Quindicinale della Comunità Italiana del Cile www.presenza.cl 16 luglio 2016 Anno XLVII Nº 917 Franqueo Convenido • Res. Nº 1062/1979 • Santiago • Av. Bustamante 180 • Fono: 222229328 • Fax: 226354127 • [email protected] • Aderente alla FUSIE e FSS La Nazionale azzurra e il dovere di fare meglio Esclusi i Watussi, che nel calcio non risultano possedere una tradizione, a testa alta vanno solo gli struzzi. Ecco, ora che essere "usciti a testa alta" dall’Europeo è diventato l’elogio più speso sulla triste fine dell’Italia del pallone, il rischio è quello di pensare che siamo un paese di struzzi. Che la testa spesso la abbassano anche sotto terra. Per non vedere, per non sentire. Per dimenticare che "però ci hanno messo l’anima", che "tutti hanno giocato con il cuore" e che "erano una squadra vera e unita", non dovrebbero essere variabili da elogiare quando ci sono, ma la regola da pretendere da chiunque faccia il proprio mestiere e sia pure pagato per farlo. Che il gruppo di Antonio Conte fosse tecnicamente uno dei più scarsi dell’ultimo decennio non può essere un valore aggiunto per esaltarne l’atteggiamento in campo. Essere consapevoli della propria mediocrità insomma è un grande segno d’intelligenza, ma solo finchè non diventa un facile strumento per alimentare anche nel calcio la sottocultura piagnona di un Paese che con la scusa di sentirsi inadeguato poi festeggia dentro le fontane non appena passa il primo turno in un torneo dove essere eliminati subito era quasi impossibile. E contemporaneamente gode un po’ del voto inglese sulla Brexit, perchè anche gli altri allora ogni tanto una stupidaggine la fanno. No, l’Italia che vorremmo, in campo e sugli spalti, dovrebbe essere migliore di questa. Dovrebbe ricordare che la maglia di Giaccherini una volta la vestiva Dopo Brexit: all’Europa ora serve un progetto L’uscita delle Gran Bretagna dall’Europa impone riflessioni che vanno oltre le ragioni e le conseguenze immediate di un sì o un no su una scheda referendaria. Brexit va considerata prima di tutto il riscontro di quanto il progetto europeo sia diventato debole e non pienamente convincente. A sua volta tale risultato può indebolire ancor più il percorso di integrazione e farlo implodere. È però anche possibile che inneschi una reazione positiva, in grado di produrre un rinsaldamento nell’immediato e metta le basi per un rilancio nel medio e lungo periodo. Sinigaglia, il canottiere sul lago dorato che morì da eroe Timori per la tenuta al Senato. Il premier: se cado subito alle urne È sempre così: non appena in Senato si ricomincia a parlare di agguati e trabocchetti, ecco i congiurati precipitarsi a smentire. Ieri è stato tutto un rosario di dichiarazioni rassicuranti, «non sarà Verdini a dare la spallata», «non saremo noi di Ncd, notoriamente così leali». Eppure, fonti molto attendibili confermano che sono almeno 30 e forse 40 i senatori della maggioranza in preda alla disperazione politica, dunque disposti a qualunque gesto, anche il più inconsulto. La stima si ottiene sommando quei centristi a vario titolo (Gal, Ncd, Scelta Civica e Ala) che per effetto dell’«Italicum» nutrono zero speranze di venire rieletti. Pretendono da Renzi una via d’uscita che il premier non vuole e, probabilmente, non può garantire. Manca una logica nel loro dibatterCont. in ultima pagina Le generazioni che hanno subito il conflitto mondiale e quelle successive che hanno vissuto il clima della Guerra fredda si sono riconosciute in un desiderio di Europa diversa dal passato, che al suo interno non si sentisse divisa tra parti ostili. Oggi tale spinta si è esaurita e più che ridurre il rischio di conflitto interno serve ora un processo di vera comunione. Questo significa superare non solo i confini geografici tra popoli, ma anche le barriere mentali che li separano tra di loro e che li rendono vittime delle proprie Cont. in ultima pagina Olimpiadi: uno stile di vita Cont. in ultima pagina Governo, vertice Mattarella-Renzi Referendum fissato il 6 novembre La possibilità che questo avvenga realmente è bassa, non ci sono però alternative; va quindi non solo auspicata, ma favorita ad ogni livello. Gli attori principali per un salto qualitativo – dopo il processo di allargamento quantitativo che ha portato a estendere a Est perdendo però ora a Ovest – sono due: le istituzioni e le nuove generazioni. Di fatto, significa spingere verso l’alto il rapporto tra domanda e offerta di una migliore Europa, la prima riferita soprattutto ai giovani e la seconda alla politica. paure. Per un’Europa così vi sarebbe un posto di primo piano nel mondo, mentre i singoli Paesi sono destinati a smarrirsi andando da soli verso il futuro. Nel 1950, ben tre delle cinque città più popolate al mondo stavano in Europa, ora nessuna metropoli di questo continente è tra le prime quindici del Pianeta. Nello stesso lasso di tempo, l’Italia è scesa dal decimo posto al ventitreesimo posto tra i Paesi demograficamente più consistenti. Nel 2050 nessun Paese europeo sarà tra i primi venti, nemmeno la Germania, attualmente il più popoloso ma in sensibile sofferenza demografica. Se però l’Europa fosse uno Stato, verrebbe superata, come abitanti, solo da Cina e India. Per ottenere un’Europa più forte nel mondo non basta sommare nazioni diverse e nemmeno è sufficiente porsi regole e vincoli per stare assieme come famiglie di uno stesso condominio (peraltro composte da anziani o coppie con un solo figlio). Sono due Quattro luglio 1914. I cannoni della guerra stanno per tuonare in Europa. Ma, a cinquanta chilometri da Londra, in una cornice che pare ignorare quelle fosche premonizioni, volano le ultime stelle filanti della Belle Epoque. Quel giorno, a Henley, sulle rive del Tamigi, Re Giorgio V, sempre impettito nelle sue uniformi d’imperatore delle Indie, ha un moto di stizza e si defila dandosi per indisposto. Si è verificato un evento inaudito. Un atleta italiano, il trentenne Giuseppe Sinigaglia, è venuto a strappare l’ambito titolo mondiale di canottaggio, nella specialità del singolo, distanziando di ben 250 metri, sulla linea del traguardo, il suo rivale, Colin Stuart del Trinity Hall di Cambridge. Un’umiliazione intollerabile, per la tradizione degli sport remieri britannici, dover cedere a un non anglosassone l’ambita “Diamond Sculls Cup”, la coppa in oro massiccio cesellato, realizzata sotto Cont. in ultima pagina I Giochi della XXXI Olimpiade si terranno dal 5 al 21 agosto 2016. Rio de Janeiro diventa la prima città sudamericana ad ospitare un’edizione dei Giochi olimpici estivi (ricordiamo che ci sono anche le Olimpiadi invernali). Sono un evento sportivo quadriennale che prevede la competizione tra i migliori atleti del mondo in quasi tutte le discipline sportive praticate nei cinque continenti. La bandiera olimpica raffigura cinque anelli che simboleggiano i cinque continenti. I colori scelti sono presenti nelle bandiere di tutte le nazioni, quindi la loro combinazione simboleggia tutti i Paesi, mentre l’intreccio degli anelli rappresenta l’universalità dello spirito olimpico. Un elemento fondamentale dello sport, dal punto di vista formativo, è la cultura dell'impegno, del sacrificio. Oggi c´è una tendenza a voler cancellare la parola “sforzo” dalla nostra vita. Lo sport può rappresentare una valida alternativa alla non-cultura del “voglio tutto e subito, senza sacrificio”. Nello sport l´impegno è fondamentale. Per arrivare al traguardo, sono necessari tanto sudore e tanto allenamento. Per cui è importante educare i giovani allo spirito di sacrificio, che può essere trasmesso anche nella vita quotidiana. Un secondo aspetto educativo sta nella cultura dell´incontro con gli altri. Oggi, purtroppo, sembra scomparire l´antica abitudine del cortile e della piazza, in cui i bambini e giovani praticavano tradizionali giochi di gruppo, allegri e creativi (come la famosa “pichanga”). Questi sport all´aperto erano parentesi di svago in cui si stava insieme e ci si confrontava l´uno con l´altro. Non rappresentavano soltanto un´occasione di divertimento, ma soprattutto momenti educativi in cui ci si abituava ad agire con correttezza e a rispettare l´avversario (a parte qualche scaramuccia). Oggi, purtroppo, il tempo libero viene utilizzato in modo sempre più solitario e individualista. Per molti giovani, il migliore amico è il cellulare. Lo sport è bello perché abitua ad un vero, sincero contatto con gli altri ragazzi, abituandoli a rispettare regole e comportamenti precisi. Oggi sembra trionfare la libertà di fare di tutto senza pensare troppo agli altri. Pensiamo, ad esempio, ad alcuni episodi di bullismo, di violenza e di vandalismo che riempiono le pagine dei giornali. Certi episodi, ovviamente, non rappresentano lo specchio della gioventù attuale (che è certamente migliore) ma devono ugualmente farci riflettere. Se i giovani non vengono educati al rispetto delle regole rischiano di finire... in fuori gioco. Lo sport, con le sue regole, può rappresentare una grande opportunità formativa per i giovani. Li può aiutare a costruire una sana cultura della convivenza e del rispetto degli altri, all´insegna di quella sana cultura del limite che dovrebbe essere alla base di ogni civiltà. Giuseppe Tomasi 2 Presenza- 16 luglio 2016 Corrispondenza La Direzione ringrazia i lettori che le scrivono perché dimo strano interesse per i problemi e la vita della nostra comunità. Nello stesso tempo si scusa se, per evidenti ragioni di spazio, qualche lettera dovrà essere ridotta. La Direzione inoltre si ri serva la pubblicazione di lettere che riterrà molto conflittuali. Lettera aperta Casa de Italia * Comentario Última Junta Chicureo, Colina, 15 de junio de 2016. Estimados accionistas. Inicio la redacción de esta carta abierta a los accionistas de la Inmobiliaria Casa de Italia S.A., habiendo transcurrido más de 24 horas del cierre de la crítica y compleja Junta Ordinaria de Accionistas del lunes 13 de junio de 2016, lo que dio tiempo y tranquilidad para plantear mis comentarios. Lo hago respetando el espíritu de todos nuestros antepasados que en mayo de 1962 materializaron el objetivo de tener una casa, para que como institución social, sirviera de hogar para mantener las costumbres y tradiciones de nuestra querida Italia; y para que su término de vida no se vea empañada por situaciones contaminadas por las malas prácticas y conductas reprochables. Para los que no me conocen, soy ex alumno de la Scuola Italiana de Valparaíso (1953), realizo mis comentarios en base a mi experiencia adquirida a través de mi vida activa: más de 10 años ocupando cargos gerenciales en Esso Chile; 21 años como gerente contralor y de auditoría de AFP Provida; 7 años como gerente de Deloitte Auditores Ricevi in ritardo PRESENZA? Se sei di Santiago chiama al Cel. 974789725 Grazie EDITRICE Parrocchia Italiana N.S. Pompei Scalabriniana *** RAPPRESENTANTE LEGALE Giulio Rubin *** DIRETTORE RESPONSABILE Claudio Massone Stagno *** DIRETTORE REDAZIONALE Giuseppe Tommasi *** COLLABORATORI Paolo Castellani Fina Franchini Gloria Nocchi Frascoli Consuelo Canessa *** CORRISPONDENTI Arica Verónica Bibiano Antofag. Rodolfo Sanchez B. Iquique Luz Savalli La Serena Caterina Pezzani Quillota E. Schiappacasse V. Alemana Gilda Rivara Valparaiso Concep. Giancarlo Carro P. Arenas Eduardo Pesce V. *** Contribuzione annua $ 20.000. Cheque nominativo a «Presenza» *** Stampa C. von Plate Esce il 1º e il 16 di ogni mese y Consultores; y actualmente como director ejecutivo de la Fundación Santuario Divina Misericordia. MEMORIA Y ESTADOS FINANCIEROS En primer término, deseo expresar que me siento embaucado y ustedes también deben sentirlo, por la tratativa de la Mesa Directiva de pretender que la Memoria y Balance General, Estados de Resultados y Financieros correspondientes al ejercicio del año 2015 (así se detalla en la citación) fuera aprobado por nosotros. El ejemplar recibido por correo electrónico y el que estaba disponible en la fecha y hora de la Junta específicamente, consistía sólo en Folleto con información elemental y no reunía los requisitos establecidos por el TÍTULO VII - DEL BALANCE, DE OTROS ESTA D O S Y R E G I S T R O S FINANCIEROS Y DE LA DISTRIBUCION DE LAS UTILIDADES de la LEY Nº SPAZIO APERTO 18.046, SOBRE SOCIEDADES ANONIMAS.. Sólo a modo enunciativo y no taxativo omitía: Informe de los Auditores Externos Independientes, Estado de Situación Financiera Clasificado, Estado de Resultados, Estado de Flujo de Efectivo, Estado de Cambio del Patrimonio Neto (todos estos estados comparativos entre el ejercicio 2015 con el 2014), Notas de los Estados Financieros y Declaración de Responsabilidad y Suscripción de la Memoria. Respecto al último documento señalado en el párrafo anterior, la página 2 del Folleto señalado sólo indicaba el nombre apellidos y cargo de los miembros del directorio, omitiendo la información correspondiente al Gerente o Gerente General y “la propia firma de todos ellos”, en que se declaran responsables respecto de la veracidad de toda la información incorporada en la Memoria Anual a la que ellos mismos suscriben. Mención aparte, merece el agravante de la omisión del Informe del Auditor Independiente. Según mi experiencia y por la limitación de hacer entrega de información al Servicio de Impuestos Internos en abril de cada año, el balance y estados financieros de las sociedades quedan listos a más tardar el 31 de marzo del año siguiente al término del ejercicio. A su vez, los auditores independientes dividen sus actividades en dos o más etapas, emitiendo su informe dentro del mismo plazo. Si el Directorio conocía la inhabilidad del Auditor designado, a mi juicio tenía sufi- ciente tiempo y facultad para designar uno alterno y no lo hizo, pretendiendo distraer nuestra atención utilizando distintos argumentos. Si la Superintendencia de Valores y Seguros (SVyS) ofició a la Sociedad, inhabilitando al Auditor Independiente, el Directorio debería haberlo leído íntegramente el Oficio, en especial sus fundamentos, por cuando desautorizaba el acuerdo otorgado por la Junta Ordinaria celebrada en el año 2015. Finalmente, el análisis de las cifras del Balance correspondía hacerlo el Gerente de la Sociedad, por ser de su responsabilidad y no por un contador ajeno al proceso, reemplazante del titular, quién además incurrió en un error conceptual al establecer que las Notas a los Estados Financieros son de responsabilidad del auditor independiente, lo que no es efectivo y carece de validez. OTROS TEMAS. En el fragor de las discusiones que surgieron en el transcurso de la revisión del Folleto, se revelaron materias de alto interés, que es necesario sean precisadas y ampliadas a los accionistas, por estimar que en algún momento pueden afectar al Patrimonio de la Sociedad, por diversas causales. Venta de acciones de accionistas fallecidos (Herencias yacentes). Al analizar la partida Honorarios del Balance General por $7.657.860, no hubo absoluta claridad y certeza de su origen, sin embargo el Presidente informó que parte de ellos correspondía a gastos de asesoría legal necesaria para evitar una sanción que se había decretado por la SVyS por eventuales irregularidades en el remate de las acciones yacentes. En su explicación no quedó claro si la sanción aplicaba al Directorio o a la Sociedad. De acuerdos a las normas de la SVyS, esta información debe constar en las Notas de los Estados Financieros; y, si efectivamente se trataba de una sanción cursada o en trámite debe ser informada en la Junta. Ahora bien, si la sanción corresponde al Directorio, su defensa jurídica, debe ser asumida por ellos y en ningún caso en detrimento del Patrimonio de la Sociedad. Por lo tanto en la próxima Junta Ordinaria de Accionista es primordial que el Oficio de la SVyS sea leído íntegramente, como asimismo los descargos a ella presentados por quién o quienes corresponda y la Resolución final de Ente fiscalizador. Sobre los procedimientos Segue in ultima pagina Informazioni ACLI Bustamante 180 - Santiago Tel: 2665-0340; 22225247 - E-Mail: [email protected] Pagina web: www.patronatoacli.cl La riforma a gli organi di rappresentanza. Il CGIE, ha chiesto a tutti i Comites operanti nel mondo proporre una riforma agli organi di rappresentanza, Comites e CGIE. Una necessaria iniziativa che si ripete da anni. Durante la legislazione dell’anteriore Consiglio Generale fu approfondito l’argomento e sul tema ci sono documenti che mai si sono trasformati in nuova normativa. Incluso, una proposta di legge del senatore Micheloni non condivisa allora dal Consiglio Generale, e che oggi con differenze ma sulla stessa falsa riga si presenta come proposta di un ex consigliere del CGIE della Svizzera. La idea centrale è fare del Comites e del CGIE un solo organico, generato a partire dai Presidenti dei Comites del continente d’appartenenza. La graduatoria proposta come “più semplice e finanziariamente meno onerosa senza ridurre l’efficacia”….partendo dai Presidenti dei Comites di ogni circoscrizione consolare passando agli Intercomites continentali per poi confluire nella Assemblea è una proposta che modifica la forma ma non il fondo della rappresentanza delle comunità italiane all’estero. Si cambia le nomine e le categorie che faranno parte dell' Assemblea ma non si tocca la sostanza che a mio avviso è precisamente la questione che rende la rappresentanza utile e necessaria. Una rappresentanza che solo PROMUOVE iniziative altrui o proprie, e che COLLABORA con l’autorità consolare è, a mio avviso, un contenitore insufficiente per rendere visibile agli elettori come lo dimostra la scarsa partecipazione alle votazioni. D’ altra parte, la collaborazione con l’autorità consolare non dipende solo della buona volontà dei Comites ma soprattutto della disponibilità dei Consoli o degli ambasciator del luogo. Non si tratta di modificare soltanto la composizione e la generazione della rappresentanza, cambiando l’indirizzo di appartenenza dal MAECI al Consiglio dei Ministri, ma si deve dare alla rappresentanza funzionalità operativa e con chiare competenze di gestione e di consulenza. Il Comites per rendere un utile servizio al paese che ospita le comunità italiane e all’ Italia deve trasformarsi in un organo di consulenza con pareri vincolanti e obbligatori che consenta un rapporto proficuo a carattere istituzionale tra la autorità diplomatica e consolare accreditata nel paese e il vasto associazionismo presente nella società d’accoglienza. La rappresentanza senza competenze precise e puntuali e senza un raccordo istituzionale del pubblico e del privato nella circoscrizione consolare è un foglio in bianco che dice poco o nulla. La domanda impertinente: ¿Il Ministero degli Esteri è in grado di produrre questa apertura di profonda trasparenza che cambia la tradizionale confidenzialità, la scarsa o nulla informazione e la gestione a prescindere dalla partecipazione cittadina? Ovviamente NO. Tra i Consolati e i cittadini (in generis) esiste un muro che non consente l’interazione e la mutua collaborazione. Questo vale per i privati cittadini e per i Comites. Questa situazione è presente anche nei rapporti con il governo centrale. L’ aumento del costo sproporzionato del passaporto, la tassa per la cittadinanza (E.300) sono state consultate con i Comites prima della loro implementazione? NO, siamo cittadini passivi senza voce e senza attenzione eppure sempre meno si sente dire che siamo una risorsa. A questo punto riformare la rappresentanza con chiaro indirizzo funzionale e di competenze è una missione impossibile. Per la burocrazia, assai gelosa, sarà ritenuta una intromissione indebita che solo ed esclusivamente compete al servizio estero. La rappresentanza della comunità è una utopica realtà che non serve a nessuno, salvo per spendere, per fortuna, pochi soldi per sostenere le apparenze. Le comunità italiane all´estero sono una forza che si manifesta nelle istituzioni e le associazioni che sono il frutto delle iniziative del passato ancora sussistenti e vive. Nel nostro, la Casa di Riposo, il COIA, la Pompa Italia, l’Umanitaria, La Scuola, lo Stadio, la Missione cattolica italiana, hanno una rappresentanza valida e funzionante, ognuna nei loro statutari obbiettivi prestano un servizio importante e necessario che rappresenta tutti noi italiani residenti in Cile. Paolo Castellani Abbonamento 2016 - Fiducia reciproca Tanti lettori fedeli ci seguono da anni dimostrando fiducia nel nostro operato. Per poter continuare a seguirlo chiediamo ancora un segno di fedeltà. Molti pensionati ci chiedono l’abbonamento gratuito (che neghiamo a nessuno).Il fatto ci obbliga a creare una èlite di “sostenitori” che conguagliano gli abbonamenti gratuiti. Vi ringraziamo cordialmente della collaborazione. Per facilitare il versamento dell’abbonamento abbiamo aperto nel Banco de Chile la “Cuenta de Ahorro N. 08-166-01126-03” a nome di “Giuseppe Tommasi B.”. Il RUT di Giuseppe Tommasi B. è 8.322.945-4 Una volta fatto il versamento la preghiamo di inviarci per mezzo di lettera o fax la ricevuta o semplicemente informarci per E-mail o per telefono. Vedi in prima pagina, in alto. i dati. Cognome.....................Nome....................... via....................................città.................... Abbonamento normale 20.000 pesos Abbonamento sostenitore 30.000 pesos. Cheques esteso a “PRESENZA” LLEVE A SU CASA PRE-PIZZA LISTA *** PRUEBE NUESTRA FUGAZA Av. Apoquindo 4228 - teléfono 22081344 Av. B. O'Higgins 737 - teléfono 26381833 Passatempo e umore TERZA PAGINA Presenza- 16 luglio 2016 3 Dorando Pietri e la drammatica maratona Dorando Pietri, noto impropriamente anche come Dorando Petri, è stato un atleta italiano, passato alla storia per il drammatico epilogo della maratona ai Giochi olimpici di Londra 1908: tagliò per primo il traguardo, sorretto dai giudici di gara che l'avevano soccorso dopo averlo visto barcollare più volte, stremato dalla fatica. A causa di quell'aiuto fu squalificato e perse la medaglia d'oro, ma le immagini e il racconto del suo arrivo, facendo il giro del mondo e superando la cronaca viva di quei giorni, lo hanno consegnato alla storia dell'atletica leggera. Nonostante quell'oro sia stato vinto da Johnny Hayes, il nome di Dorando Pietri richiama subito uno degli episodi più celebrati dei Giochi olimpici. Dorando Pietri nacque a Mandrio, una frazione di Correggio, in una famiglia di contadini. Nel 1897 il padre Desiderio lasciò i campi per aprire un negozio di frutta e verdura nella vicina Carpi, dove si trasferì con la moglie e i quattro figli. Dorando iniziò molto presto a lavorare, come garzone in una pasticceria. Nel tempo libero si dedicava alla bicicletta o alla corsa a piedi. Era un uomo minuto e di bassa statura (1,59 m). Nel settembre del 1904 il più famoso podista italiano dell'epoca, Pericle Pagliani, partecipò ad una gara proprio a Carpi. Si racconta che Pietri, attirato dall'evento, si sia messo a correre dietro Pagliani, con ancora gli abiti da lavoro addosso, ed abbia retto il suo passo fino all'arrivo. Qualche giorno dopo, Pietri fece l'esordio in una competizione ufficiale, correndo i 3000 metri a Bologna ed arrivando secondo. L'anno successivo arrivarono i primi successi, sia in Italia che all'estero, il più importante dei quali fu la 30 km di Parigi, vinta con un distacco di 6 minuti. Il 2 aprile 1906 Pietri vinse la maratona di qualificazione per i Giochi olimpici intermedi, che si sarebbero svolti in estate ad Atene, con il tempo di 2 ore e 48 minuti. Purtroppo nella gara di Atene fu costretto a ritirarsi al 24º chilometro per problemi intestinali, quando era al comando con 5 minuti di vantaggio sugli inseguitori. Nel 1907 riportò numerose vittorie, tra le quali i titoli dei 5000 metri ai Campionati italiani (con il primato nazionale di 16'27"2) e dei 20 km. Ormai Dorando Pietri era il dominatore assoluto del fondo nazionale, in grado di vincere dal mezzofondo alla maratona, ed aveva già ottenuto risultati importanti sulla scena internazionale. La maratona olimpica era in programma pochi giorni dopo, il 24 luglio. Per la prima volta il percorso si snodava su 42,195 km. Alla partenza, davanti al Castello di Windsor, c'erano 56 atleti, tra cui i due italiani: Dorando Pietri, maglietta bianca e calzoncini rossi, con il numero 19 sul petto, e Umberto Blasi. Era una giornata insolitamente calda per il clima inglese. Alle 14:33 la principessa del Galles diede il via. Un terzetto di britannici si portò subito al comando della corsa, imponendo un'andatura elevata. Pietri si mantenne nelle retrovie, cercando di Mausoleo Italiano Dr. Augusto Brizzolara specialista in Geriatria e Gerontologia El Trovador 4280 Of. 1108 -Las Condes Fono-Fax: 2342 5139 Beeper 737 8087 -Cod 8784 Av. Vicuña Mackenna 83 - Santiago - Tel: 26342500 conservare le energie per la seconda parte di gara. Infatti verso metà percorso il maratoneta italiano iniziò la sua progressione, rimontando via via numerose posizioni. Al 32º km era secondo, a quattro minuti dal leader della corsa, il sudafricano Charles Hefferon. Saputo che l'atleta di testa era entrato in crisi, Pietri aumentò ancora il ritmo per recuperare il distacco, e al 39º km raggiunse e subito sorpassò il sudafricano. Mancavano ormai un paio di chilometri all'arrivo, ma Pietri si trovò a fare i conti con l'enorme dispendio di energie effettuato durante la rimonta e la disidratazione dovuta al caldo. La stanchezza gli fece perdere lucidità. Arrivato allo stadio, sbagliò strada. I giudici lo fecero tornare indietro, ma Pietri cadde esanime. Si rialzò con il loro aiuto, ma ormai stremato, faticava a reggersi in piedi da solo. Era ad appena 200 metri dal traguardo. Gli oltre 75.000 spettatori dello stadio erano tutti in trepidazione per lui. Attorno a lui sulla pista i giudici di gara e persino alcuni medici accorsi per soccorrerlo. Pietri cadde altre quattro volte, ed altrettante fu aiutato a rialzarsi, ma continuò barcollando ad avanzare verso l'arrivo. Quando finalmente riuscì a tagliare il traguardo, sorretto da un giudice e un medico, era totalmente esausto. Il suo tempo finale fu di 2h54'46"4 su 42,195 km, ma solo per percorrere gli ultimi 500 metri impiegò quasi dieci minuti. Oltre il traguardo svenne e fu portato fuori dalla pista su una barella. Poco dopo di lui arrivò lo statunitense Johnny Hayes. La squadra americana presentò immediatamente un reclamo per l'aiuto ricevuto da Pietri, che venne prontamente accolto. Il carpigiano fu squalificato e cancellato dall'ordine di arrivo della gara. Il dramma di Dorando Pietri commosse tutti gli spettatori dello stadio. Quasi a compensarlo della mancata medaglia olimpica, la regina Alessandra lo premiò con una coppa d'argento dorato. A proporre l'assegnazione del riconoscimento sarebbe stato lo scrittore Arthur Conan Doyle che secondo alcuni era anche l'addetto con il megafono che sorresse Pietri al momento dell'arrivo. Tale affermazione non ha però alcun fondamento: i due personaggi che affiancano Pietri, in quella che è una delle più note e significative immagini dell'olimpismo moderno, sono, rispettivamente, alla destra dell'atleta - con il megafono - il giudice di gara Jack Andrew ed alla sinistra il capo dello staff medico, il dottor Michael Bulger. Conan Doyle era in effetti presente in tribuna, a pochi metri dalla linea del traguardo, dato che era stato incaricato da Lord Northcliffe di redigere la cronaca della gara per il Daily Mail;il resoconto del giornalista-scrittore terminò con le parole: « La grande impresa dell'italiano non potrà mai essere cancellata dagli archivi dello sport, qualunque possa essere la decisione dei giudici. » Successivamente Conan Doyle suggerì al Daily Mail di conferire un premio in danaro a Pietri, sotto forma di sottoscrizione per permettergli l'apertura di una panetteria, una volta rientrato in Italia. La proposta ebbe successo e vennero raccolte trecento sterline. Lo stesso Doyle avviò la raccolta donando cinque sterline. Il racconto della sua impresa eroica, ma sfortunata, fece immediatamente il giro del mondo. Da un giorno all'altro Dorando Pietri divenne una celebrità, in Italia e all'estero. Indirizzi Utili Ambasciata d’Italia - Clemente Fabres 1050, - Providencia Tel.: 224708400 - E-Mail: [email protected] Consolato - Román Diaz 1270, Santiago Tel: 224708400 - E-Mail:[email protected] Camera di Commercio- Luis Thayer Ojeda 073,Piso l2, Provi. Tel.: 562/222322618 - Fax: 562/222330973- E-Mail: [email protected] Istituto Italiano di Cultura - Triana 843, Providencia Tel.: 23 2038170 www.iicsantiago.estei.it ICE Agenzia per la promozione all 'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane Clemente Fabres 1050 (Prov.)Tel. 223039330 E.mail: Santiago@ice. it COMITES -Av.Apoquindo 6589 - Las Condes - Tel. 222129455 Radio Anita Odone on line 24 ore su 24 di musica italiana Circolo di Professionisti di Origine Italiana Av. Apoquindo 6589 - Las Condes - Tel: 222425012 - 222481503 Club Stadio Italiano Av. Apoquindo 6589, Las Condes -Tel: 224847000 Central. Scuola Italiana Vittorio Montiglio Las Flores 12707, Las Condes - Tel: 225927500 Parrocchia Italiana- Av. Bustamante 180 Providencia [email protected] - Te: 22229328 - Fax: 226354127 Hogar Italiano - Holanda 3639, Ñuñoa - Tel: 222055476 Umanitaria - Av. Vicuña Mackenna 83 - Santiago - Tel: 26342500 Pompa Italia - República 96 - Santiago -Tel: 226992222 - [email protected] www.vigilidelfuoco.cl ACLI -Asociación Cristiana de los Trabajadores Italianos Bustamante 180 (Parrocchia Italiana) - Tel 22665-0340 COIA: Bustamante 180 -Providencia Tel. 26345247 Associazione Ligure contatto Sig.ra Rina Garibaldi 02 2192144; Sig. Aldo Solari al telefono 02 7926752 4 Presenza- 16 luglio 2016 ITALIA E ITALIANI Tutte le virtù del cocomero Una bomba rosso-verde di vitamine, potassio e licopene, carotenoide antiossidante amico di cuore e arterie e dotato di virtù anticancro. Assunto a cubetti o in fetta intera, garantisce un’iniezione di freschezza e sostanze benefiche a grassi zero, contiene pochi zuccheri ed è un valido alleato di dieta e salute anche perché povero di calorie e ricco d’acqua che «diluisce» il potere glicemico, evitando rischiosi picchi di zucchero nel sangue. Una vera e propria «ode al cocomero» quella degli esperti nutrizionisti che sul «New York Times» hanno promosso pieni voti il frutto simbolo dell’estate. L’anguria non solo è buona, ma fa molto bene. La regina dei chioschi assomiglia alle «petite madeleines» descritte da Proust per i tanti adulti che la collegano alle calde serate dell’infanzia in famiglia, quando la scuola era finita, ma le vacanze al mare erano ancora lontane. Questo frutto è ricco di vitamina A, C, B e potassio, confermano gli esperti. Ma il suo valore aggiunto è il contenuto in licopene, pigmento che le regala il tipico colore rosso intenso e che in vari studi ha dimostrato un effetto protettivo sul sistema cardiovascolare, un’azione anti-ictus e un possibile ruolo nella prevenzione di diversi tumori. Mangiare l’anguria, inoltre, può anche abbassare leggermente la pressione. Benché il melone d’acqua non presenti la stessa quantità di fibre garantita da altra frutta e verdura, esso è completamente privo di grassi e pieno d’acqua che lo rende pochissimo calorico. Una tazza di anguria tagliata a pezzi fornisce appena 45 calorie circa. Nemmeno la sua dolcezza deve far paura, tranquillizzano gli esperti: in molti temono che l’anguria contenga troppo zucchero, ma «questo è un po’ un equivoco», osserva Jennifer McDaniel, portavoce dell’Academy of Nutrition and Dietetics. Perché mentre una tazza di cocomero apporta circa 9 grammi di zucchero, una banana di taglia normale ne contiene 14-15 grammi, come pure una tazza di mirtilli. Infine l’indice glicemico, cioè il parametro che misura la capacità di un cibo di aumentare rapidamente i livelli di zucchero nel sangue. Nell’anguria l’indice è alto, ma secondo i nutrizionisti anche questo potrebbe generare confusione: sempre perché il cocomero è ricchissimo d’acqua, infatti, alla fine l’effetto innalza-zuccheri viene smorzato e «nelle quantità abitualmente consumate il frutto non aumenta rapidamente la glicemia». Berlusconi dimesso dall’ospedale San Raffaele. “Prova molto dolorosa, ora sto un po’ meglio” «È stata una prova molto molto dolorosa, non credevo di affrontare tanto male. Ora sto un po’ meglio». Dopo quasi un mese di degenza Silvio Berlusconi lascia l’ospedale San Raffaele di Milano. L’ex premier, operato al cuore lo scorso 14 giugno per la sostituzione della valvola aortica, torna ad Arcore, dove proseguirà la riabilitazione. Berlusconi dimesso: “E’ stata prova molto dura” LA RIABILITAZIONE «Mi aspettano mesi di riabilitazione», spiega il leader di Forza Italia. Berlusconi parla a fatica, appoggiato allo storico collaboratore Valentino Valentini. Ma non si sottrae alle domande dei cronisti: «Nel Paese Tenga el mejor punto de vista P. de Valdivia 3015 F. 22690791 Moneda 708 F. 26649244 San Antonio 325 F. 26325512 SILVANO TAVONATTI A. [email protected] c’è una preoccupante carenza di leader. Se ce ne sarà bisogno, sarò di nuovo utile all’Italia e agli italiani». Si sente ancora un leader? «Uno sente se poter dare ancora un contributo al proprio Paese. Io spero non ce ne sia bisogno, se ce ne fosse spero di averne la forza». IL RITORNO IN CAMPO Stando agli ultimi bollettini medici, il recupero di Berlusconi procede in maniera spedita tanto da avergli permesso a di lasciare l’ospedale prima del previsto. Il miglioramento delle condizioni si salute gli hanno anche consentito di tornare ad occuparsi in maniera più continuativa di politica. Certo, l’impegno almeno per ora non è quello di un tempo. E a gestire la fase operativa insieme al Cav c’è al momento il nuovo “direttorio” azzurro, composto non solo dai fedelissimi (Ghedini, Gianni Letta e Fedele Confalonieri) ma anche dalla primogenita Marina. IL CASO CONFALONIERI Per l’ex premier l’ultimo passo consisterà proprio nel rientro sulla scena. Il primo obiettivo sarà quello di ricompattare il partito che all’indomani delle comunali si è ritrovato senza il proprio leader ma soprattutto senza una vera e propria linea politica. La presa di posizione di Fedele Confalonieri a favore di un nuovo sostegno azzurro al governo di Matteo Renzi ha scatenato un putiferio all’interno del partito. Ecco perchè pur lontano dalla scena, Berlusconi ha comunque voluto rassicurare i suoi ribadendo l’impegno ufficiale a sostegno della campagna per il “no” al referendum. In un messaggio inviato a tutti i coordinatori il Cavaliere ha chiesto massimo impegno per la costituzione sul territorio dei comitati per il No. Un segnale chiaro che va di pari passo con un altro obiettivo e cioè quello di mandare un messaggio all’esterno, ma anche a quanti dentro Forza Italia ambiscono alla leadership del partito: «Io ci sono e non mollo Fi», è l’incipit del messaggio. VERSO IL CONGRESSO La priorità per Berlusconi resta comunque il recupero della forma piena, tanto che il suo medico personale Alberto Zangrillo è stato categorico sulla possibilità che possa fare ora incontri di lavoro: «L’attività riprenderà con la gradualità stabilita dal medico curante». Ma il fatto di essere blindato ad Arcore non impedirà all’ex capo del governo di tenere sotto stretta osservazione quanto accade nei Palazzi. Oli, frutta secca, semi e salmone: gli alimenti che «allungano la vita» Oli come l’extravergine d’oliva, frutta secca, semi come quelli di lino o di girasole, e pesce come il salmone: ecco alcuni degli alimenti che «allungano la vita» e migliorano la salute grazie al loro elevato contenuto in «grassi insaturi» (sia polinsaturi che monoinsaturi) anche se, sottolineano gli esperti, è bene che la dieta sia sempre completa e bilanciata e non ci si fossilizzi su pochi alimenti. Sostanziosi consumi di grassi insaturi sono risultati associati a una riduzione dell’11-19% della mortalità per tutte le cause. Il risultato è emerso da una ricerca condotta negli Stati senza precedenti per ampiezza e durata (oltre 126 mila persone coinvolte il cui stato di salute è stato monitorato per 32 anni), e i risultati sono pubblicati sulla rivista JAMA Internal Medicine. Condotto presso i prestigiosi Harvard Chan School e Brigham and Women’s Hospital, lo studio rappresenta ad oggi l’analisi più dettagliata e robusta su come i diversi grassi alimentari influenzino la salute. La ricerca suggerisce che sostituire i grassi saturi come il lardo, il burro, i grassi della carne rossa con quelli di tipo vegetale - ad esempio olio d’oliva, olio di semi, olio di soia - può portare a notevoli benefici per la salute e aumenta le chance di vivere a lungo. Viceversa, per ogni au- mento del 2% dei grassi trans (ad esempio presenti in margarine, brioche, snack dolci, salatini, patate fritte surgelate, dadi, alimenti da fastfood) porta a un aumento del 16% del rischio di morire prematuramente. «C’è stata molta confusione nella comunità medica e nel pubblico in generale negli ultimi due anni sugli effetti che i diversi tipi di grassi hanno sulla dieta - ha commentato il dottor Dong Wang del dipartimento di Nutrizione alla Harvard Chan School e primo firmatario dello studio - ma questa ricerca documenta gli importanti benefici dei grassi insaturi, in particolare quando sostituiscono i grassi saturi e i grassi trans». Grassi idrogenati Come sostituire i grassi saturi I ricercatori hanno notato che gli effetti sulla salute dipendevano da come venivano sostituiti i grassi saturi. Ad esempio le persone che hanno sostituito i grassi saturi con i grassi insaturi (in particolare quelli polinsaturi) avevano un rischio di morte complessivo decisamente più basso, così come per il rischio di morte per malattie cardio- vascolari, cancro, malattie neurodegenerative, malattie respiratorie rispetto a coloro che hanno mantenuto un elevato consumo di grassi saturi. I risultati per quanto riguarda le malattie cardiovascolari sono in linea con gli studi precedenti che mostrano quanto si riduca il colesterolo cattivo quando i grassi insaturi sostituiscono i grassi saturi e trans. È emerso invece che le persone che hanno sostituito i grassi saturi con i carboidrati avevano solo un rischio di mortalità leggermente più basso. Inoltre la sostituzione di tutti i tipi di grassi con i carboidrati è stata associata a una mortalità poco più alta. Gli autori non sono sorpresi per questo ultimo risultato e si spiega con il fatto che nella dieta americana i carboidrati sono principalmente amido raffinato e zucchero che comportano un rischio di mortalità simile ai grassi saturi. Tito Boeri: “Gli immigrati ci regalano 300 milioni di contributi ogni anno” Al netto delle polemiche sulle politiche d’accoglienza, c’è un numero che parla forte e chiaro: 300 milioni di euro. È quanto gli immigrati ci regalano ogni anno con il loro lavoro e i loro contributi. A dirlo è il presidente dell’Inps, l’economista Tito Boeri, riferendo che in molti casi i contributi non si traducono in pensioni. In Italia gli immigrati versano ogni anno 8 miliardi di contributi sociali e ne ricevono 3 in termini di pensioni e altre prestazioni sociali, con un saldo netto di circa 5 miliardi. Circa un punto di Pil di contributi sociali non viene impiegato per erogare le pensioni, vale a dire circa 300 milioni. «Abbiamo calcolato - ha sottolineato Boeri - che sin qui gli immigrati ci abbiano regalato circa un punto di pil di contributi sociali a fronte dei quali non sono state erogate delle pensioni. E ogni anno questi contributi a fondo perduto degli immigrati valgono circa 300 milioni di euro». Nell’analisi di Boeri, «la paura che la libera circolazione del lavoro nell’ambito dell’Unione europea si potesse tradurre in turismo sociale, in welfare shopping, ha giocato un ruolo rilevante nel referendum sulla Brexit». In molti paesi, «vi sono partiti che capitalizzano su questi timori» descrivendo gli immigrati come «vere e proprie spugne dello stato sociale. Non c’è evidenza afferma Boeri - che questo avvenga». «Chiudersi al resto dell’Europa, chiudere le proprie frontiere è la risposta sbagliata a queste tensioni. Le vere minacce alla protezione sociale vengono proprio da chi vuole impedire la libera circolazione dei lavoratori». Secondo il presidente dell’Inps, la mobilità del lavoro «favorisce anche la crescita soprattutto nei paesi che ricevono gli immigrati, rendendo più facile finanziare lo stato sociale». Ma le preoccupazioni non possono essere ignorate - conclude Boeri - e per questo l’Inps ha proposto alle istituzioni partner in Europa di istituire l’European Social Security Identification Number, un codice di protezione sociale che valga per tutta l’Ue, in modo da permettere la piena portabilità dei diritti sociali e impedire il welfare shopping. Immigrati in Italia: ecco l’identikit Quanti sono, chi sono e da dove vengono? In un anno, la popolazione straniera residente è aumentata dell’1,9%. Al 1° gennaio 2015 risiedevano in Italia 5.014.437 di cittadinanza straniera (l’8,2% della popolazione italiana), di cui 2.641.641 donne (52,7%). Rispetto alla stessa data del 2014, la popolazione straniera è aumentata di 92.352 unità (+1,9%). La maggior parte di loro proviene dal Marocco (13,2%), mentre l’Albania è la seconda nazionalità più numerosa (12,7%), seguita dalla Cina (8,5%) e dall’Ucraina (6%). Complessivamente però la quota maggiore riguarda i Paesi dell’Europa centro-orientale, seguiti da quelli asiatici. In Italia gli stranieri non comunitari arrivano soprattutto per motivi di lavoro e di famiglia. Anche se nell’ultimo anno, la richiesta di asilo ha soppiantato il motivo dello studio come terza richiesta per ottenere il permesso di soggiorno in regola. Il lavoratore straniero guadagna in media il 30% in meno rispetto a un italiano. I lavoratori poveri stranieri sono il 41,7% del totale degli occupati stranieri. ITALIA E ITALIANI La sonda Juno ha raggiunto Giove. A bordo, molta scienza made in Italy Giove, eccomi arrivata! La conferma dell’arrivo nell’orbita prevista attorno al gigante gassoso del nostro sistema solare, da parte della sonda spaziale JUNO, è arrivato al centro controllo missione questa mattina alle 5.53 ora italiana. Si trattava di impartire da Terra un comando dalla sigla “’ji4040”. Era stato fatto alcuni giorni fa: non era l’unico (ce n’erano altri tre), ma era importante, perché era quello dell’attivazione di una sorta di pilota automatico nella sonda spaziale Juno. Il segnale aveva impiegato circa 48 minuti per coprire gli 860 milioni di chilometri che separano l’antenna di Goldstone del Deep Space Network (California) dalla sonda Juno, che da allora ha “coperto” lo spazio (interplanetario) necessario per inserirsi nella sua orbita polare attorno a Giove. CINQUE ANNI E 3 MILIARDI DI CHILOMETRI La Juno, alimentata dai suoi tre grandi pannelli solari, ha raggiunto il suo traguardo planetario, dopo un viaggio durato cinque anni, sin da quando un razzo vettore Atlas V non l’aveva lanciata nello spazio, partendo dalla base del Kennedy Space Center, in Florida. Poche ore prima dell’ingresso trionfale nell’orbita gioviana, a distanza di sicurezza di 5.000 chilometri per evitare che il miscuglio di radiazioni possa danneggiare in modo irreparabile la strumentazione di bordo, era stato attivato il motore Leros 1b della sonda: 35 minuti e 2 secondi di accensione, che hanno permesso di rallentare la velocità di Junodi 541,7 metri al secondo, abbastanza per essere catturata dalla forte gravità di Giove e piazzarsi nell’orbita prevista: “Tutto perfetto, ci siamo ! Inizia una nuova era dell’esplorazione di Giove “ - ha esultato Ed Hirst, Mission Manager della missione. Quasi 3 miliardi di chilometri e 5 anni di viaggio sono ormai alle spalle del veicolo spaziale, 20 metri di ampiezza per 4 e mezzo di altezza, il primo alimentato a energia solare ad operare così lontano dal Sole. Giove è una gigantesca palla di gas, 318 volte più massiccio della Terra. Proprio a causa delle sue enormi dimensioni, ha avuto una profonda influenza sull’evoluzione del nostro sistema solare. Il cuore di Juno è Jiram (Jovian InfraRed Auroral Mapper - Mappatore all’Infrarosso di Aurore Gioviane), finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi, realizzato da LeonardoFinmeccanica e operato sotto la responsabilità scientifica dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziale dell’Inaf. Operante nel vicino infrarosso, è uno spettrometro che svolgerà indagini negli strati superiori dell’atmosfera gioviana, sarà in grado di rilevare l’eventuale presenza di metano, vapore acqueo, ammoniaca e fosfina e fornirà immagini delle aurore. L’altro componente italiano di Juno è KaT (Ka-Band Translator) uno strumento di radioscienza realizzato dall’Università La Sapienza di Roma, e realizzato da Thales Alenia Space Italia, sempre con il supporto dell’Asi. Italiano è anche il sensore d’assetto Autonomous Star Tracker, realizzato da Leonardo-Finmeccanica: dopo averla guidata verso Giove, permetterà a Juno di mantenere la corretta traiettoria nell’orbita del pianeta gigante: “Juno è una missione storica che vede ancora una volta Nasa e Asi insieme alla ricerca di informazioni fondamentali per spiegare le origini del sistema solare” - afferma Roberto Battiston, Presidente dell’Asi - “Lo studio di Giove è anche una grande sfida scientifica e tecnologica a cui l’Italia partecipa con due strumenti all’avanguardia grazie a Inaf e a industrie come Leonardo Finmeccanica e Thales Alenia Space. Buttare via il cibo? Costa 13 miliardi Cultura del riuso in famiglia e leggi debbono andare di pari passo per invertire la rotta. E ridurre il più possibile quella montagna di cibo – il valore stimato è 8,4 miliardi di euro – che ogni anno dalla dispensa o dai fornelli degli italiani finisce nel secchio, spesso senza passare nemmeno per la tavola. Da un lato, il Parlamento sembra intenzionato a «portare ad approvazione definitiva entro l’anno», conferma il sottosegretario al ministero dell’Ambiente Barbara Degani, il ddl sullo spreco alimentare licenziato alla Camera a marzo scorso. Il testo ha l’obiettivo di ridurre gli sprechi alimentari e farmaceutici in qualsiasi fase della produzione, distribuzione e utilizzo, favorendone il recupero e la donazione delle eccedenze. Calendarizzato in aula a Palazzo Madama per il 14 luglio, molto probabilmente non finirà però all’esame dell’assemblea prima della pausa estiva, anche se «c’è una forte spinta, trasversale nei partiti – continua – per votarla nel minor tempo possibile», senza modifiche rispetto a Montecitorio. Tuttavia è tra le mura domestiche che bisogna fare il lavoro più impegnativo. L’oscar degli spreconi in Italia, infatti, va proprio ai consumatori finali. Il cibo buttato ogni anno difatti è pari all’1% del nostro Pil, cioè circa 13 miliardi di euro, e la metà dello spreco complessivo avviene appunto in casa. Ma questa non è necessariamente una cattiva notizia, perché il rovescio della medaglia, quindi, è che per voltare pagina bisogna puntare sul singolo cittadino. Piccolo o grande che sia. Parte da qui la sesta campagna europea Spreco zero 2016 lanciata da Last minute market e ministero dell’Ambiente, per coinvolgere ancora di più le scuole e attraverso il progetto Reduce, le famiglie con la quantificazione su campione rappresentativo del cibo che finisce in pattumiera. Attraverso ‘i diari di famiglia’ e l’analisi del waste sorting, ovvero l’effettiva quantità gettata nell’immondizia, si arriverà così ad un calcolo reale (non solo percepito, che porta ad uno scarto nei risultati tra il 20 e il 40%) dello spreco alimentare. Ridurre gli scarti «è un dovere morale, economico e ambientale». E «se molto si è cambiato lungo la filiera di produzione per non sprecare, tanto resta da fare a livello domestico», dove la «maleducazione alimentare» e «la perdita del valore del cibo», ricorda il fondatore di Last minute market Andrea Segré, portano a gettare alimenti ancora buoni, in Ue quasi 47 milioni di tonnellate. Non a caso la richiesta «pionieristica » è sempre quella di «indire l’anno europeo sullo spreco alimentare » e avviare una «vera educazione alimentare nei programmi scolastici». La parola d’ordine così, conclude Segré, «dovrà essere prevenzione, perché anche lo smaltimento dei rifiuti alimentari ha un costo», che si unisce a quello utilizzato per produrre quel cibo. Ma la campagna di sensibilizzazione ed educazione alla corretta gestione degli avanzi porta con sè anche la terza edizione del premio Vivere a zero spreco, il riconoscimento per la sostenibilità rivolto a Comuni, aziende e scuole. Nella categoria testinomial, a novembre a Padova, verranno premiati il giornalista Paolo Rumiz e lo chef Moreno Cedroni. Presenza- 16 luglio 2016 Così Hitler voleva rapire papa Pio XII «Soffiata» di 007 inglesi bloccò piano Un piano sventato dagli «007» britannici e quei nazisti a Roma - lecito immaginare il colonnello Eugene Dollmann, poi collaboratore della Cia - inorriditi da quel folle progetto di rapire Pio XII. Dal Vaticano giungono nuove rivelazioni sul fatto che Adolf Hitler avesse architettato un piano per rapire papa Pacelli, durante la Seconda guerra mondiale, e portarlo in Germania. Dopo decenni di voci e indiscrezioni sulla vicenda, i dettagli del «diabolico piano» sono stati resi noti per la prima volta in questi giorni dall’Osservatore Romano, il quotidiano della Santa Sede. Si intitola «Quella notte del 1944» l’articolo che riporta uno scritto, da poco rinvenuto, di Antonio Nogara (1918-2014), figlio dell’ex direttore dei Musei Vaticani Bartolomeo Nogara: «un’importante testimonianza di prima mano sul progettato sequestro di Pio XII da parte dei nazisti durante il terribile inverno dell’occupazione di Roma», scrive il giornale diretto da Gian Maria Vian. Vi si racconta di quando l’allora monsignor Giovanni Battista Montini (poi Papa Paolo VI) si presentò una notte d’inverno del 1944, tra fine gennaio e inizio febbraio, nella loro abitazione, in cerca del padre, direttore dei Musei, per avvertirlo di quanto rivelato dell’intelligence militare britannica. «Breve conciliabolo riservato» Racconta Nogara che «dopo un breve conciliabolo riservato» i due uscirono frettolosamente. Il giorno dopo Bartolomeo Nogara raccontò al figlio Antonio che l’ambasciatore del Regno Unito Francis d’Arcy Osborne e l’incaricato degli Stati Uniti Harold Tittmann «avevano avvertito monsignor Montini» di aver avuto notizia dai rispettivi servizi d’intelligence militari, «di un avanzato piano superiore» dei nazi- 5 sti per «la cattura e la deportazione del Santo Padre», «col pretesto di porlo in sicurezza “sotto l’alta protezione” del Fuhrer». «Nel qual caso, ritenuto imminente - aggiunge Nogara -, le forze alleate sarebbero immediatamente intervenute per bloccare l’operazione, anche con sbarchi a nord di Roma e lancio di paracadutisti. Occorreva pertanto apprestare subito un rifugio segreto ove rendere irreperibile il Santo Padre per il tempo strettamente necessario, due o tre giorni, all’intervento militare». Il piano per nascondere Pacelli Secondo il resoconto, i due uomini a quel punto optarono per nascondere il Papa nella Torre dei Venti che si erge sopra un’ala della Biblioteca Vaticana e dell’Archivio Segreto. Qui «sarebbe dovuto rimanere nascosto per due o tre giorni fino all’arrivo di una squadra speciale delle forze Alleate» che sarebbero giunte in paracadute per salvarlo. Così «il folle piano non fu mai attuato», scongiurato anche «grazie alle prese di posizione interne delle autorità diplomatiche tedesche a Roma» che comprendevano gli effetti negativi che avrebbe avuto sulle popolazioni cattoliche. Il testo scritto da Antonio Nogara e pubblicato ora dall’Osservatore Romano è stato scoperto solo dopo la sua morte, avvenuta nel 2014. Non è chiaro chi fossero i nomi di quelle autorità diplomatiche tedesche: ma nulla vieta di ipotizzare Eugen Dollmann, colonnello delle Ss che a Roma si prodigò per evitare una rappresaglia ancora più feroce di quella che delle Fosse Ardeatine che seguì all’attentato di via Rasella e che, nel 1945, concordò la rese delle truppe tedesche nel Nord Italia appellandosi al cardinale di Milano Schuster. Senza contare il suo talento di «007» operativo: fu lui a scoprire il nascondiglio segreto di Mussolini sul Gran Sasso, permettendo il rapimento. Occupazione, continua il trend positivo Dati sul lavoro positivi per l’Italia: a maggio il tasso di disoccupazione scende all’11,5%. Aumentano anche gli occupati: 299.000 posti di lavoro in più in un anno, mentre la crescita frena sul mese (+21.000). Soddisfatto il premier Matteo Renzi. “Con i dati Istat di oggi siamo a 497mila posti di lavoro in più da febbraio 2014. Il jobsact sta creato lavoro stabile #avantitutta”, scrive su Twitter il presidente del Consiglio. Anche il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, parla di dati “positivi che confermano una tendenza di crescita dell’occupazione”. Tornando ai numeri il tasso di disoccupazione a maggio è pari all’11,5%, in calo di 0,1 punti percentuali su aprile e di 0,7 punti percentuali rispetto a maggio 2015. Dopo l’aumento di aprile (+1,5%) la stima dei disoc- cupati a maggio cala dello 0,8% (-24 mila). Il calo interessa sia gli uomini (-1,0%) sia le donne (-0,6%). Dopo l’aumento registrato nei due mesi precedenti (+0,3% a marzo e ad aprile), spiega l’Istat, la stima degli occupati a maggio sale ancora, seppure in modo lieve (+0,1%, pari a +21 mila persone occupate). La crescita dell’occupazione è attribuibile alla componente femminile e riguarda i dipendenti (+11 mila i permanenti, +37 mila quelli a termine) mentre calano gli indipendenti (-28 mila). Nel trimestre marzo-maggio l’aumento degli occupati (+0,4%, pari a +101 mila) è associato ad un calo dei disoccupati (-1,1%, pari a -32 San Luis 5358 (60-62-64) Peñalolen (02) 298 15 58 298 24 02 Fax (02) 322 03 95 www.carnessori.cl mila) e degli inattivi (-0,9%, pari a -121 mila). Su base annua si conferma la tendenza all’aumento del numero di occupati (+1,3%, pari a +299 mila). La crescita tendenziale è interamente attribuibile ai dipendenti, sia permanenti (+1,7%, pari a +248 mila) sia a termine (+3,5%, pari a +81 mila), mentre sono in calo gli indipendenti. Nello stesso periodo calano i disoccupati (-5,6%, pari a -175 mila) e gli inattivi (-2,2%, pari a -305 mila). Vacuno Cerdo Sub productos Arrollados Hamburguesas Cordeo Lechón Pollo Pavo Jabalí Puro Ciervo Avestruz Codornices Pato Neozelandés Conejo Guayu 100% Orgánico Quesos 6 Presenza- 16 luglio 2016 Gigliola Pacciarini /Alejandra Calcagni Con la gentile collaborazione della Prof.ssa Silvia Perroni www.scuola.cl / [email protected] SCUOLA ITALIANA DI SANTIAGO Programmazione Culturale II° Semestre Vi invitiamo a conoscere ed a partecipare alle attività programmate per il Secondo Semestre 2016 nel Centro Culturale Scuola. Vi ricordiamo che tutte le attività sono gratuite ed aperte a tutto il pubblico: SCUOLA ITALIANA DI SANTIAGO Finale Coppa Soprole UC Mercoledì 15 giugno si è svolta la tanto attesa finale della Coppa Soprole UC con l’incontro della nostra squadra di calcio, categoria Intermedia, con la scuola La Salle, vinta da quest’ultima squadra. Facciamo i nostri auguri ai giocatori della Scuola ed al loro allenatore Fernando Serrano per essere arrivati a questa importante finale e per l’eccellente semestre che hanno avuto. Una final (Por Fernando Serrano Profesor Equipo Intermedia Fútbol) Si expusiera esta historia como lo hace Gabriel García Márquez en Crónica de una muerte anunciada debería partir comentando la tristeza de la derrota. Nos costó aceptar que perdimos, y es importante darse cuenta de esto pues no nos ganaron, nosotros perdimos, no desatamos nuestro juego, y obviamente esto genera un porcentaje importante de frustración, esta fue la parte triste y que al momento de escribirlo se observa con cierta distancia por el tiempo transcurrido. Hubiese sido ideal terminar la elaboración de la torta poniéndole la correspondiente guinda, y la guinda para el equipo era ganar esa final, no fue así, pero lo ya elaborado y creado es imborrable, la forma de jugar, la convicción, las certezas de cada jugador, la generosidad en los desplazamientos, la confianza generada entre todos en cada entrenamiento y aumentada en cada partido, el esfuerzo por responder como corresponde en el ámbito académico y algo importante en el equipo es tener siempre como objetivo la transparencia y honestidad en nuestras relaciones, además de la consecuencia. Varias veces discutimos, y fuerte, nos enojamos, nos dijimos cosas en caliente, tuvimos que vernos a los ojos y ser capaces de pedir disculpas, había que desplazar el umbral de la tolerancia y la paciencia, cada uno debía hacerse cargo de los procesos internos que semana a semana se estaban desarrollando y en los momentos pertinentes comentarlos, todo esto involucra un crecimiento innegable, una capacidad de reflexión importante, todo gracias al fútbol y la oportunidad que nos brinda para pensar en lo que somos y lo que queremos ser dentro y fuera de la cancha. Un profesor me dijo a la pasada “para perder una final hay que llegar a ella”, y aunque en un principio lo encontré un tanto cursi, debo reconocer que el sentido de sus palabras ha hecho un constante ruido en mis pensamientos por todo lo que vivenciamos para estar ese día Miércoles 15 de junio a las 14.03 comenzando a disputar el último partido de la Copa Soprole UC. Felicito al Equipo de fútbol, categoría Intermedia por el excelente desempeño demostrado en el Semestre! Presenza- 16 luglio 2016 “Amabili Resti”: 7 Carta, memoria e testimonianza La mostra “Amabili Resti”, della professoressa di Arte della Scuola e riconosciuta artista Iris Broquedis, verrà esibita fino al 22 agosto nell’Istituto Italiano di Cultura (Triana 843, Providencia). In questa esposizione si trovano pezzi di abbigliamento, realizzati in carta e fatti a mano, intervenuti con testi, incisioni e cuciture, basati su disegni propri dell’epoca in cui sono arrivati in Cile diversi gruppi di immigranti italiani. “Basandomi sul concetto dei libri di artista, ho preso la struttura modulare d’accordo a documenti determinati come passaporti, documenti di immigrazione, cartoline antiche, in modo da portare lo spettatore a riflettere sull’essenza del proceso di immigrazione, della nostalgia di ritornare alla propria terra, della forza per adattarsi in un nuovo paese e delle connessioni che rimangono con il paese di origine”, spiega l’artista. Vi invitiamo a conoscere questo interessantissimo lavoro! Encuentro Escolar de Bochas en Circolo Italiano de Villa Alemana (Por el profesor, Oscar Mellado Salazar) Resultados de nuestros alumnos: El sábado 25 de junio, en las canchas del Circolo Italiano de Villa Alemana, se realizó el Primer Encuentro de Bochas de este año 2016. En esta actividad, participaron ocho alumnos integrantes de nuestro taller de Bochas: Isadora Martínez, Camila Moral, Raffaella Giaconi, Santiago Muñoz, Benito Giaconi, Belén Jara, Renata Burgos y Tomas Ubilla. Estos alumnos disfrutaron de una jornada de Bochas, compartiendo un rico almuerzo junto a los anfitriones de la Scuola Italiana de Villa Alemana, acompañados por sus padres quienes vibraron al ver en acción a sus hijos(as). Agradecemos a la Scuola Italiana de Villa Alemana por la invitación y excelente organización de este encuentro, también, a los apoderados que acompañaron y apoyaron en todo momento a sus hijos(as), y a los alumnos participantes, quienes mostraron grandes cualidades y dejaron muy bien representada a nuestra querida Scuola. Congratulazioni! 8 COLLETTIVITÁ Presenza- 16 luglio 2016 Giacomo Ravera Grillo (Santiago Ravera) Italia, 26 de febrero de 1912 - Chile, 6 de julio del 2016 Partió nuestro tío, nuestro querido tío Santiago……. es tan difícil encontrar las palabras adecuadas para expresar lo que verdaderamente él significó para su familia, amigos y conocidos, como se dijo, fue un Maestro para la vida. Nació en Ovada en una familia de cuatro hermanos. Emigraron a Chile junto a sus padres luego de la gran pobreza que dejó la Primera Guerra Mundial, e hicieron raíces en esta Tierra que los acogió dedicándose a la venta de abarrotes. Giacomo conoce a Eugenia Delucchi, su hermosa vecina y gran amor, con quien se casa en 1945. Hombre alegre, de vida ordenada, de sólidos valores, íntegro, respetoso y educado, apegado a las tradiciones italianas y para quién la familia era el centro y razón de todo. Siempre le gustó la buena comida, salir a pasear y la música italiana, siendo “Il mazzolín di fiori” su canción preferida y que cantaba siempre con tanto entusiasmo. Muy amigo de sus amigos, con los más cercanos formaron la tradición de juntarse todas las semanas a jugar lo que llamaban “pichanga”, reuniones en las que tomaban once y jugaban canasta ó dominó. Pero más allá de todo eso, lo que identificaba al tío Santiago fue su tremenda capacidad de entregar tanto amor!!! Imposible olvidar esa sonrisa llena de una profunda ternura, sus besos y cariños con sus dulces manos que solían dar golpecitos en las mejillas de sus sobrinos. Se fue un grande, un hombre de una calidad humana como pocos y que sin duda dejó huellas profundas, un verdadero privilegio haberte tenido tío!!! Pero esta despedida no tiene que ser triste. Quedémonos con su ejemplo, sigamos sus pasos, busquemos siempre el camino de la armonía y felicidad que él nos enseñó. ¡¡¡Hasta pronto querido e inolvidable Tío Santiago!!! ACLI e la dichiarazione di redditi a La Serena Como es habitual cada año, el INPS (Istituto di Previdenza Sociale), solicita a cada uno de sus pensionados la Dichiarazione dei Redditi, correspondiente al año anterior, en este caso el 2015. Por este motivo el Patronato ACLI, con su equipo de trabajo, compuesto por su Responsabile, la Sra. Claudia Avendaño y la Operatrice Sra. Maruzzella Tavonatti, se trasladaron hasta la ciudad de La Serena, entre los días 20 y 22 de Junio, para atender a todos los pensionados italianos de la IV Región. No sólo en el tema de Redditi, sino también en trámites como trasferimen- Servizio del Patronato ACLI L'ufficio del Patronato attende il pubblico presso la Parrocchia Italiana (Bustamante 180) con il seguente orario: da Lunedi a Venerdi dalla ore: 08:30 alle 14:30 Tel: 2665-0340; 22225247 - E-mail: [email protected] to di pensione, ricostituzione di pensione, domanda di pensione, orientación y ayuda para la obtención de documentos para tramitar la ciudadanía, etc. Un agradecimiento especial al Vice-Cónsul Sr. Franco Dalbosco y a su Secretaria Sra. Ingrid Alcayaga, quienes además de prestar las dependencias del Vice-Consulado para poder facilitar la atención, brindaron al Patronato la acogida y disponibildad para poder realizar una eficiente y buena gestión. Venga a un lugar especial a probar lo mejor de la gastronomía italiana. Lo esperamos *Providencia 1975 (Esq. Pedro de Valdivia) *Vitacura con Charles Dickens Circolo di Professionisti di origine italiana A letto per indisposizione la cupola direttiva del Circolo di Professionisti, ha reso gli onori di casa Roberto Fenzo che ha invitato al tradizionale brindisi gli assistenti alla conferenza ed ha presentato l’oratore che si esibiva per la seconda volta a parlarci di musica operistica: la prima volta di Verdi ed oggi di Giacomo Puccini: Joaquin Rodríguez B. Conoscitore profondo ed enciclopedico di musica ha intrattenuto la (quasi) cinquantina di amici con una presentazione seducente e, con l’aiuto di spezzati originali di opere, a farci gustare la bellezza dell’opera italiana: stasera con il passionale ed intimo Giacomo Puccini. Giacomo Puccini nacque a Lucca il 22 dicembre del 1858, sestogenito dei nove figli di Michele Puccini e di Albina Magi Da quattro generazioni i Puccini erano maestri di cappella del Duomo di Lucca. Il padre di Giacomo era uno stimato professore di composizione presso l’Istituto Musicale Pacini. La morte del padre, avvenuta quando Giacomo aveva cinque anni, mise in condizioni di ristrettezze la famiglia. Puccini ottenne dalla regina Margherita una borsa di studio che gli consentì di perfezionarsi presso il Conservatorio di Milano dal 1880 al 1883. Durante questi anni divise una camera con l’amico Mascagni. Nel 1883 partecipò al concorso per opere in un atto indetto dall’editore musicale Sonzogno con Le Villi: non vinse il concorso, ma nel 1884 l'operetta fu rappresentata al Teatro dal Verme di Milano sotto il patrocinio dell’editore Giulio Ricordi, concorrente di Sonzogno. Puccini non amava la vita di città avendo indole essenzialmente solitaria. Quando, con Manon Lescaut ebbe il primo grande successo e vide aumentare le sue disponibilità economiche, pensò di tornare alla terra natale e acquistò un immobile sulle colline tra Lucca e la Versilia a Torre del Lago: amava il mondo rustico, la solitudine e lo considerava il posto ideale per coltivare gli incontri tra artisti. Il successo con la Manon Lescaut segnò l’inizio di una fruttuosa collaborazione con i librettisti Luigi Illica e Giuseppe Giacosa che avrebbero scritto poi i libretti delle successive tre opere, le più famose e rappresentate di tutto il teatro pucciniano. La prima, La bohème è forse la sua opera più celebre. La “prima” è stata rappresentata al Regio di Torino nel 1896 diretta dal giovane Arturo Toscanini. Attualmente è una delle opere più richieste e viste in tutto il mondo. La successiva, Tosca, rappresenta l’incursione di Puccini nel melodramma storico a tinte forti. Il soggetto, tratto da Victorien Sardou, può richiamare alcuni stereotipi dell’opera verista. Madama Butterfly è la prima opera esotica di Puccini. Il suo esordio alla Scala nel 1904 fu un solenne fiasco, probabilmente almeno in parte orchestrato dalla concorrenza. Dopo alcuni rimaneggiamenti, l’opera fu presentata al Teatro Grande di Brescia, dove raccolse un successo pieno, destinato a durare fino a oggi. La collaborazione con Illica e Giacosa fu certamente la più produttiva della carriera artistica di Puccini. Turandot, l’incompiuta Dal 1919 al 1922, lasciata Torre del Lago, perché era disturbato dall’apertura di un impianto per l’estrazione della torba, Puccini visse nel comune di Orbetello, nella Bassa Maremma, dove acquistò sulla spiaggia della Tagliata una vecchia torre di avvistamento del tempo della dominazione spagnola, oggi detta Torre Puccini, in cui abitò stabilmente. Qui, a pochi metri dal Mar Tirreno, il compositore si dedicò alla sua ultima opera: Turandot, che lasciò incompiuta. Tratta da una fiaba teatrale di Carlo Gozzi rappresentata la prima volta nel 1762, Turandot è la prima opera pucciniana di ambientazione fantastica. In quest’opera l’esotismo perde ogni carattere ornamentale o realistico per diventare forma stessa del dramma: la Cina diviene così una sorta di regno del sogno. L’opera rimase incompiuta poiché Puccini morì a Bruxelles nel 1924, per un infarto miocardico acuto. Le ultime due scene di Turandot, di cui non rimaneva che un abbozzo musicale discontinuo, furono completate da Franco Alfano sotto la supervisione di Arturo Toscanini. La tomba del maestro si trova nella cappella della villa di Torre del Lago. Arrivederci al prossimo incontro che sarà mercoledì 27 luglio. Junio en el Hogar Italiano El mes de Junio es un mes muy importante para nuestro Hogar Italiano, Ya que en él celebramos el día de la República de Italia, motivo por el cual realizamos una celebración con un tradicional almuerzo, con platos típicos de nuestra república, dónde nuestros residentes, pudieron celebrar, comiendo y cantando canciones típicas, lo que los llevó a recordar su querida patria. Por otra parte, celebramos el día del Padre, motivo por el cual se invitó a los familiares de nuestros residentes, para compartir un rico té, junto a el directorio y voluntariado de nuestro Hogar Italiano. Se les hizo entrega de un presente a cada uno de los papás, amenizado con música de acordeón, lo que animó a bailar y disfrutar de una tarde llena de emociones y alegrías. Juan Pablo Agostini González Psicólogo clínico - Tráumas - Estrés post traumático - Fobias - Ataques de pánico - Depresiones - Metodología basada en la neurociencia Atención Santiago y Vta. Región Mail: [email protected] www.fagostini.org, fonos 68462800 - 97223909 Stadio Italiano: Bocce Oro, Plata y Bronce Oscar Mellado, Luigi Monteverde Circolo di Professionisti di Origine Italiana Amigas y amigos del Circolo, El miércoles 27 de Julio nuestro invitado de honor será el profesor Emilio Toro Canessa quien nos presentará su conferencia con proyecciones alusivas al tema de “Los Emporios: integración socio-cultural Italiana en el Gran Valparaíso” Profesor de Historia y Geografía. Licenciado en Historia Universidad de Viña del Mar. Diplomado en Lengua, Historia y Cultura por Universidad de Génova, Italia. Alumno de segundo año del Magister en Historia, Pontificia U. Católica Valparaíso. Investigador Archivo Histórico Patrimonial de Viña del Mar. Profesor ayudante Universidad Adolfo Ibáñez Membresías: ICOM Chile y miembro del directorio de la Asociación Lígure de Chile Miembro de la Sociedad Cultural Dante Alighieri de Valparaíso Como de costumbre, los esperamos cordialmente, a partir de las 20:30 horas en el Stadio Italiano, Av. Apoquindo 6589, Las Condes. Saludamos atentamente a Uds. En nombre del Directorio Rina Garibaldi Solari Secretaria Romolo Trebbi del Trevigiano Presidente Adhesión: $13.000 Se ruega confirmar la asistencia con anticipación, a más tardar el día martes 26, a la Sra. Rina Garibaldi (Cel. 9-2208143) o al correo [email protected]. Se ruega además puntualidad, considerado que la cena se servirá a las 21:00 h. Los participantes a la cena que llegan después de las 20:00 horas, pueden hacer uso del estacionamiento del Stadio Italiano de calle Esteban dell’Orto. COLLETTIVITÁ El Terceto del Stadio Italiano de Santiago conformado por Oscar Mellado, Luigi Monteverde y Rodolfo Gálvez se adjudicó la Medalla de Oro del exitoso campeonato “FECHIBO 2016” realizado el Domingo pasado en el Bochódromo de la Federación Chilena de Bochas en el Estilo Bocha Zerbín y organizado por la Federación de la disciplina. Los Campeones dejaron con Medalla de Plata al Terceto de su mismo Club integrado por Patricia Torres, Rossana Cid y Franco Mangini. El Tercer lugar también fue para el Stadio Italiano con su trío Sofía Tello, Franco Barbano y la revelación infantil de 11 años Carla Barbano quien se encuentra entrenando para superarse con el Conjunto Nacional que asistirá al Panamericano Raffa Femenino de Chapecó en Agosto Próximo. En Consuelo el 1º lugar fue para el Circolo Italiano de Villa Alemana integrado por Mattia Sanita, Mario Ramírez y Ángelo Podestá. En resumen un día exitoso de excelente y respetuosas confrontaciones, con alegría, con almuerzo de camaradería y confraternidad deportiva y jugadores que en todo momento aportaron con su actitud positiva y constructiva a una jornada para recordar según las palabras del Presidente de la Federación Chilena de Bochas Don Francisco Toso Aste recogidas de las expresiones de los deportistas asistentes. ¡Felicitaciones a todos! Resultados Generales: Roda de Ganadores: 1º lugar: Stadio Italiano de Santiago (O.Mellado, L.Monteverde y R.Gálvez) 2º lugar: Stadio Italiano de Santiago (P.Torres, R . C i d y F. M a n g i n i ) 3º lugar: Stadio Italiano de Santiago (S.Tello, F. Barbano y C.Barbano) Ronda de Consuelo: 1º lugar: Circolo Italiano de Villa Alemana (M.Sanita, M.Ramírez y A.Podestá) 2º lugar: Circolo Italiano de Villa Alemana (G.Muñoz, F.Barchessi e I.González) 3º lugar: Circolo Italiano de Villa Alemana (A.Bernardello, E.Montti y E. Paganini P.) Presenza- 16 luglio 2016 Associazione Ligure del Chile 1986 – 30 anni – 2016 9 Domenica 28 agosto 2016, convocata tutta la comunità Ligure e italiana alla: Festività della Madonna della Guardia, Dell’Orto e di Montallegro. La nostra Associazione ricorda in un’unica Festività le Apparizioni della Vergine Maria a Genova, Chiavari e Rapallo. La più antica corrisponde alla Madonna della Guardia sul Monte Figogna nel 1491, un’epoca di grandi commozioni nella città di Genova che provocarono grandi disordini sociali. Alla Guardia, così come anche a Chiavari e Rapallo, le diverse Apparizioni accaddero a persone umili, contadini che furono investiti di una carica formidabile di volontà e di fede che sorpassarono mille ostacoli e che radunarono i propri compaesani per costruire in ogni caso un Tempio materiale, ma che in fondo non era altro che il simbolo di una solidarietà immensa di volontà e amore verso il prossimo. E sarà appunto questa nostra solidarietà che verrà onorata nella grande Festa della Madonna della Guardia, Dell’Orto e di Montallegro, il prossimo 28 agosto 2016, con la Santa Messa alle ore 11 nella Parrocchia Italiana, per poi proseguire con il nostro tradizionale convivio allo Stadio Italiano alle ore 13. Per favore, non mancate a questo appuntamento di amicizia e solidarietà verso la patria lontana: vi aspettiamo. Informazioni ai telefoni: 2 2219 2144 – 9 9220 8143 – Rina Garibaldi. L’Associazione Ligure del Cile È stata fondata il 1° ottobre del 1986, come si deduce dal verbale di quella prima seduta, redatto e sottoscritto dal nostro Primo Presidente Guglielmo Solari, nei Saloni della Società di Mutuo Soccorso l’Umanitaria, di Santiago. Quest’anno ricorrono perciò 30 anni dalla nostra fondazione e per questo incominciamo a celebrare ikl presente anniversario con la Festività della Madonna della Guardia, il prossimo 28 agosto a Santiago, e poi realizzeremo a Valparaiso e Santiago altre attività culturali per ricordare la fondazione del sodalizio. Lo scopo di queste manifestazioni e far conoscere il nostro operato, diffondere le nostre radici, la nostra cultura e le nostre tradizioni, diffuse e conservate nella società di accoglienza. FESTA DELLA MADONNA DELLA GUADIA Domenica 28 agosto 2016 La Comunità Ligure celebrerà un nuovo anniversario delle Apparizioni della Madonna della Guardia, dell’Orto e di Montallegro. Ore 11:00 Santa Messa Parrocchia Italiana A. Bustamante N° 180 presieduta dal Reverendo Giulio Rubin Parroco della Parrocchia Italiana di Santiago; con la speciale partecipazione del “CORO GIUSEPPE VERDI” di Valparaiso Ore 13:00 Salone Michelangelo Stadio Italiano Av. Apoquindo N° 6589 Tradizionale Pranzo di Amicizia Spettacolo “Italianissimo” a carico di Elia Cantillana e Nicolino Casaletti Ricordando le più belle canzoni italiane di tutti i tempi. Informazioni e Prenotazioni ai telefoni 2 2219 2144 – 9 9220 8143 [email protected] 10 Presenza- 16 luglio 2016 COLLETTIVITÁ Riposo eterno al nostro amico dott. Luis Semprevivo Curotto El doctor Luis Semprevivo Curotto, ingresó a la Escuela de Medicina de la Universidad de Chile en 1942; recién había cumplido 17 años. Porteño de nacimiento, estudió en la Scuola Italiana hasta que sus padres lo enviaron a Italia en 1932 junto a su hermano menor, contagiado de tuberculosis, a mitigar en mejores aires un mal que en Chile tenía escasa cura; allá, en Dorbora, un pueblo genovés cercano a Levaggi, vivió una infancia plena de dulzura familiar, pero marcada por la impronta caprichosa del Duce. De regreso a Chile, en 1937, el futuro pediatra encaminó sus estudios hasta lograr, mediante el bachillerato, el anhelo de estudiar medicina. De aquellos años recuerda a un compañero de toda la carrera, el doctor Humberto Pinto Cruzat: "... éramos como dos pajarillos perdidos en medio de las enormes aulas de la vieja escuela que se quemó en 1948, nos tratamos de usted desde el primero hasta el quinto año cuando ambos nos decidimos por la pediatría...", ..."mi estigma era apellidarme Semprevivo, esto provocaba -al comienzo- discretas sonrisas especialmente cuando pasaban lista en clases de anatomía, obvio". De sus maestros recuerda al doctor Juan Noé, del cual fue su ayudante en la cátedra de parasitología, con él mantenía largas conversaciones en lengua italiana. Sus padres, Amedeo y Amalia -comerciantes lígures- y la familia toda, recibieron con gran satisfacción la Licenciatura en Medicina lograda en 1950. "...vinieron años y años de servicio en hospitales, clínicas, en la Posta Central y en la consulta privada..." "Nunca me moví de Santiago y a pesar del agobiante y extenso trabajo, siempre existió el tiempo para mantener una vida familiar llena de afecto y convivencia junto a parientes y amigos; tanta compañía es la única explicación que tengo para no haber formado mi propia familia...llegué al grado de Comandante (S) en el Hospital de Carabineros donde fui Jefe de Pediatría... cuando decidí retirarme el año 2001 de la medicina activa, ya atendía a los nietos de mis primeros pacientes..." Consultados quienes lo rodean, todos coinciden en la generosidad de un hombre católico que aún comparte lo recibido con familiares y amigos. Cada uno de ellos tiene anécdotas con el patriarca de los Semprevivo y, al calor de la pasta dominical, brotan historietas de personajes nacionales e italianos o de cuando vivieron en la calle Argomedo, después en Las Trinitarias y no faltan los cuentos apasionantes ligados a la consulta que el doctor mantuvo por largos años en Vicuña Mackenna cerca de la Plaza Italia. Todo, absolutamente todo, quedó plasmado para siempre en un libro titulado "I Durbui" (Los de Dórbora) que don Luis escribió por los años noventa, a través del cual nos regaló página por página, episodios emocionantes de su extensa saga. Hoy, próximo a los 90 años, El doctor Semprevivo, agradece la compañía, el cariño y los cuidados familiares, se dedica a leer (cada vez menos recalca); nos reitera que la memoria es frágil. La ópera sabatina en un canal de cable es una de las pocas aficiones que mantiene desde su juventud. Cada día camina bien acompañado después de una caída reciente que le fracturó el húmero; eso sí, tiene la memoria fresca para recordar que la pediatría fue el espíritu que movió su vida profesional, el camino para servir, el placer de dormir agotado después de salvar la vida de un niño. (Presenza ha voluto ricordare la sua figura umile e dotta, a qualche settimana dalla sua scomparsa fisica, con questa rimembranza necessaria già pubblicata qualche anno fa nelle nostre pagine). Commiato della Undicesima a Giuseppe Manenti * Despacho exacto de Recetas de Médicos Oculistas *Gran surtido de Armazones y Cristales de las mejores marcas En el tradicional plato 11 del mes de Junio, en la Pompa Italia de Santiago, se despidió de los Bomberos nuestro querido Amigo Giuseppe Manenti, ya que llegaba a termino sus funciones como Director de la Agencia Italiana para el Comercio Exterior y retornaba a su Italia el 2 de Julio del presente. Ese día Giuseppe cocinó para todos los comensales una "zuppa tradizionale" que solía preparar su Nonna, deleitándonos a todos los presentes. Giuseppe se llevó los fraternales saludos de todos los integrantes de la Pompa Italia. Fotografía: De pié izquierda a derecha; Marco Cifelli, Giuseppe Manenti, Roberto Illari, Alfredo Schiappacasse. Sentados de izquierda a derecha; Edgardo Olivari, Mauricio Repetto, Rafael Squicciarini, Marco Mantero. Rimembranze Vittorio Cuccuini Nannelli (Firenze, 1862 Punta Arenas, 30 giugno 1906) è stato un artigiano italiano. Emigrato in Cile, è considerato il fondatore della Croce Rossa Cilena. Originario della Toscana, lasciò la sua terra natale nel 1889 con sua moglie Virginia e due figli, per raggiungere l’Argentina. Dopo essersi spostato in diverse località argentine, raggiunse l’Uruguay ed infine ilCile, dove si stabilì nella città di Punta Arenas, nella regione delle Magellane, dove trovò una numerosa comunità di connazionali emigrati. In questa città stabilì una attività di sarto e si inserì completamente nella società cilena. All’età di quarantuno anni ebbe l’idea di fondare una associazione di mutuo soccorso per le persone meno abbienti e soprattutto per i numerosi italiani che continuavano ad affluire nella città. Insieme ad altri cittadini cileni ed alcuni immigrati che accolsero la sua idea, diede vita il 18 dicembre 1903 al “Cuerpo de Salvavidas y Guardias de Propiedad”, considerato antesignano dell’odierna Croce Rossa Ci l ena. Il Corpo era una sorta di milizia composta di volontari, che si occupava di assistenza alla popolazione e di vigilare in difesa dei cittadini e di cui Vittorio Cuccuini Nannelli venne proclamato Capitano. La volontà del suo fondatore era però di orientare l’associazione verso la pubblica assistenza e istituì il primo servizio di trasporto infermi della città e del paese. Vittorio Cuccuini Nannelli morì la notte del 30 giugno 1906 colto da un colpo apoplettico durante le ricerche di una donna dispersa a causa di una tormenta di neve. Davanti alla storica sede della filiale di Punta Arenas della Croce Rossa Cilena è stato eretto un busto in sua memoria. Care Lettrici e Cari Lettori, se avete qualche foto di archivio (di famiglia o di comunità) e ce le inviate con una breve didascalia, saremo felici di inserirla in questa serie di "rimembranze" iniziativa dell'Arch. Claudio Massone STADIO ITALIANO Presenza- 16 luglio 2016 11 12 Presenza- 16 luglio 2016 SCUOLA ITALIANA VALPARAISO FINE PRIMO QUADRIMESTRE 2016: SPUNTO PER LA RIFLESSIONE Due scopi ben precisi del Progetto Educativo della nostra Scuola: da una parte, la protezione dell’ambiente naturale; dall’altra, la protezione dell’ambiente sociale in cui siamo immersi, per via del rispetto e della sana convivenza con il nostro prossimo, specialmente con la famiglia. Cosecha”, ceremonia in cui si festeggiano gli apprendimenti acquisiti durante il semestre. Si son presentati sketches, messe in scena e canzoni, dopodiché i diversi gruppi si sono scambiati ricordi in un clima di allegria e di entusiasmo collettivo. Fra le tante attivitá svolte a scuola durante il mese di giugno, ci sono alcune che puntano sul rinforzamento di questi legami: D’altra parte, i bambini di Scuola Materna hanno festeggiato due momenti significativi, e le loro mastre hanno organizzato, a questo scopo, bellissime attivitá per favorire l’incontro in famiglia: La tradizionale “Tallarinata” organizzata dal gruppo Scout “Giuseppe Garibaldi” che, quest’anno, é stata indirizzata all’acquisto di tende per favorire una piú comoda vita all’aria aperta, durante i campeggi. Occasione questa in cui le famiglie della Scuola condividono, intorno al tavolo, esperienze, risate, un semplice piatto di pasta e un bicchiere di vino in un ambiente caratterizzato dallo spirito di servizio e di cameratismo. Lo stesso gruppo Scout, stavolta solo le “Golondrinas” si é recato alla scuola Salesiana per assistere alla “Fiesta de la Il giorno del padre, in cui i piccolini hanno espresso con poesie, giochi ed altre attivitá quanto sia per loro importante la figura paterna, sempre unita ad immagini di forza, di sicurezza, di protezione, di sostegno, immagini che ci fanno ricordare i versi di Valeri “perch’io son la forza omnipotente e buona /che fuga il male triste e le fosche paure/e comanda alla vita, e regna sul destino”. La Festa della luce: le famiglie festeggiano di sera l’arrivo imminente dell’inverno e del freddo. I fanalini accesi che portano in mano vengono a simboleggiare lumi d’amore: quello della famiglia, quello della scuola. Lumi che non dobbiamo mai spegnere perché ci indicano il cammino, per via del quale gli esseri umani cresciamo e maturiamo in armonia. Famiglia e scuola: i due assi intorno ai quali gira l’intera vita dei nostri piccoli. Le vacanze d’inverno ad portas ci permettono di riflettere su quello che é stato il Primo Quadrimestre 2016: quattro mesi durante i quali diverse attivitá, come queste svolte a giugno, ci indicano un cammino che, percorso insieme, ci porterá a buon porto. Malgrado i problemi e la stanchezza propria di questa tappa dell’anno scolastico; malgrado i tanti ostacoli presentatisi e le responsabilitá assunte, il cui peso si fa sentire a luglio; nonostante tutto, valori come quelli della protezione familiare e della cura dell’ambiente ci fanno pensare a una scuola che si avvia verso il futuro con la convinzione assoluta di star facendo le cose bene. PAGINA RELIGIOSA Gmg 2016, a Cracovia vi aspetta una Casa Si dice “casa” e si dice tutto. Una porta che si apre, qualcuno che ti aspetta, le cose che ti servono… Chi è in viaggio, soprattutto se in un Paese lontano dalla propria cultura, fa alla svelta ad avere nostalgia di casa. Soprattutto noi italiani: non è solo il bisogno di avere ciò che serve; è proprio la necessità di trovare anche solo qualcuno che parli la nostra lingua, qualcuno che possa ascoltarci, capirci. Certo, i giovani parlano l’inglese meglio degli adulti, ma non è solo la lingua. Nel suono di parole comprensibili e vicine, c’è il respiro di non sentirsi soli, di poter scambiare le impressioni del viaggio, di chiedere e offrire suggerimenti su dove andare a mangiare, dove trovare quel cappello tanto curioso visto in giro, come fare per visitare un luogo, un monumento o vedere un artista di strada. Insomma, è la condizione della casa che permette di essere pellegrini con un filo ancora attaccato a qualcuno. È il gioco delle relazioni che magicamente sembra funzionare in modo diverso e più intenso proprio quando si è lontani dagli affetti quotidiani. È così che abbiamo pensato Casa Italia. Quando a Cracovia, due anni fa, il Comitato organizzatore locale (Col) ci chiese che come volevamo organizzare Casa Italia, cosa volevamo fare, quali sarebbero state le necessità e di quanti spazi avremmo avuto bisogno, noi abbiamo incominciato a raccontare tutte queste cose. La loro reazione fu, scherzando: «Il castello del Wawel va bene?». Beh, in effetti non siamo poi tanto lontani (via Bernardinska è praticamente a ridosso del castello) e gli spazi sono davvero notevoli. Saremo ospiti. ll’Università San Giovanni Paolo II e dei Frati Bernardini, con spazi per i servizi e spazi per l’incontro fra gruppi di giovani. Casa Italia sarà già aperta e operativa quando i giovani italiani arriveranno a Cracovia per la Gmg. E, se ne avranno voglia, ci sarà una “casa” per loro pronta ad accoglierli per qualsiasi necessità. Un gruppo di giovani animatori saranno a disposizione per i servizi necessari e per offrire informazioni; la segreteria sarà aperta per supportare gli accompagnatori e i responsabili dei gruppi; un media center farà da ponte con l’Italia rilanciando informazioni e materiale che sarà pubblicato sui siti Web e rilanciato sui social. Saranno presenti i media legati alla Cei: Avvenire, Sir, Tv2000, Radio InBlu. E anche la redazione della rubrica di RaiUno, «A Sua Immagine». Nel cortile di Casa Italia, accessibile a tutti i pellegrini italiani, sarà disponibile una rete wi-fi libera e gratuita che permetterà ai giovani italiani di comunicare con parenti e amici. Accanto al cortile di Casa Italia, la chiesa dei Bernardini, una delle chiese storiche più belle di Cracovia che sarà uno dei luoghi di catechesi per gli italiani; a dieci minuti a piedi, l’alloggio dei vescovi italiani. A pochi passi, poi, c’è il grande prato di Blonia che ospiterà i grandi eventi, dalla cerimonia di accoglienza del Santo Padre, alla Via Crucis. Terremo le porte aperte, perché anche se siamo in una terra lontana, non manchi a nessuno un luogo accogliente, una mano tesa, il sorriso di un volto per far sentire ciascuno a proprio agio come a… casa! Sud Sudan, un missionario: qui c’è una guerra nascosta Lontano dai riflettori, c’è una guerra che continua a mietere vittime. Morte e disperazione affliggono la popolazione del Sud Sudan che, ottenuta l’indipendenza nel 2011, confidava in un nuovo percorso dopo 22 anni di sangue con 2 milioni di morti e 4 milioni di profughi. Purtroppo nelle scorse settimane si è nuovamente accesa la battaglia fratricida. Il presidente Salva Kiir e il suo vice Riek Machar, esponenti rispettivamente dell’etnia maggioritaria Dinka e di quella minoritaria Nuer, non sono riusciti a trovare un’intesa di pace per dare un futuro sereno al Paese. «È significativo – racconta il salesiano Jim Comino, da 23 anni missionario in Sudan e Sud Sudan dopo 32 anni in Korea – che gli scontri siano ripresi proprio dove si concentrano gran parte delle risorse petrolifere, cioè dove staziona la maggiore ricchezza del Paese. È difficile tracciare un bilancio delle vittime: secondo l’Onu sarebbero decine di migliaia. I pesanti combattimenti degli ultimi due mesi nel Sud Sudan hanno provocato la migrazione forzata di più di 200mila persone e hanno bloccato le consegne di aiuti umanitari per 650mila persone. La situazione è diventata talmente pericolosa che le organizzazioni umanitarie sono state costrette a ritirarsi». La guerra, che sta devastando il povero Sud Sudan, costringe la popolazione all’esodo forzato nella foresta o nelle nazioni vicine. Da un anno le Nazioni Unite hanno dichiarato che la terra coltivabile è completamente «libera dalle mine-antiuomo (made in Italy) fatte a forma di giocattolo. La gente non è abituata a lavorare il terreno perché molti di loro sono vissuti e cresciuti nei campi profughi. È incredibile! I ribelli impediscono di lavorare la terra per produrre da mangiare e per mettere in atto una specie di pulizia etnica, uno strumento per eliminare il nemico con la fame. È un sistema che non costa niente, più efficace delle sparatorie dei mitra, non fa propaganda ed è molto silenzioso, per questo non fa notizia». Il 75% della nazione dipende dall’agricoltura, perché non c’è alcuna industria e «le risorse naturali sono derubate da altri Paesi». Il Sud Sudan una volta era il granaio dell’Africa, oggi importa l’80% del cibo; la terra è fertile (c’è l’acqua), il clima è buono, ma solo il 30% viene coltivato e di conseguenza «il 90% della gente non ha abbastanza da mangiare». La Francia sfrutta le miniere d’oro e altri minerali, mentre la grande Tigre Cinese sta appropriandosi di vaste estensioni di terreno coltivabili ed esporta i prodotti. «Le Nazioni Unite hanno lanciato un sos per ricevere aiuti alimentari, altrimenti circa 5 milioni di persone rischiano la fame e solo il Signore sa quanti, specialmente bambini, moriranno all’insaputa di tutti. Solo quando migliaia di persone e bambini moriranno, i mass media forse diranno qualcosa». Là dove c’è la guerra, qualcuno prova, nonostante tutto, a seminare speranza. Davanti a questi enormi problemi, «guidati dallo spirito di Don Bosco pensiamo che l’unica soluzione sia educare alla coltivazione della terra; quindi educare i giovani delle nostre cinque presenze salesiane nel Sud e addestrarli nell’agricoltura. Solo con l’educazione e lo sviluppo agricolo si evitano le lotte tribali, perché se la gente è occupata nel coltivare la terra per poter mangiare, non ha tempo di fare la guerra. Dar da mangiare ai poveri oggi è un bell’atto di carità, ma non risolve il problema del domani, come dice il proverbio cinese: “Non basta dar loro il pesce da mangiare un pesce ma bisogna insegnar loro a pescare”. Questa è la nostra speranza nel Sud Sudan: non solo dar da mangiare a chi muore di fame, ma insegnar loro a produrre il mangiare per diventare autosufficienti e crescere nella propria terra, solo così fermeremo la corsa all’emigrazione in Europa». La Chiesa non chiude alla speranza in un territorio dove il 60% è cristiano: «Abbiamo lanciato il progetto di realizzare 100 scuole primarie per 50mila bambini del sud Sudan. Agli occhi di chi non crede nei miracoli della Divina Provvidenza sembrava un progetto irreale, impossibile… In tre anni siamo già riusciti a costruire 70 scuole primarie ognuna del costo di 80mila euro: sono scuole affidate ai vescovi del Sud Sudan. Oggi oltre 20mila bambini hanno la possibilità di studiare al riparo dalle intemperie, mentre molti di loro prima studiavano all’ombra di un albero senza riparo dalla pioggia, dal vento e dal sole». Presenza- 16 luglio 2016 13 La pace in Siria è possibile» Appello del Papa ai governi Papa Francesco esorta i governi a cercare una soluzione politica alla guerra in Siria nell’ambito della campagna promossa da Caritas Internationalis «Siria: la pace è possibile». “Desidero rivolgermi a tutti i fedeli e a coloro i quali sono impegnati, con Caritas, nella costruzione di una società giusta”, ha sottolineato apa Francesco apa Francesco in un videomessaggio appositamente registrato, pubblicato oggi. «La pace in Siria è possibile»?«Tutti devono riconoscere che non c’è una soluzione militare per la Siria, ma solo una politica» ha affermato il Papa. “La comunità internazionale deve pertanto sostenere i colloqui di pace verso la costruzione di un governo di unità nazionale.” “Vi invito a rivolgervi a coloro i quali sono coinvolti nei negoziati di pace affinché prendano sul serio questi accordi e si impegnino ad agevolare l’accesso agli aiuti umanitari”. Affrontare le conseguenze umanitarie dei 5 anni di guerra in Siria è la più grande operazione di soccorso intrapresa da Caritas Internationalis nel mondo. Caritas fornisce cibo, assistenza sanitaria, beni di prima necessità, istruzione, rifugio, consulenza psicologica, protezione e mezzi di sostentamento in Siria e nei paesi che ospitano rifugiati. Solo l’anno scorso, le Caritas nazionali hanno portato aiuti a 1,3 milioni di persone. Inoltre Caritas sta incitando i suoi sostenitori in tutto il mondo a fare pressione sui governi affinché facciano sì che tutte le parti del conflitto si uniscano per trovare una soluzione pacifica; sostengano milioni di persone che subiscono le conseguenze della guerra; diano ai Siriani, all’interno e al di fuori del paese, dignità e speranza. “Mentre il popolo soffre, incredibili quantità di denaro vengono spese per fornire le armi ai combattenti. E alcuni dei paesi fornitori di queste armi, sono anche fra quelli che parlano di pace. Come si può credere a chi con la mano destra ti accarezza e con la sinistra ti colpisce?”. Caritas sta lanciando, per sostenere la campagna, un nuovo website - www.syria.caritas.org -, nel quale ci saranno anche un’opera d’arte appositamente commissionata all’artista siriano Tammam Azzam, un film d’animazione sulla guerra, una serie di fotografie premiate, nonché le testimonianze di Siriani rimasti in patria e di rifugiati che vivono nei paesi confinanti o più lontani. Il presidente della Caritas Internationalis, il cardinale Luis Antonio Tagle, che ha incontrato siriani in Libano e in Grecia, ha detto: “Non sono solo numeri, sono esseri umani. Dobbiamo dare loro speranza, dignità e pace. È necessario dare inizio ad un movimento mondiale per la pace. A nome di tutti coloro che sono colpiti da questo conflitto, lanciamo un appello a tutti per promuovere la pace in Siria”. 14 Presenza- 16 luglio 2016 SPORT L’eredità dell’Italia dopo Euro 2016 L’Europeo lascia a Ventura un’Italia da ritoccare per andare ai Mondiali e a Tavecchio più peso político L’Italia s’è desta. Dai calci di rigore, amarissimi. E da un Europeo che, a detta di tutti, ci ha restituito il rispetto che meritiamo. Improvvisamente abbiamo acceso i riflettori su un gruppo di ragazzi che viaggiavano a fari spenti e che adesso, Europei, calci di rigore ancora fatali all’Italia giustamente, manifestano il loro orgoglio. Fuori dal campo è la stessa storia perchè il numero uno della Federcalcio Carlo Tavecchio, da giorni, non smette di rivendicare la forza di una scelta, quella di Conte come ct, anche a dispetto dei conti (economici) ed ora che i campioni del mondo tedeschi hanno tremato la sua rivendicazione non ha confini. Cosa lascia in eredità l’avventura francese? C’è la variabile sportiva ed Follie per Bonucci: il City è pronto ad offrire 60 milioni alla Juve Sembra una moda ed invece è un pericolo. Per la Juve, finita al centro delle voglie di shopping senza freni delle due squadre di Manchester. Se lo United si sta muovendo direttamente con i bianconeri per comprare Paul Pogba, il City invece sta parlando con il procuratore di Leonardo Bonucci per garantirselo. I soldi non mancano a questi due club, così come l’appeal di squadre allenate rispettivamente da Mourinho e Guardiola, ma allo stesso tempo c’è una sola risposta da parte dei campioni d’Italia: «Pogba e Bonucci non sono in vendita». Basterà questo secco no per fermare United e City? Il tempo lo dirà, insieme alle volontà dei giocatori, ma nella Juve c’è ottimismo e fiducia. I dirigenti sono pronti a migliorare i contratti del centrocampista francese e del difensore azzurro, ma intanto hanno alzato il muro per non indebolire la squadra e anche il sogno della Champions. La Juve ha già comprato bene (Pjanic, Dani Alves e presto Benatia), ma non vuole indebolirsi. La partita per Pogba è delicata, anche perché Mourinho lo vuole fortemente e i Red Devils sono pronti ad offrire 120 milioni di euro per il suo cartellino. Su Bonucci, invece, la Juve deve arginare il City che è pronto a spendere una cifra mostruosa. In Inghilterra, infatti, le voci sono di una cifra vicina ai 60 milioni di euro per lo stakanovista bianconero. Guardiola stima Bonucci da tempo ed ora lo vorrebbe in una difesa indebolita dagli infortuni di Kompany e dalle prestazioni altalenanti di Mangala e Otamendi. Nuovi sondaggi e nuovi tentativi animeranno questo mercato: l’assalto alle vetrine juventine è appena iniziato, ma sicuramente non saranno tempi di saldi. PASTELERIA Y CONFITERIA CALIFORNIA Galletas finas - Tortas Heladas - Pasteles - Confites Tortas para Novios - Pastelitos para cocktails COCKTAIL A DOMICILIO Irarrázaval 1570 Fono 22042382 La disperazione di Graziano Pellè dopo il rigore sbagliato un effetto politico da pesare perchè, fra pochi mesi, si apriranno le urne elettorali per la nuova governance federale. Il campo prima di tutto: il 19 luglio, a Firenze, Giampiero Ventura svelerà i suoi piani in vista del difficile cammino verso i Mondiali in Russia del 2018. La rivoluzione verrà attuata per gradi, con dei punti fermi da valorizzare. In difesa, Ventura farà di tutto per mantenere in vita la BBC bianconera davanti a Buffon (Bonucci, Chiellini e Barzagli, quest’ultimo da convincere a rinunciare all’addio all’azzurro), poi regia a Verratti e Marchisio e spazio a novità come Benassi, Belotti o Berardi. Presidente rinforzato Il campo ha i suoi tempi come l’effetto politico dell’Europeo. Tavecchio temeva di uscire indebolito dall’esperienza francese perchè il destino di ogni presidente federale, al netto delle possibili riforme annunciate o attuate, lo determina il cammino dell’Italia nelle grandi manifestazioni (senza la rete dell’uruguaiano Godin due anni fa in Brasile al vertice della Figc avremmo ancora Giancarlo Abete). Ma adesso indebolito non è e, nel giorno dei saluti da capodelegazione, rilancia. C’era un’Italia nelle ore in cui la baracca affondava nel Mondiale in Brasile due anni fa? No, per Tavecchio. E non c’era perchè «il disastro è stato totale in assenza della Figc. La Nazionale - dice - era smarrita, senza un centro di comando federale e senza una strategia per recuperare il rango che ci spetta...». Tutto vero? In parte. Ma poco importa: da quel momento triste in Sudamerica la rotta, per chi governa oggi, è cambiata. «Adesso - sottolinea Tavecchio - il cammino è segnato. E lo è da quando abbiamo individuato un condottiero come Conte. Questa, qua in Francia, è stata anche una spedizione dai conti economici perfetti: noi non spendiamo invano soldi pubblici o privati...». Conte il condottiero, però, ha già salutato la comitiva a Milano, scendendo dall’aereo che riportava in Italia gli azzurri. E Tavecchio strizza subito l’occhio al recentissimo passato, che passato ancora non è. «Mi auguro che Antonio (Conte, ndr) torni in Nazionale. E non è detto che questo non accada presto». Campagna elettorale Conte, l’addio ed il ritorno. Tavecchio ha più volte ribadito di voler chiudere con il metodo Conte per dare un maggior peso specifico alla federazione, al suo staff, alla sua possibile «cantera» di allenatori: lo affermava nelle ore in cui l’ormai ex ct ufficializzava il suo passaggio al Chelsea. Che senso ha parlare, ora, di un suo ritorno? E perchè azzerare la recente storia dell’Italia del pallone con tanta fermezza nel giorno del tributo ai nostri ragazzi? Onore all’Italia dell’Europeo, via alla campagna elettorale. Fine di un sogno e di un tabù: in 120 minuti più rigori si chiudono l’inattesa rincorsa europea dell’Italia di Conte e mezzo secolo di sudditanza psicologica calcistica dei tedeschi nei confronti degli azzurri. Dopo 8 tentativi, per la prima volta in una manifestazione ufficiale la Germania si impone sull’Italia: lo fa nella maniera più crudele, vera e propria nemesi, vincendo 7-6 grazie ai tiri al dischetto che vanno ad oltranza. Sbagliano, per l’Italia, nell’interminabile serie di emozioni (18 rigori tirati, quello decisivo lo ha realizzato Hector), Zaza, Pellè, Bonucci e Darmian. Provare a regalare un raggio di gioia sportiva agli italiani nel giorno più buio per la strage di Dacca era compito, anche psicologicamente oltre che tecnicamente, non facile: ma Buffon e i suoi compagni ci hanno provato. Hanno giocato alla pari con i campioni del mondo andando molto al di là dei propri limiti, come chiede l’ormai ex ct Conte. Possono essere orgogliosi dell’europeo che hanno disputato, sebbene resti l’amarezza: in semifinale con la vincente di Francia-Islanda va una Germania che non ha certo sovrastato l’Italia operaia. Doveva passare un quarto d’ora per vedere il primo tiro in porta (Florenzi, fiacco e parato con facilità da Neuer. Un brivido correva sulle spalle dei tifosi azzurri quando al 27’, su lancio di Hummels, Schweinsteiger metteva in rete di testa, essendosi liberato però di De Sciglio con un spinta evidente. Al 42’ dopo palla impazzita stile flipper nell’area azzurra era Muller a calciare malamente (prima parata di Buffon). E l’unica vera occasione da rete del primo tempo la regalavano proprio gli azzurri, confezionandola secondo il solito schema: palla lunga da Bonucci a Giaccherini, pronto cross in mezzo per caricare al tiro Sturaro: la cui botta di destro, pericolosissima, veniva deviata in angolo da Boateng. Nella ripresa l’Italia pur soffrendo mai dava l’impressione di essere sul punto di crollare. E invece il gol tedesco arrivava nella maniera più paradossale: su rinvio di Neuer, Florenzi sbagliava il tempo dell’intervento e Mario Gomez trovava una giocata da campione innescando Hector, sul cui cross da sinistra metteva in rete da due passi Ozil. Tre minuti dopo l’ex fiorentino sfiorava il raddoppio con un tocco ravvicinato che costringeva alla parata da fuoriclasse Buffon. Sembrava finita per gli azzurri, quando un tiro di Pellè finiva fuori di poco. Ma al 31’ su cross di Florenzi, Boateng colpiva di mano: rigore ineccepibile, che Bonucci realizzava calciando di destro alla sinistra di Neuer. E al 35’ su splendido contropiede un tiro di Eder veniva deviato di poco in angolo. Al 41’ Conte sostituiva Florenzi, esausto, con Darmian. Productos originales de Italia Prosciutto Balugani Panettone Bauli Mozzarella Mauri Grissini Vita Vigor Antipasto Damico Funghi Porcini Asiago Prosecco Frattina Pepe Drogheria Lambrusco Riunitte Amaretto Lazzaroni Parmigiano Balugani Tartufi Urbani Caffe Kimbo Amaro Averna Olio Basso Limoncello Villa Massa Aceto De Nigris Pomodorina Cucina Aceto Balugani Pinolo GlobeItalia Pasta Divella Pasta Rustichella Riso Scotti Av. Las Condes 6903 - Fono: 2202 3593 - Fono-Fax 2229 5058 www.globeitalia.cl SPORT Olimpiadi: non solo sport, il Sistema Italia a Rio Il Ministro degli Esteri Gentiloni: «I programmi per la spedizione in Brasile comprendono anche archeologia, arte contemporanea, cucina e salute» Il Ministro della Cultura Dario Franceschini e quello degli Esteri Paolo Gentiloni durante la conferenza stampa “Italia a Rio 2016” Non sarà solo una spedizione sportiva,ma dell’intero “Sistema Italia”. A Rio, tra meno di un mese, l’Italia si presenterà per la prima volta con una partecipazione integrata ai Giochi. «Perché c’è una partita che si gioca sul campo prettamente sportivo – spiega il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, nella conferenza “L’Italia a Rio 2016” andata in scena alla Farnesina. – e una sfida strettamente parallela: quella di presentarsi al mondo come sistema paese mettendo in mostra tutti i punti di forza e fascino». I programmi per Rio, annunciati dal viceministro Mario Giro, comprendono «archeologia, arte contemporanea, cucina e salute». Perché, spiega Dario Franceschini, ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, «nel mondo c’è tanta voglia di vivere all’italiana. Le Olimpiadi sono una grandissima occasione per promuovere le nostre eccellenze. Tantissime persone vogliono vestire italiano, vedere film italiani e mangiare i piatti della cucina italiana. Se lavoreremo tutti insieme, sarà una grandissima occasione per fare pubblicità al nostro Paese» Rio vetrina del made in Italy a 360 gradi. «Casa Italia – aggiunge il numero uno del Coni, Giovanni Malagò – sarà l’identificazione dell’Italia con il Brasile e soprattutto un luogo d’incontro in cui metteremo in mostra e a disposizione tutte le nostre eccellenze. Ad esempio, la Pirelli ha promesso di illuminare con il tricolore il Cristo redentore del Corcovado il 3 agosto, quando il premier Matteo Renzi inaugurerà Casa Italia. Ma Casa Italia a Rio sarà un passaggio fondamentale per Roma 2024. Si sentono e si leggono tante cose, ma la nostra candidatura è molto forte». Una candidatura che incassa il «completo appoggio» del ministro Gentiloni. «Non sarebbe male ripetere tra il 2020 e il 2024, a parti invertite, la straffetta olimpica avvenuta tra Roma 1960 e Tokyo nel 1964», aggiunge l’attuale inquilino della Farnesina. «L’Italia non è un’eccellenza solo nel campo dell’arte, della storia, della cultura e del benessere ma anche dell’accoglienza e dell’inclusione sociale. Noi, durante le Paralimpiadi, avremo la nostra casa nella parocchia dell’Imacu- lada Concepçao. I soldi che avremmo speso per l’affitto di un circolo privato abbiamo preferito investirli per la costruzione di un campo sportivo in una delle favelas più povere di Rio e l’attuazione di una serie di progetti di avviamento allo sport per dei ragazzi disabili del posto», rincara la dose Luca Pancalli, presidente del Comitato Paralimpico. «Andrà tutto bene», garan- tisce Ricardo Neiva Tavares, ambasciatore brasiliano a Roma. «Anche ai Mondiali del 2014 tutto filò per il verso giusto, tranne i risultati del Brasile e dell’Italia. Il nostro governo sta lottando con il massimo impegno contro la proliferazione delle zanzare. Posso garantire che nel periodo dei Giochi il rischio di contrarre il virus Zika sarà estremamente basso». Show Mercedes a Silverstone: vince Hamilton davanti a Rosberg. Ferrari ancora deludenti: Raikkonen 5°, solo 9° Vettel. Lewis Hamilton completa facilmente il lavoro e vince. A Silverstone, davanti al suo pubblico, firma il 4° successo stagionale davanti al compagno di squadra Nico Rosberg, che però alla fine è stato penalizzato di 10 secondi (i tecnici via radio l’hanno aiutato a risolvere un problema al cambio). Ha perso così il secondo posto a vantaggio dell’olandese della Red Bull Max Verstappen. In virtù del nuovo ordine d’arrivo, il vantaggio di Rosberg (che perde così tre punti in classifica) sul compagno di squadra Lewis Hamilton si assottiglia ad appena un punto: 168 a 167. Nel Gp di Inghilterra si assiste al solito dominio Mercedes, sempre più netto, al punto di poter parlare di un campionato a parte: una supremazia che comincia sul bagnato e prosegue man mano che l’acqua evapora. Il pilota inglese non molla mai il primo posto, se non brevemente durante il pit stop. Mago della pioggia, fenomeno sull’asciutto, supportato da una monoposto superiore: non potrebbe esserci altro finale. Rosberg ha faticato a tenere il passo. Con difficoltà ha superato Verstappen (che l’aveva sverniciato un po’ di giri prima), ma nel fina- le ha avuto un problema al cambio che l’ha costretto a chiedere aiuto al suo ingegnere. Il quale gli ha spiegato come resettare l’app e gli ha detto di saltare la settima marcia: la sanzione è inevitabile. Per la Ferrari era stato un sabato nero in qualifica e non c’è rimonta in gara. Raikkonen parte quinto e quinto finisce, mentre Vettel risale da 11° a 9°, che non è esattamente una grande impresa visto che la corsa per buona parte si corre su pista bagnata e poi umida. Il pilota tedesco subisce anche una “penalità non afflittiva” (una specialità della Fia: sono le punizioni che non puniscono): 5’’ per aver spinto fuori pista Massa, l’ordine di arrivo non cambia. La Ferrari ha tentato invano una strategia aggressiva, anticipando rispetto ai primi i cambi gomme (da wet a intermedie, da intermedie a slick) rimediando solo una serie di testa-coda ed errori dei suoi piloti. Peggiori in pista dopo la Ferrari sono la direzione gara e il pubblico: la partenza con safety car è un’offesa alla Formula 1, tanto più che la pioggia aveva smesso di cadere. E anche i fischi a Rosberg (una vendetta per Atletica, Europei: Grenot vince i 400, secondo oro continentale consecutivo L'azzurra ha vinto la gara dei 400 donne degli Europei di atletica ad Amsterdam, correndo in 50''73 bissando il successo di Zurigo 2014 davanti alla francese Guei e all’inglese Onuora. La Schippers incanta all’esordio in questi europei sui 200 metri Un titolo europeo fortemente voluto e cercato, con determinazione, rabbia e coraggio. Così l’italo cubana Libania Grenot si riconferma ai vertici continentali dei 400 (50”73), dopo il titolo conquistato due anni fa a Zurigo. Parte forte l’allieva di Loren Seagrave, è in sesta corsia. Non teme l’insorgere della fatica. Avanza regale e sicura verso la seconda curva. Ne esce in testa e qui le forze cominciano a venir meno, ma anche le altre hanno dato tutto o quasi. Lentamente la francese Guei, poi seconda in 51”21, e la britannica Onuora, terza in 51”47, sembrano erodere terreno e avvicinarsi pericolosamente. Ma il traguardo è sempre più vicino, troppo vicino per permettere loro di infrangere i sogni di Libania. Alla fine finisce mezzo secondo davanti alla francese Floria Guei (51”21), di tre quarti alla britannica Aniyka Onuora (51.47). Oltre otto decimi meno del crono della campionessa olimpica, Christine Ohuruogu (quarta in 51.55). Ed ora l’attendono doppi festeggiamenti. Sì, perché oltre al titolo, fra pochi giorni, il 12 luglio, festeggerà anche il 33esimo compleanno in compagnia dei nonni, del padre e del fratello. “Sono più determinata che mai, finalmente il numero 1 davanti al mio nome. Ora la staffetta, la porterò alla vittoria”. Poi si torna in Florida per tre settimane di allenamento a testa bassa prima dell'Olimpiade. Negli Stati Uniti ho trovato la mia dimensione e la serenità giusta per lavorare. Il mio obiettivo è conquistarmi un posto tra le prime otto alle Olimpiadi, per farmi valere da campionessa europea anche tra le atlete d'oltreoceano". Presenza- 16 luglio 2016 15 Croazia stesa, l’Italbasket dà spettacolo: continua la caccia al pass per Rio Le frecce avvelenate dell’uomo mascherato Marco Belinelli (19 punti) e il sudore speso in difesa da Daniel Hackett (anche 12 punti) e Nicolò Melli, ma anche il finale di Gigi Datome e Danilo Gallinari (12) dopo tre quarti difficili. E’ ricca di flash la vittoria azzurra contro la Croazia per 67-60, che garantisce all’ItalBasket il primato nel girone B del Preolimpico di Torino. Un successo che esalta i 14.000 spettatori (ma i presenti sembrano molti di più) a cominciare dal sindaco Chiara Appendino per arrivare ad Andrea Agnelli, Massimiliano Allegri e Alex Del Piero. Pronti a tornare magari venerdì, nella semifinale tra Italia e la perdente di Grecia-Messico. Difesa da urlo L’Italia soffre in un primo tempo di scarsa fluidità offensiva, in cui il solito Belinelli è ispirato ma non basta per prendere il largo. Dall’altra parte Bojan Bogdanovic (19 a metà, 26 alla fine) è scatenato e quando anche Saric (11) lo segue, la Croazia fa paura. Il -2 di metà gara (con un canestro regalato e poi giustamente tolto a Melli) con il 33% al tiro è un affare per l’Italia, che riemerge nella ripresa. Sei punti di Belinelli aprono il 12-2 per il +8, una prima spallata che diventa fuga grazie alle difese di Hackett (anche 8 rimbalzi) e Melli, che prendono in consegna il duo Bogdanovic-Saric e lo escludono dalla gara. Dopo i 25 punti con il 50% al tiro, il duo croato Nba fa una ripresa da 3-12 al tiro e 10 punti. La difesa esalta il PalaAlpitour, che fa sentire la sua voce fino all’immancabile coro dei White Stripes, che accompagna la tripla liberatoria di Datome e l’ultima fiammata di Gallinari. L’Italia è prima nel girone con 101 punti concessi in due sere. Un eccellente motivo per Ettore Messina per sorridere. Tiro a volo, Europei, Fabbrizi è medaglia d'oro! "Che gioia! Colmato un vuoto!" E al terzo shoot-off la maledizione si spezzò. Un doppio incantesimo anzi: Massimo Fabbrizi supera infatti la sindrome da Europeo (a livello senior non aveva mai vinto dopo i trionfi Junior del 1996 e del 1997) e soprattutto supera un atleta croato in finale. Gli era andata male sia a Londra 2012, alle Olimpiadi, contro Giovanni Cernogoraz, sia agli Europei di Suhl (Germania) nel 2013 contro Anton Glasnovic. "GRANDE GIOIA" — Stavolta gli si è parato Josip, il fratello di Anton, ed è andata diversamente: i primi a sbagliare in semifinale sono stati anche quelli che, con un 14/15 si sono giocati l’oro. Stesso punto (un errore a testa) nel Gold Medal Match, poi al terzo shoot-off ecco l’errore croato e il centro italiano. “E’ una grande gioia – spiega Fabbrizi a fine gara - che mi consente di colmare un vuoto nel mio palmares. L’Europeo mi mancava. Dite che Lonato (dove Fabbrizi vinse l’oro mondiale nel 2005, ndr) mi porta bene? Può darsi, anche se lo scorso anno, sempre nella rassegna iridata, non sparai benissimo. Però adesso faccio festa e dunque grazie Lonato e grazie al pubblico che mi ha sostenuto”. 16 FINALI Presenza- 16 luglio 2016 Dopo Brexit, all'Europa... le sfide principali che un rilancio del progetto europeo deve allora porsi e vincere: quella demografica e quella culturale, in parte intrecciate tra di loro. L’investimento quantitativo e qualitativo sulle nuove generazioni è cruciale per qualsiasi realtà sociale, economica, politica che voglia aprirsi alla produzione di nuovo benessere e non chiudersi a difesa di vecchie sicurezze. Ma allo stesso tempo è difficile che le coppie abbiano figli, che i giovani siano incoraggiati a essere attivi e intraprendenti, che l’accoglienza degli immigrati si inserisca in un contesto favorevole, se non ci si sente parte di un processo di crescita culturale comune, con valori solidi e condivisi alla base e la visione di un futuro desiderabile da raggiungere. Che le generazioni più mature abbiano perso le ragioni iniziali del progetto europeo è ben rappresentato dal voto degli over 65 al referendum inglese, caratterizzato da alta partecipazione ma con orientamento spiccato verso il Leave. Che le nuove generazioni non si sentano pienamente coinvolte in un processo di crescita comune è ben espresso dalla forte astensione degli under 25. Se un rilancio è possibile, non può però che far soprattutto leva sui più giovani. Come mostrano i dati del ‘Rapporto giovani’ dell’istituto Toniolo, il loro atteggiamento nei confronti dell’Europa è ambivalente. Da un lato, sono molti critici: quelli con titoli di istruzione più bassi soprattutto per come è stata gestita la crisi economica, per la difficoltà a proteggere le fasce più deboli, per i timori verso l’immigrazione, per la crescita di insicurezze economiche e sociali; quelli con titoli più alti soprattutto per una ‘delusione da attese’. D’altro lato, si riconoscono nella combinazione unica di cultura, libertà e valore della persona, intravedono le potenzialità di un salto di qualità verso gli Stati Uniti d’Europa e considerano una conquista irrinunciabile la possibilità di muoversi liberamente senza confini. Questi aspetti positivi sono ampiamente condivisi ma prevalgono, sui punti critici sopra elencati, soprattutto in chi ha capitale umano elevato e ha svolto periodi di studio o lavoro in altri Paesi. Questi dati suggeriscono la necessità di rafforzare la qualità di domanda di Europa favorendo nelle nuove generazioni processi di aumento dei livelli di formazione; migliorando la conoscenza specifica delle istituzioni europee; potenziando la possibilità di fare esperienze (in età molto giovane e con particolare attenzione per chi proviene da classi sociali basse) di crescita personale, confronto culturale, impegno civile in ambito internazionale. Serve però, allo stesso tempo, un miglioramento dell’offerta di Europa, più in sintonia con le esigenze e le sensibilità specifiche delle nuove generazioni. Per andare in questa direzione, abbiamo bisogno di istituzioni con maggior capacità di visione: in grado di favorire – all’interno – la creazione di un modello di sviluppo che sappia coniugare innovazione e inclusione sociale, ma in grado anche di esprimere – all’esterno – una posizione comune e incisiva sulle grandi questioni internazionali. Al di là del voto inglese e dei suoi esiti, è dalle nuove generazioni e dalla loro Europa desiderata e partecipata che bisogna in ogni caso ripartire. Sempre che, anziché rassegnarsi alla disgregazione, ci sia l’effettiva volontà di scommettere su un vero progetto di rilancio. Sinigaglia, il canottiere sul lago le insegne della Corona. Così, il tronfio sovrano “abdica”, per un giorno, e, fuori da ogni protocollo, impone alla moglie, la Queen Mary, di premiare, al posto suo, «quell’italiano», con il trofeo della Royal Regatta che si disputa dal 1844. Nove agosto 1916. Sono trascorsi due anni da quell’epica disfida vinta da Sinigaglia, il baffuto Sina, il «gigante buono», lo sciupafemmine di Como, che aveva attraversato la Manica, da solo, per venire a gettare scompiglio nel clubbino dell’aristocrazia sportiva inglese. Il tenente dei Granatieri, senza mai dimenticare i colori della sua società, la gloriosa “Canottieri Lario” di Como, che teneva cuciti nell’anima, ora combatteva sul Carso la cruenta battaglia per la conquista di Gorizia. E, da guerriero del remo, tempratosi alle più grandi lotte, si lanciava all’assalto dell’ultima e suprema vetta, la Cima 4 del Monte San Michele. Non fu falciato da una sventagliata di mitra degli austroungarici, quel giorno. No, la verità è un’altra, come si è scoperto solo di recente, ossia a un secolo esatto dai fatti. L’ufficiale comasco, al comando di un plotone di arditi, fece breccia nella trincea nemica, e, brandito un nodoso bastone, cominciò a menare fendenti sui soldati di Cecco Beppe, per esortarli ad arrendersi. Partì però un colpo, da uno di quegli irriducibili, e Sinigaglia crollò a terra, gravemente ferito. Nonostante ciò, volle continuare a dirigere, sul campo, le operazioni di consolidamento delle nostre posizioni. Trasportato, dopo molte ore, all’ospedale da campo di Crauglio, il campione del remo spirava il giorno seguente, il 10 agosto. È morto di setticemia, tra atroci spasimi, arso dalla sete e vegliato dai suoi fedelissimi compagni. Mentre agonizzava, supplicò che gli accostassero alle labbra le zampillanti sorgenti del suo Lario: «Datemi un po’ d’acqua, un po’ di acqua del mio lago!». Questa è la storia di un uomo, medaglia d’argento al valor militare, che Como ha celebrato con una bella mostra al Broletto, nella quale sono stati esposti cimeli - tra cui l’emozionante “Diamond Scull Cup” - che ricordano tutti i 20 sportivi della Canottieri Lario immolatisi nella Grande Guerra. La Nazionale azzurra Rivera, e che se adesso la stelle si chiamano Parolo e Pellè ci si può rassegnare, ma anche chiedersi perchè. E magari sperare in qualcosa di meglio. Di certo non si può spacciare per un’impresa epica quella di essere arrivati ai rigori contro la Germania senza fare nemmeno un tiro in porta in 120 minuti, come invece è stato detto e scritto. Che "dare il massimo" nella vita è sempre bello ma è anche il minimo sindacale. Il Conte grande condottiero alla testa di una squadra di gladiatori - come se mai in passato fosse accaduto lo stesso - è stato il colossale abbaglio gettato negli occhi agli italiani. Gladiatorie, unite (e decisamente più forti) lo furono anche le nazionali di Sacchi a Usa ’94, quella di Zoff all’Europeo del 2000, per non dire di quella di Lippi al Mondiale tedesco del 2006. Siamo abituati a soffrire, non è giusto nè corretto esaltare sempre e solo il cuore e l’orgoglio: bene che ci siano, ma tradizionalmente non sono quasi mai mancati. E comunque il cuore da solo non ha mai fatto nemmeno un gol. Da troppo tempo forse abbiamo perso la bussola, ci siamo abituati alla mediocrità, obbligandoci a considerare un evento straordinario qualunque cosa di leggermente migliore ci capiti. Abbiamo bisogno di qualcosa di più insomma di giustificare tutto con la solita "beffa dei rigori", che beffa non lo è mai stata. Del coraggio esaltato a massima virtù. Delle mani nei capelli, icona quasi perenne dei nostri epiloghi. Delle lacrime di questi ragazzi, vere e sincere certo, che commuovono e aiutano a perdonare, ma solo un po’. Soprattutto dobbiamo imparare a fare a meno delle belle frasi di chi ha provato a convincerci che questa squadra stava dando l’esempio al Paese. Falso probabilmente, di certo fuorviante. Ed eccessivo comunque, perchè alla fine sempre e solo di una partita di pallone si trattava. Forse è arrivato il momento in cui sia il Paese a dare l’esempio alle sue squadre. Uscendo dal piagnisteo di pensiero, dalla difesa a oltranza, dalla logica per cui occorre accontentarsi, della soddisfazione che la Germania "però ci temeva e ha cambiato atteggiamento tattico...". Non facciamo statue: gli eroi, quelli veri, di solito vincono. E se perdono escono anche a testa bassa. Ripartiamo da noi. Dal diritto che abbiamo di non giustificare sempre tutto e tutti. Dal dovere che abbiamo di fare meglio e di più. Per non considerare una mezza vittoria quella che, purtroppo, resta una sconfitta quasi piena. Governo: vertice Mattarella-Renzi si. Proprio per questo rappresentano un pericolo, in quanto «con i criminali intelligenti si può trovare un accordo», ringhia Cicchitto che li conosce bene, «ma con i criminali ottusi non c’è proprio nulla da fare». IL GIOCO DEL PREMIER Gli «ottusi» sono coloro che farebbero la crisi subito, profittando del voto imminente sugli Enti locali. Gli «intelligenti», invece, temono in questo modo di fare il gioco del premier che, disarcionato da una congiura di palazzo, vestirebbe volentieri i panni della vittima e magari vincerebbe pure il referendum di ottobre. Tra gli attendisti «intelligenti», oltre a Schifani, viene classificato l’ex ministro Lupi. Risultano contatti in corso tra una parte dei dissidenti e il mondo berlusconiano. Ma il Cavaliere (3 ore a pranzo coi capigruppo Brunetta e Romani) non ha alcuna voglia di provocare una crisi che farebbe solo il gioco di Renzi, e punta tutte le sue carte sul «no» al referendum. IN CASO DI «INCIDENTE» L’odore di bruciato è tale che arriva fino sul Colle. Dove Mattarella e Renzi ne hanno ragionato durante un incontro, ufficialmente, sul prossimo summit della Nato. Per Renzi, la situazione a Palazzo Madama è sotto controllo, il premier non si attende sgambetti. Ma se, invece, l’incidente capitasse proprio per colpa dei «disperati»? A quel punto, Renzi si regolerebbe esattamente come avrebbe reagito un anno fa: convocando la direzione Pd per proporre le elezioni anticipate, subito alle urne senza nemmeno attendere il referendum. «Non si tratta di un ultimatum», ha ribadito più volte Renzi a Mattarella, ma di coerenza. Il Presidente tuttavia, secondo altre ricostruzioni, dubita assai circa la possibilità di tornare al voto con un doppio sistema: maggioritario alla Camera (l’«Italicum») e proporzionale al Senato (il «Consultellum»). Nel mondo quirinalizio si fa presente che Mattarella è sempre stato coerente fautore di un mandato popolare chiaro, sarebbe singolare se permettesse di andare al voto con un confuso sistema che rischia di produrre ingovernabilità e paralisi (Renzi non la pensa così: lui è convinto di poter conquistare la maggioranza perfino con un sistema proporzionale al Senato). Prima di tornare alle urne, insomma, secondo Mattarella sarebbe il caso di rimettere ordine nella legge elettorale. Lo dice anche una parte del Pd, però Mattarella ha tranquillizzato Renzi: nessuna «liaison dangereuse» con Franceschini & C. Meglio intervenire subito sulla legge elettorale, è il sottile ragionamento che si ascolta nelle stanze ovattate del Colle, altrimenti magari sarebbe necessario provvedere poi, a crisi di governo aperta, dunque in una situazione di caos politico e , con un apposito governo «di scopo» che nessuno vuole, incominciando da Renzi. Lettera aperta: Casa de Italia empleados en el pasado por el Directorio me asisten dudas sobre su integridad y eventuales efectos patrimoniales, tales como la metodología utilizada para fijar el precio mínimo del remate, por lo que esperamos que en la futura exposición que se precise acabadamente la materia. Venta de la propiedad. En el tercer párrafo de la Carta a los Accionistas (sin fecha) se describe el proceso de arriendo y venta de la propiedad. No obstante ser una materia relevante para los accionistas, estimo que este es poco explicativo y contiene imprecisiones que es del caso definir, y contar con mayores antecedentes que nos permitan tomar un real y acabado conocimiento de las gestiones. Se establece “... el Directorio, facultó a la mesa para firmar una Promesa de Compraventa no vincúlante por el Inmueble…”. ¿Quién es o son la mesa? ¿Con cuál persona natural o jurídica se autorizó suscribir la Promesa y así se hizo? Además, falta indicar temas relevantes tales como: ¿Se trató de una licitación privada abierta o restringida de oponentes y plazo establecido? ¿Valor y condiciones ofertadas por cada oponente? ¿Plazo de vencimiento para que se pronuncie la Junta Extraordinaria? ¿Multas que afecta a cada una de las partes en el caso que el negocio no prospere? Aprobación de Memoria y Balance. Para que los accionistas tengan claro la situación que vive la sociedad, me permito transcribir el articulo 77 del la Ley Nº 18.046. ARTICULO 77.- La junta de accionistas llamada a decidir sobre un determinado ejercicio, no podrá diferir su pronunciamiento respecto de la memoria, balance general y estados de ganancias y pérdidas que le hayan sido presentados, debiendo resolver de inmediato sobre su aprobación, modificación o rechazo y sobre el monto de los dividendos que deberán pagarse dentro de los plazos establecidos en el Artículo 81º de esta ley. (18) Si la junta rechazare el balance, en razón de observaciones específicas y fundadas, el directorio deberá someter uno nuevo a su consideración para la fecha que ésta determine, la que no podrá exceder de 60 días a contar de la fecha del rechazo. Si la junta rechazare el nuevo balance sometido a su consideración, se entenderá revocado el directorio, sin perjuicio de las responsabilidades que resulten y en la misma oportunidad se procederá a la elección de uno nuevo. Los directores que hubieren aprobado el balance que motivó su revocación, quedarán inhabilitados para ser reelegidos por el período completo siguiente. Imputación del Presidente. Durante la Junta de Accionistas, el Presidente en repetidas ocasiones acusó a los accionistas de no estar informados, por cuanto no asistimos a las Juntas de Accionistas a las cuales somos citados. Lo anterior es una falsa y agraviante acusación. En los años 2015 y en el presente 2016, he recibido la citación una semana después de realizada. A esta última logré asistir por recibir la citación por correo electrónico. Misceláneos: Llamó la atención la composición de la testera de la Junta. Normalmente en las que he asistido o visto a través de los medios de comunicación, queda conformado por el presidente, gerente general, fiscal o abogado y por quién oficia de secretario. En lo observado, se había integrado en forma permanente la totalidad de los directores asistentes, y personas que no tenían esa característica. Me despido de usted, agradeciendo su atención y disponibilidad y haciendo presente que de acuerdo a nuestra legislación la Ley se asume conocida por todos, por lo que si otorgamos una equivocada autorización, nos hacemos responsables de los perjuicios que esta pueda ocasionar. Saluda atentamente Aldo Confalonieri Breustedt
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