2004. Promosso a Modena-Nonantola il 27 gennaio 2010, era stato membro della Commissione episcopale della Cei per l’evangelizzazione dei popoli e la cooperazione tra le Chiese e vicepresidente dei vescovi dell’Emilia-Romagna. Le esequie saranno celebrate giovedì 19 febbraio alle ore 15 nella cattedrale modenese dal cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna. Monsignor Joseph Devellerez Thaung Shwe, vescovo emerito di Pyay, è morto in Myanmar martedì 17 febbraio, verso le 6 del mattino, dopo un periodo di ricovero ospedaliero a Yangon. Il compianto presule era nato il 10 ottobre 1935 a Pike Kyone, nell’arcidiocesi di Mandalay, ed era stato ordinato sacerdote il 10 gennaio 1961. Eletto alla sede residenziale di Prome il 2 ottobre 1975, aveva ricevuto l’ordinazione episcopale il 2 febbraio 1976. Il 3 dicembre 2010 aveva rinunciato al governo pastorale della diocesi che dall’8 ottobre 1991 aveva mutato nome in Pyay. Le esequie saranno celebrate giovedì 19 febbraio nella cattedrale dedicata a Saint Paul dal cardinale Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon. Josef, Arendonk. gnano a Mare; San Tammaro, in Grumo Nevano; Soci dei Lions Club di Pistoia; Soci del Rotary Club di Roma Mediterraneo; Associazione Gruppo Zambia per la vita; Associazione europea per i diritti dell’uomo; Associazione italiana assistenza spastici, di Novi Ligure; Associazione Noi del Tosi, di Busto Arsizio; Associazione volontari Serostuni, di Ostuni; Associazione la carovana del sorriso, di Lecco; Sindacato Fioristi della Provincia di Ragusa; Presidio riabilitativo «Villa Maria», di Monticello Conte Otto; Gruppi Scout da Gorizia, e da Celico; Gruppi di studenti: Istituto Verga, di Gela; Istituto Prealpi, di Saronno; Istituto Taddeo da Sessa, di Sessa Aurunca; Istituto Fermi, di Catanzaro; Istituto alberghiero, di Margherita di Savoia; Scuola media, di Rovereto in Piano; Scuola Palmieri - San Giovanni Bosco, di San Severo; Scuola L’Arca, di Legnano; Scuola Don Luigi Monza, di Cislago; Scuola Santa Dorotea, di Thiene; Scuola Cesare Baronio, di Roma; Scuola elementare, di Pedrengo; Circolo didattico, di Mondragone; Gruppi di fedeli da Sant’Antimo; Roveredo in Piano. Dalla Svizzera: Zona pastorale Valle Verzasca e Piano. Coppie di sposi novelli. Gruppi di fedeli da: Slovacchia; Croazia; Ungheria; Fedeli dall’Ucraina, in occasione della Visita “ad Limina” della Conferenza Episcopale Ucraina. I polacchi: Pielgrzymi z parafii Narodzenia Najświętszej Maryi Panny z Ponieca; pielgrzymka Zgromadzenia Sióstr Franciszkanek Rodziny Maryi; drużyna Rugby na Wózkach Flying Wings z Rzeszowa; nauczyciele z Alwerni; dzieci z Polskiej Szkoły im. św. Jana Pawła II z Arcueil koło Paryża z shire; St Robert of Newminster High School, Washington, Tyne and Wear. From Japan: Pilgrims from the Province of Tokushima. From the United States of America: Pilgrims from the following parishes: St Bernadette, Fall River, Massachusetts; Visitation of the Blessed Virgin, Vienna, Missouri; Pilgrims from the U.S. Naval Base, Naples, Italy; A group of lay people accompanied by a Sister of Loretto; Students and faculty from: Duquesne University, Pittsburgh, Pennsylvania; Paramus Catholic High School, New Jersey; St Anthony High De España: Parroquia San Pío X, de Orense; Parroquia San Martín, Moana; Parroquia Santa María del Puerto de Marín, Pontevedra; Unidad pastoral Ensanche, Ferrol; Colegio de la Inmaculada Concepción, de Gijón; Colegio Nuestra Madre del buen consejo, de León; Instituto Gaspar Lax, de Sariñena; Instituto Máximo Laguna, Santa Cruz de Mudela; Instituto Eladio Cabañero, Tomelloso; Instituto Peñacorada, de León; Instituto Maestro Juan Rubio, de La Roda. Presa di possesso del cardinale De Magistris La Chiesa di Modena–Nonantola, unitamente ai familiari, affida al Signore Risorto l’anima del suo amato Arcivescovo De Argentina: grupos de peregrinos. De Chile: Students of St. George’s College, de Santiago. S.E. Mons. Do Portugal: Agrupamento de escolas zona urbana de Viseu; Paroquia de Nogueiro. ANTONIO LANFRANCHI di anni 68 deceduto martedì 17 febbraio 2015. Mentre ringrazia il Padre per il dono di questo Pastore buono e fedele, invita alla celebrazione di commiato che si terrà nella Basilica Metropolitana di Modena giovedì 19 febbraio 2015 alle ore 15. Messa per i dipendenti vaticani Liberi dal male Viviamo in tempi di guerra a causa del male che è presente nel mondo. E questa presenza è frutto di una vita senza Dio, perché chi si allontana da Dio non prega, mentre i cristiani devono pregare come Gesù ha insegnato. Lo ha raccomandato il cardinale Angelo Comastri ai dipendenti della Città del Vaticano che nella basilica di San Pietro hanno partecipato alla consueta concelebrazione eucaristica del mercoledì delle Ceneri. Nella mattina del 18 febbraio, all’altare della Cattedra, con il porporato hanno concelebrato, tra gli altri, l’arcivescovo Rizzato, già elemosiniere di Sua Santità, i ve- scovi Vérgez Alzaga, segretario generale del Governatorato, Lanzani, presidente della Fabbrica di San Pietro, e Corbellini, presidente dell’Ufficio del lavoro della Sede Apostolica, con sacerdoti che svolgono il loro ministero in Vaticano. All’omelia il cardinale ha proposto una riflessione sul Padre Nostro, soffermandosi in particolare sulla richiesta di liberazione dalla tentazione e dal male. Lo spunto è stato tratto dai libri di preghiera scritti da Alexis Carrel (1873-1944), medico e biologo francese, premio Nobel nel 1912, convertitosi a Lourdes. † “Beato l’uomo che trova in te il suo rifugio E ha le tue vie nel suo cuore” (Sal. 84,6) Modena 18 febbraio 2015 † Nel pomeriggio di martedì 17 febbraio, il cardinale Luigi De Magistris, propenitenziere maggiore emerito, ha solennemente preso possesso della diaconia dei Santissimi Nomi di Gesù e Maria in Via Lata. Nella chiesa romana di via del Corso 45 il porporato è stato accolto dal rettore Adelcio Vultuoso, degli agostiniani scalzi, che gli ha presentato il crocifisso per il bacio e la venerazione. Successivamente ha assistito alla messa celebrata dall’arcivescovo di Cagliari, monsignor Arrigo Miglio. Tra i presenti anche l’arcivescovo Pier Giacomo De Nicolò, nunzio apostolico, monsignor Winfried König, prelato della Camera apostolica, che ha letto la bolla, e il priore generale degli agostiniani scalzi Gabriele Ferlisi. Ha diretto il rito monsignor Marco Agostini, cerimoniere pontificio. Il Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, Sua Em.za Rev.ma Card. Lorenzo Baldisseri, con il Sotto-Segretario, Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Fabio Fabene, insieme a tutti i Collaboratori, partecipano al profondo dolore del Rev. Mons. Etienne Brocard per la scomparsa della sua amata sorella FABIENNE BRO CARD IN CASTANIER avvenuta a Parigi (Francia) il 10 febbraio 2015. Si uniscono alla preghiera della famiglia affinché il Signore Risorto doni alla sua anima gioia e pace eterna. L’OSSERVATORE ROMANO pagina 8 giovedì 19 febbraio 2015 Pablo Picasso «I due fratelli» (1906) All’udienza generale il Papa parla dei fratelli Dalla stessa carne È necessario «riportare la fraternità al centro della nostra società tecnocratica e burocratica»: lo ha detto Papa Francesco durante l’udienza generale di mercoledì 18 febbraio, in piazza San Pietro. Proseguendo nel ciclo di catechesi dedicate alla famiglia, il Pontefice ha parlato dei fratelli. Cari fratelli e sorelle, buongiorno. Nel nostro cammino di catechesi sulla famiglia, dopo aver considerato il ruolo della madre, del padre, dei figli, oggi è la volta dei fratelli. “Fratello” e “sorella” sono parole che il cristianesimo ama molto. E, grazie all’esperienza familiare, sono parole che tutte le culture e tutte le epoche comprendono. Il legame fraterno ha un posto speciale nella storia del popolo di Dio, che riceve la sua rivelazione nel vivo dell’esperienza umana. Il salmista canta la bellezza del legame fraterno: «Ecco, com’è bello e com’è dolce che i fratelli vivano insieme!» (Sal 132, 1). E questo è vero, la fratellanza è bella! Gesù Cristo ha portato alla sua pienezza anche questa esperienza umana dell’essere fratelli e sorelle, assumendola nell’amore trinitario e potenziandola così che vada ben oltre i legami di parentela e possa superare ogni muro di estraneità. Sappiamo che quando il rapporto fraterno si rovina, quando si rovina il rapporto tra fratelli, si apre la strada ad esperienze dolorose di conflitto, di tradimento, di odio. Il racconto biblico di Caino e Abele costituisce l’esempio di questo esito negativo. Dopo l’uccisione di Abele, Dio domanda a Caino: «Dov’è Abele, tuo fratello?» (Gen 4, 9a). È una doman- In preghiera per la pace La preghiera del Papa per la pace in Medio oriente, nel nord Africa e in Ucraina ha segnato l’udienza generale del mercoledì delle Ceneri in piazza San Pietro. Francesco ha ricordato in particolare le vittime e i profughi e ha rivolto un nuovo appello alla comunità internazionale perché si trovino soluzioni pacifiche ai conflitti in atto. Accompagnati dai vescovi, a Roma per la visita ad limina, hanno subito fatto sentire la loro voce i cento ucraini venuti in pellegrinaggio espressamente «per pregare per la pace in Ucraina». E proprio rivolgendosi direttamente a loro il Pontefice ha confidato di portare «nel cuore lo stesso desiderio» e si è unito alla loro preghiera «perché al più presto venga la pace duratura nella vostra patria». Nel segno «della memoria e della giustizia», Francesco ha quindi salutato i rappresentanti dell’associazione che riunisce i sopravvissuti e i familiari delle vittime dell’attentato del 18 luglio 1994 al centro ebraico Amia di Buenos Aires, nel quale persero la vita ottantacinque persone e i feriti furono oltre trecento. Nella prospettiva del dialogo con il mondo ebraico, particolarmente significativa è stata anche la presenza di undici giovani studenti della Jewish high school di New York, a Roma per una settimana di incontri con la comunità ebraica italiana. A promuovere l’iniziativa è stato il rabbino Jay H. Rosenbaum, presidente del North American Board of Rabbis. Accanto a questo gruppo, la pittrice israeliana Rachel Timor, che ha donato a Francesco un dipinto del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Sempre dall’Argentina, la realtà della Casa del Niño, che il movimento di Schoenstatt porta avanti nella periferia di Buenos Aires, è stata illustrata al Papa da Silvia Iglesias che spiega: «L’obiettivo è assistere i bambini per toglierli dai pericoli della strada». Significativa, poi, la presenza del campione argentino di basket in carrozzella Adolfo Damián Berdún, con la famiglia. «La disabilità — spiega l’atleta — non può e non deve mai essere un impedimento per vivere una vita dignitosa e neppure per praticare lo sport». Le tante iniziative per l’Africa sono state presentate al Pontefice dal Gruppo Zambia per la vita che, da Frascati, organizza fin dal 1999 la spedizione di cinque container all’anno soprattutto con materiale sanitario e scolastico. «Stiamo cercando di rendere autonomi sei villaggi sostenendo iniziative agricole e di allevamento con progetti di microcredito. E promuoviamo condizioni migliori di vita in case dignitose e adozioni a distanza» spiega il presidente Mario Orlando. Tutto questo con il sostegno delle suore catechiste rurali del Sacro Cuore che, sulla scia del carisma della fondatrice, la calabrese madre Elisa Miceli, stanno accanto ai contadini e promuovono iniziative soprattutto per le giovani donne, come spiega la superiora generale suor Rita Salerno. Una «lettera di principi» per testimoniare i valori che contano veramente e per cui vale la pena lavorare, è stata consegnata al Papa dagli studenti portoghesi venuti da Viseu, accompagnati dalla loro insegnante di religione Lúcia Margarida Morgado Lopes. Molti gli studenti presenti oggi in piazza: due di loro sono anche saliti sulla jeep per dare la mano al Papa, proprio al termine del giro compiuto per salutare i pellegrini. Particolarmente numerosi anche gli ammalati che Francesco ha personalmente abbracciato: tra loro, i componenti dell’Associazione italiana spastici venuti da Novi Ligure e i bambini disabili assistiti nel presidio Villa Maria a Monticello Conte Otto, nel vicentino. Tra i presenti Emanuela Marinelli, la studiosa della Sindone che ha consegnato al Pontefice il volume Luce dal Sepolcro, scritto con Marco Fasol e pubblicato da Fede & Cultura. Inoltre è stato donato al Papa il libro I Vangeli, edito da Ancora, con la prima traduzione italiana dei testi evangelici realizzata da donne: Rosanna Virgili, Rosalba Manes, Annalisa Guida e Marida Nicolaci. Prima dell’udienza, nei locali dell’aula Paolo VI, il Papa ha benedetto la croce ecumenica che sarà ora portata in Argentina per le celebrazioni della Settimana santa. A guidare la delegazione il cardinale Walter Kasper. da che il Signore continua a ripetere in ogni generazione. E purtroppo, in ogni generazione, non cessa di ripetersi anche la drammatica risposta di Caino: «Non lo so. Sono forse io il custode di mio fratello?» (Gen 4, 9b). La rottura del legame tra fratelli è una cosa brutta e cattiva per l’umanità. Anche in famiglia, quanti fratelli litigano per piccole cose, o per un’eredità, e poi non si parlano più, non si salutano più. Questo è brutto! La fratellanza è una cosa grande, quando si pensa che tutti i fratelli hanno abitato il grembo della stessa mamma durante nove mesi, vengono dalla carne della mamma! E non si può rompere la fratellanza. Pensiamo un po’: tutti conosciamo famiglie che hanno i fratelli divisi, che hanno litigato; chiediamo al Signore per queste famiglie — forse nella nostra famiglia ci sono alcuni casi — che le aiuti a riunire i fratelli, a ricostituire la famiglia. La fratellanza non si deve rompere e quando si rompe succede quanto è accaduto con Caino e Abele. Quando il Signore domanda a Caino dov’era suo fratello, egli risponde: “Ma, io non so, a me non importa di mio fratello”. Questo è brutto, è una cosa molto, molto dolorosa da sentire. Nelle nostre preghiere sempre preghiamo per i fratelli che si sono divisi. Il legame di fraternità che si forma in famiglia tra i figli, se avviene in un clima di educazione all’apertura agli altri, è la grande scuola di libertà e di pace. In famiglia, tra fratelli si impara la convivenza umana, come si deve convivere in società. Forse non sempre ne siamo consapevoli, ma è proprio la famiglia che introduce la fraternità nel mondo! A partire da questa prima esperienza di fraternità, nutrita dagli affetti e dall’educazione familiare, lo stile della fraternità si irradia come una promessa sull’intera società e sui rapporti tra i popoli. La benedizione che Dio, in Gesù Cristo, riversa su questo legame di fraternità lo dilata in un modo inimmaginabile, rendendolo capace di oltrepassare ogni differenza di nazione, di lingua, di cultura e persino di religione. Pensate che cosa diventa il legame fra gli uomini, anche diversissimi fra loro, quando possono dire di un altro: “Questo è proprio come un fratello, questa è proprio come una sorella per me”! È bello questo! La storia ha mostrato a sufficienza, del resto, che anche la libertà e l’uguaglianza, senza la fraternità, possono riempirsi di individualismo e di conformismo, anche di interesse personale. La fraternità in famiglia risplende in modo speciale quando vediamo la premura, la pazienza, l’affetto di cui vengono circondati il fratellino o la sorellina più deboli, malati, o portatori di handicap. I fratelli e le sorelle che fanno questo sono moltissimi, in tutto il mondo, e forse non apprezziamo abbastanza la loro generosità. E quando i fratelli sono tanti in famiglia — oggi, ho salutato una famiglia, che ha nove figli?: il più grande, o la più grande, aiuta il papà, la mamma, a curare i più piccoli. Ed è bello questo lavoro di aiuto tra i fratelli. Avere un fratello, una sorella che ti vuole bene è un’esperienza forte, impagabile, insostituibile. Nello stesso modo accade per la fraternità cristiana. I più piccoli, i più deboli, i più poveri debbono intenerirci: hanno “diritto” di prenderci l’anima e il cuore. Sì, essi sono nostri fratelli e come tali dobbiamo amarli e trattarli. Quando questo accade, quando i poveri sono come di casa, la nostra stessa fraternità cristiana riprende vita. I cristiani, infatti, vanno incontro ai poveri e deboli non per obbedire ad un programma ideologico, ma perché la parola e l’esempio del Signore ci dicono che tutti siamo fratelli. Questo è il principio dell’amore di Dio e di ogni giustizia fra gli uomini. Vi suggerisco una cosa: prima di finire, mi mancano poche righe, in silenzio ognuno di noi, pensiamo ai nostri fratelli, alle nostre sorelle, e in silenzio dal cuore preghiamo per loro. Un istante di silenzio. Ecco, con questa preghiera li abbiamo portati tutti, fratelli e sorelle, con il pensiero, con il cuore, qui in piazza per ricevere la benedizione. Oggi più che mai è necessario riportare la fraternità al centro della nostra società tecnocratica e burocratica: allora anche la libertà e l’uguaglianza prenderanno la loro giusta intonazione. Perciò, non priviamo a cuor leggero le nostre famiglie, per soggezione o per paura, della bellezza di un’ampia esperienza fraterna di figli e figlie. E non perdiamo la nostra fiducia nell’ampiezza di orizzonte che la fede è capace di trarre da questa esperienza, illuminata dalla benedizione di Dio. Il Pontefice riceve una delegazione della Guardia costiera italiana Con coraggio e dedizione Un incoraggiamento per il servizio svolto in mare e in particolare per le difficili operazioni di soccorso di profughi e migranti è stato rivolto da Papa Francesco alla Guardia Costiera italiana impegnata nel Mediterraneo. Nella sera di martedì 17 febbraio, tra le 19 e le 19.45, il Pontefice ha ricevuto nella residenza di Santa Marta una delegazione composta da otto tra ufficiali e sottufficiali — una donna e sette uomini — che hanno raccontato le loro esperienze concrete, toccanti e impressionanti. Al termine Francesco si è rivolto loro, manifestando la sua partecipazione e il suo apprezzamento per la missione svolta con coraggio e dedizione a favore dei più poveri, spesso in situazioni «ai limiti della vita e della morte, della speranza, della disperazione», perché, ha aggiunto, «prima di tutto» viene la «vita di quella gente». In particolare il suo pensiero è andato alla generosità della popolazione e delle autorità di Lampedusa, che hanno pagato un «prezzo molto costoso»: hanno perso turismo ed entrate, «ma hanno salvato vite». Francesco ha ricordato il suo incontro con un ragazzo eritreo durante la sua visita nell’isola l’8 luglio 2013: per ben cinque volte preso e venduto, fatto schiavo e torturato. In molti non capiscono ciò che voi fate, ha proseguito Francesco rivolgendosi ai militari, ma quando c’è un ferito, occorre «fasciare le ferite, curarle, guarire quello che si può». Infine il Pontefice ha sottolineato che «alcuni Paesi d’Europa hanno risposto bene», ma la situazione è complessa, perché quello delle migrazioni «non è un problema morale che si può risolvere da un giorno all’altro: è lavorare fra la vita e la morte». Da qui il ringraziamento conclusivo: «Vi ringrazio per quello che voi fate, davvero; perché rischiate la vita, lasciate la famiglia, un giorno, un capodanno, un giorno di festa, senza sapere se si possono salvare questi. E poi, quando tornate, l’accusa di tanta gente: “Perché perdere tempo? Finiamola!”. Questo onora voi, onora la vostra forza. Io ho ammirazione per voi, davvero; mi sento piccolo» davanti «al lavoro che voi fate rischiando la vita, e vi ringrazio di cuore per questo. Ma vi sostengo come posso: con le preghiere e le buone parole e l’affetto». Hanno partecipato all’incontro gli ammiragli Felicio Angrisano, comandante della Guardia Costiera, e Giovanni Pettorino, capo del reparto operativo, che ha guidato tutte le più difficili operazioni di soccorso in mare degli ultimi tempi; i tenenti di vascello Ciro Petrunelli, impegnato nel salvataggio della motonave Ezadeen, e Antonello Fava, attivo nel salvataggio della motonave Blue Sky, entrambe abbandonate con centinaia di migranti a bordo; i marescialli Marco Ancora, anch’egli tra quanti hanno recuperato la motonave Ezadeen, e Roberto Mangione, che ha eseguito diversi interventi con la sua motovedetta; e i sottocapi Salvatore Finocchiaro, elicotterista, e Marianna Mari, che ha dato assistenza ai migranti per lo sbarco anche dopo i turni di servizio. La delegazione era accompagnata dal ministro delle Infrastrutture e dei trasporti del Governo italiano, Maurizio Lupi, e da Giacomo Aiello, capo di gabinetto del ministro. Messaggio per la campagna di fraternità brasiliana 2015 «Gesù ci insegna ciò che riassume l’identità del cristiano: amare servendo». Lo scrive il Papa in occasione della cinquantaduesima Campagna di fraternità in Brasile, apertasi il 18 febbraio, mercoledì delle Ceneri. Tema di quest’anno è «Fraternità: Chiesa e società» e il versetto evangelico di riferimento è «Sono venuto per servire», tratto da Marco 10, 45. Cari fratelli e sorelle del Brasile! Si avvicina la Quaresima, tempo di preparazione alla Pasqua: tempo di penitenza, preghiera e carità, tempo di rinnovare la nostra vita, identificandoci con Gesù attraverso la sua generosa dedizione ai fratelli, soprattutto ai più bisognosi. Quest’anno, la Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile, ispirandosi alle Sue parole, «Il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (Mc 10, 45), propone come tema della sua consueta Campagna: «Fraternità: Chiesa e Società». Di fatto la Chiesa, come comunità riunita di coloro che, credendo, volgono il proprio sguardo a «Gesù, autore della salvezza e principio di unità» (Costituzione dogmatica Lumen gentium, n. 3), non può essere indifferente ai bisogni di quanti le stanno attorno, poiché «le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo» (Costituzione pa- Amare servendo storale Gaudium et spes, n. 1). Ma cosa fare? Nei quaranta giorni in cui Dio chiama il suo popolo alla conversione, la Campagna della Fraternità vuole aiutare ad approfondire, alla luce del Vangelo, il dialogo e la collaborazione tra la Chiesa e la Società — proposti dal Concilio Ecumenico Vaticano II — come servizio di edificazione del Regno di Dio, nel cuore e nella vita del popolo brasiliano. Il contributo della Chiesa, nel rispetto della laicità dello Stato (cfr. ibidem n. 76), e senza dimenticare l’autonomia delle realtà terrene (cfr. ibidem n. 36), trova forma concreta nella sua Dottrina Sociale, con la quale vuole «assumere evangelicamente e a partire dalla prospettiva del Regno i compiti prioritari che contribuiscono a dare dignità all’essere umano e a lavorare insieme agli altri cittadini e istituzioni per il bene dell’essere umano» (Documento di Aparecida, n. 384). Questo non è un compito riservato alle istituzioni: ognuno deve fare la sua parte, a cominciare da casa mia, dal mio lavoro, insieme alle persone con cui mi relaziono. Più concretamente, è necessario aiutare quanti sono più poveri e bisognosi. Ricordiamoci che «ogni cristiano e ogni comunità sono chiamati ad essere strumenti di Dio per la liberazione e la promozione dei poveri, in modo che essi possano integrarsi pienamente nella società; questo suppone che siamo docili e attenti ad ascoltare il grido del povero e soccorrerlo» (Esortazione apostolica Evangelii gaudium, n. 187), soprattutto sapendo accogliere, perché «quando siamo generosi nell’accogliere una persona e condividiamo qualcosa con lei — un po’ di cibo, un posto nella nostra casa, il nostro tempo — non solo non rimaniamo più poveri, ma ci arricchiamo» (Discorso alla Comunità di Varginha, 25.7.2013). Così interrogheremo la coscienza sull’impegno concreto ed effettivo di ognuno nella costruzione di una società più giusta, fraterna e pacifica. Cari fratelli e sorelle, quando Gesù ci dice: «sono venuto per servire» (cfr. Mc 10, 45), ci insegna ciò che riassume l’identità del cristiano: amare servendo. Per questo formulo voti affinché il cammino quaresimale di quest’anno, alla luce delle proposte della Campagna della Fraternità, predisponga i cuori alla vita nuova che Cristo ci offre, e affinché la forza trasformatrice che nasce dalla sua Resurrezione raggiunga tutti nella loro dimensione personale, familiare, sociale e culturale e rafforzi in ogni cuore sentimenti di fraternità e di viva cooperazione. A ognuno di voi, per intercessione di Nossa Senhora Aparecida, invio di tutto cuore la Benedizione Apostolica, chiedendovi di non smettere mai di pregare per me. Dal Vaticano, 2 febbraio 2015 FRANCESCO PP.
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